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Punti di vista sulla "buona poesia" - Sebastiano A.Patanè

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2017 23:25
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06/01/2014 15:28
 
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prima parte - Struttura ed equilibrio


io comincerei col parlare della costruzione poetica, prendendo come esempi le nostre stesse poesie.
Penso che sia utile dire che le modalità tecniche di scrittura variano da mano a mano ma che, al di là delle possibilità di stesura, esistono dei concetti di base (che non sono restrizioni, a mio avviso) che creano quel margine che separa la poesia da altre scritture.
Si direbbe che esistono, fondamentalmente, due modalità di composizione: La costruzione sistematica di un concetto poetico e il modus "viscerale", cioè, di getto.
Nella costruzione, noi poniamo l'oggetto poetico in posizione dinamica, soggetto a "spostamenti" derivati da un attento studio delle sonorità, e/o dall'incolonnamento dove si tende a mantenere un baricentro poetico utile all'effetto voluto, Sappiamo tutti che la poesia è una scrittura che non può rimanere incollata alla materialità né può volare troppo in alto suggerendo immagini tipiche della "fiaba" quindi, deve, necessariamente rimanere a "mezz'aria". Ma qual'è la posizione "giusta"? Come si quantifica il "mezz'aria"?
Il "viscerale", che è la modalità più diffusa anche tra i grandi poeti, nasce da un'urgenza di dire, dalla necessità di svuotare quella cava dove si costruisce l'oggetto poetico e riversarlo in parola che è poi, la materializzazione del pensiero. Non ci sono previsioni di grandi movimenti in questo tipo di scrittura, se non piccole e spesso impercettibili variazioni atte a rendere maggior immedietezza. Il processo tecnico di costruzione, avviene in maniera automatica e meccanica, come se le parole sapessero già dove andare a disporsi secondo i principi dell'equilibrio narrativo, dell'oggetto stesso in correlazione e del processo di sospensione che, nel senso del poeta, esiste e non necessariamente bisogna che si calcoli. Potrei dire che è tutto un lavorio interiore che cessa al momento in cui la parola prende forma attraverso un argomento che DEVE seguire una traccia già marcata dal suono che ne percepiamo lungo la formazione. E' ovvio che tutto questo presuppone tanto studio ed un notevole vocabolario mnemonico nonché un principio personale filosofico sull'idea di "costruzione".
Ma partiamo dall'equilibrio.
Pensiamo ad un albero di Natale, con tutte le sue palle, palline e decorazioni varie. La massa costruttiva non può spostarsi troppo dall'asse (nucleo della poesia), ma deve rimanere entro l'orbita possibile anche quando si vuole decontestualizzare un momento, altrimenti andremmo verso un "no sense" che, mi pare, non sia il genere che vorremmo approfondire.
Un esempio possono essere questi versi di Francesca Coppola:


è pieno il vuoto che non rende

Persa
nei volteggi separati da un
centesimo, tra le penne salate
e un trasloco scorciato, nessun
ricordo ad imbalsamare emozioni

(vorrei scavalcarti le soglie del
dolore, stringere stoffe che sanno
di Niagara e non spegnere mai lo
smalto, vesto le mani per incanto)

Non c'è sapore di te che non mi
penta e il teatro mente cure e
miete cuore ma poi lo difendo
con la schiena, distrugge le ore

(voltati sono dietro di te!)



Come si può notare, Francesca apre con un allargamento notevole e pieno al primo verso per poi, dopo questo primo oggetto sospeso, stringe il campo fino all'asse ripartendo da un punto minimo (Persa)
per allargare in spirale verso l'esterno (imbalsamare emozioni)con un'azione che si svolge fuori dal campo interiore.
Nella seconda strofa, sposta il baricentro poetico verso un dialogo con se, allontanandolo appena dal contesto precedente, ma rimanendo nell'area emotiva del primo verso e l'utilizzo del condizionale ne rafforza il senso. Se avesse scritto "voglio" anziché "vorrei", avrebbe, di certo, compromesso l'equilibrio dell'intera poesia eliminando l'oggetto "desiderio" che, qui, alimenta l'effetto "sospensione".
L'ultima strofa, diventa logaritmo della "narrazione" e riesce ad unire il desiderato con l'avuto attraverso una presa di posizione.
La chiusa fonde i due luoghi poetici con l'affermazione della presenza e sospende, in modo molto gradevole tutta la scrittura. La chiusura tra parentesi, rappresenta un passo in più nella sospensione, in quanto non lascia definire del tutto l'azione, cioè non sappiamo se si tratti di un pensiero circoscritto oppure di una esplicita richiesta che protegge le possibilità di scelta.

Ma torniamo un attimo indietro, c’era una domanda che riguardava la sospensione.
Francesca, secondo me, non segue uno schema ben preciso, proprio perché la sua scrittura è viscerale. Lei apre il testo con un’affermazione ossimorica che si conclude con un negativo e tutto questo, crea un ambiente poetico che stimola curiosità. La posizione della poesia ne risulta avvantaggiata e si crea uno “scollamento” che già dal primo verso solleva la poesia mantenendola a “mezz’aria”. La tonalità sonora della prima strofa permette un mantenimento della posizione sospensiva fino a raggiungere una sorta di stallo nello spazio tra la prima e la seconda strofa che, come si può notare, cambia sia tono musicale che atteggiamento poetico. La posizione verbale si sposta dall’essere al volere, quindi dall’avuto al desiderato e questo aziona un meccanismo di lento ma inarrestabile “sollevamento”, complici la scarsissima aggettivazione, l’assenza di “collanti” come pronomi, possessivi, ecc. Né consegue una specie di danza armonica con un susseguirsi di oggetti poetici spesso imprevedibili e quindi creatori di curiosità.
Nella terza strofa, troviamo una serie di constatazioni che rallentano l’ascesa ma stabiliscono un clima preparatorio per la chiusa sorprendente innescata dalla parola “schiena” e allargata nella sua area semantica attraverso il verbo voltare ed il luogo (dietro).
Vediamo cosi una sorta di struttura a doppio cono dove i vertici si toccano nella seconda strofa. Questo tipo di struttura e di grande impatto e, devo dire non facile in quanto Francesca espande fin dal primo verso e chiude con una espansione pari a questo. In queste circostanze, la poesia si può leggere anche partendo dalla chiusa e produrrebbe lo stesso effetto, cosa che non deve mai accadere con una struttura a cono dal vertice in giù dove si raggiunge il massimo con la chiusa che in quel caso, o è potentissima o rischia di non sollevarsi ed espandersi abbastanza indebolendo tutto il corpo della poesia.

Per evitare confusione continuerò la mia chiaccierata su questo stesso post che diventa un Work in progress.

Il suono - Riguardo questo elemento strutturale della poesia, devo dire che è qualcosa di altamente soggettivo. Ciascuno ha un proprio suono che permette la vibrazione delle corde sensoriali. Ricordo, da ragazzo, avevo una chitarra che, mentre parlavo, a volte vibrava, producendo un suono da assonanza che accompagnava la mia parola. La stessa cosa avviene quando si legge una poesia. Certe parole entrano dentro e si pongono sulla stessa frequenza del sentire, producendo vibrazioni che aprono (a volte chiudono) i gate delle emozioni. Ovviamente queste “aperture” o chiusure dipendono anche dai gusti musicali, ma la traccia è la stessa per tutti. Personalmente amo le dissonanze e le armonie non prevedibili (armonie fadiste, Bela Bartok, Pink Floyd…) pur riconoscendo la perfezione nelle melodie mozartiane o le incredibili scale di Bach.
Tornando alla poesia di Francesca mi piace far notare come riesce, pur curando poco il suono (a vantaggio del significato), a rimanere, direi meccanicamente, entro il solfeggio che solo in minima parte vede piccolissime sforature in termini di tempo musicale.
Nella prima, troviamo un leggerissimo “inciampo” musicale nella parola “centesimo” che dovrebbe avere una sillaba in meno (parola piana), messa maggiormente in evidenza dalla parola “scorciato”, nel 5° verso, che vorrebbe, invece, una sillaba in più. Nel 6° verso, osserviamo come la lunghezza della parola “imbalsamare” sia eccessiva e, per rimanere entro i tempi musicali, si dovrebbe accorciare di ben due sillabe, ottenendo anche qui una parola piana.
Ma come andrebbe “corretto” quest’inciampo sonoro?
Mi dice la stessa Francesca che la sua cura, ultimamente, è rivolta ad altro prima che al suono, ma, voglio per un attimo supporre, conoscendo la sua poetica, come avrebbe scritto questa strofa poco tempo fa:

Persa
nei volteggi separati da un
decino, tra le penne salate
e un trasloco accorciato, niente
che imbalsami emozioni


Ovviamente, il mio, è un atteggiamento che mi permetto solo per dare un esempio di quanto scritto prima. E’ chiaro che una poesia va osservata e studiata da innumerevoli punti di vista ma è pure vero che ancora non mi è capitato di leggere la poesia perfetta!

Sonora e ben impostata, la seconda strofa dove ogni battuta ricade nel tempo esatto
mentre, nella terza, una leggerissima sforatura nel primo verso e, altrettante leggera mancanza nel quarto dove andrebbe una sillaba al posto della virgola.
Questi sono piccoli dettagli che, se omessi, non cambiano certamente la poesia nel suo messaggio ma se inseriti, la rendono semplicemente più “orecchiabile”.

Vorrei far notare come scorre il suono in questi versi di Salvatore (Ggiacinto)

mio figlio è un dipinto
su una tela che ho nascosto
in fondo, al buio, tra due mura
non ha nome, né un padre
e sorride a braccia tese
resta lì ad aspettarmi


distribuiti in ottonari e novenari mantengono una musicalità costante e ben articolata. Solo nella seconda parte ho notato qualche leggero inciampo, ma qui, in questa sezione, tutto scorre fluidamente.


[Modificato da al_qantar 05/02/2014 10:45]
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07/01/2014 01:05
 
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che regalone Al, questo inizio di percorso nella poesia, attraverso i nostri autori. quando ti ho letto, oggi, mi è parso che il tempo non fosse passato. attendo il seguito della tua interessantissima analsi

ti abbraccio[SM=g2829700]
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07/01/2014 11:52
 
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[SM=g3227796]

Al mannaggia a te, mi hai ricordato i tempi del liceo.
III^ liceo. Il "nuovo" prof. di italiano appena arrivato spiega i Promessi Sposi. Inizia così: "Dopo un preambolo dai toni melliflui e concilianti...". Noi ragazzi, alquanto sbigottiti, ci guardiamo in faccia e, disperati, comprendiamo di aver perso qualche puntata precedente. Da quel momento non senza sofferenza e difficoltà ci si è aperto un nuovo mondo... peccato non fosse l'America.

Dopo questa disamina, sono ritornato il liceale di allora (con qualche anno in più, ma con la stessa ignoranza [SM=g8172] )

Tenchiù Al. Mi ha fatto piacere questo tuo ritorno [SM=g8335]

@
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11/01/2014 16:56
 
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Grazie per l'entusiasmo che infondete Fabella e Ili@de e per la stima. Volevo precisare che tutto questo discorso sulla poesia è solo il mio punto di vista.
Adesso posto una continuazione che è a completamento della prima parte.
Successivamente mi piacerebbe parlare delle sonorità e del concetto del verticale e dell'orizzontale.
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11/01/2014 16:58
 
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Grazie, che regalo prezioso al.
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15/01/2014 17:39
 
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[SM=g10324]

sbigottita è dir poco!
di certo oggi, in questo nostalgico ritorno fra queste pagine non mi aspettavo di certo questa sorpresa!
soprattutto per quel passo da te riportato, che se non ricordo male scaturisce da un duetto. Mamma mia Seb, quelle sono parole nate da uno scatto momentaneo, come vedi anche la versificazione ne risente...

resto perplessa, per questa scelta, e davvero non sento di meritare le tue considerazioni. Apprezzo davvero questo tuo lavoro che tende a valorizzare e allo stesso tempo a semplificare la poesia e le sue innumerevoli sfaccettature.

Ti abbraccio forte e... ti seguo!


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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16/01/2014 08:26
 
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... e invece no, Francesca. penso che Sebastiano non potesse fare scelta più consona per avviare questo lavoro. un pezzo che ha vissuto in prima persona, ha riletto nel tempo, alla luce ogni volta, delle sue conquiste poetiche, delle sue consapevolezze. quale terreno migliore per mettere a fuoco tutti gli elementi dell'analisi che vuole portare avanti. e sono certa che grazie al tuo testo, lui avrà una strada aperta, quando vorrà espandere le sue considerazioni alle strutture di chiunque altro di noi.

in quel momento potremmo dire grazie a lui e grazie a te [SM=g7831]
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05/02/2014 10:51
 
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Ho pensato che è cosa giusta scrivere di seguito questo "punto di vista"
per cui il post iniziale diventa un "work in progress"
Che ne dite?
Intamto l'ho allargato al "suono"


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16/02/2014 07:49
 
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Re:
al_qantar, 05/02/2014 10:51:



Ho pensato che è cosa giusta scrivere di seguito questo "punto di vista"
per cui il post iniziale diventa un "work in progress"
Che ne dite?
Intamto l'ho allargato al "suono"






hai fatto benissimo. molto meglio che spezzettare con i commenti [SM=g8335]

su una cosa, richiamo la tua arrenzione:

Persa
nei volteggi separati da un
decino, tra le penne salate
e un trasloco accorciato, niente
che imbalsami emozioni

non mi suona [SM=g10324]


tra i punti di vista, il suono è, con il linguaggio, quello che per primo mi deve catturare, sia quando scrivo, sia quando leggo. se non trovo ben definiti questi due elementi, per me, non c'è poesia. e di conseguenza perdo interesse al significato, per profondo che sia.

Grazie ancora a te. Ti attendo per il prosieguo della tua interessantissima analisi.

[SM=x2823269]

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19/02/2014 15:50
 
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Re: Re:
fabella, 16/02/2014 07:49:



Persa
nei volteggi separati da un
decino, tra le penne salate
e un trasloco accorciato, niente
che imbalsami emozioni

non mi suona [SM=g10324]

tra i punti di vista, il suono è, con il linguaggio, quello che per primo mi deve catturare, sia quando scrivo, sia quando leggo. se non trovo ben definiti questi due elementi, per me, non c'è poesia. e di conseguenza perdo interesse al significato, per profondo che sia.

Grazie ancora a te. Ti attendo per il prosieguo della tua interessantissima analisi.

[SM=x2823269]





Vuole essere un esempio, Dani, sulla sillabazione, non attenerti al significato o al suono della parola specifico. [SM=g8231]


[Modificato da al_qantar 19/02/2014 15:51]
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05/04/2014 09:10
 
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un uccellino mi ha detto che questo studio verrà portato a modica al liceo artistico e al magistrale. un plauso a te, per questo inizio, che già ha i presupposti per non restare solo un episodio. diamoci dentro e facciamolo assieme, sostenendoci, scambiandoci le idee. per il ruolo che la poesia può avere nelle scuole. Davide Rondoni mi ha incoraggiata. gli ho esposto il mio progetto di portare la poesia in forma facoltativa nelle scuole. tra l'altro una linea già da lui tracciata, in una trasmissione sempre inerente al mio concorso. così ho avuto pieno consenso ed incoraggiamento. ne vado fiera!

e visto che già in questo forum, vi avevo lanciato la palla, potremmo ragionarla meglio, tra coloro fossero interessati, dopo esserci informati della fattibilità, con le dirigenze delle nostre scuole locali.

sarebbe un gran bel progetto...


[SM=g2829700]
[Modificato da fil0diseta 05/04/2014 09:54]
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10/03/2017 16:01
 
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Poi il progetto ne hai fatto qualcosa Dani?
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10/03/2017 23:25
 
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Nel qual caso dovesse riuscire a riprendere forma, per cortesia, se possibile: rendetemi in un qualche modo partecipe. Che bello, grazie
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