Sìsìsìsìsììsìsìs scatenatissime.
D’altra parte, o meglio, unicamente per questa sezione del forum, siamo in un laboratorio. Notando l’uso abbondante di possessivi o soluzioni sintattiche prive di sintesi, sorge il dubbio che dietro si celi qualche strascico di ingenuità poetica. Proprio perché le suddette caratteristiche sono per lo più comuni ai poeti che ancora non hanno maturato appieno il loro modo di scrivere. Per questo è un po’ "nostro dovere” sondare il terreno. Anche per riguardo a chi in questo forum si è fidato di noi che abbiamo sempre indicato di limitare l’uso di aggettivi di ogni tipo e di asciugare linguaggi ridondanti. Ma tu ci motivi razionalmente tutte le tue scelte. E per questo è molto utile leggere le tue consapevolezze sulla sintassi e sulle costruzioni per seguire come dici: la “mia” musicalità
(dove questa volta, l’aggettivo mia non va letto sicuramente con valenza universale… LOL)
E quello che ci spieghi molto bene, risulta utile anche a me, come supporto a motivare l’evoluzione della mia ultima scrittura, dove vado in modo del tutto naturale (nel senso di una consapevolezza così radicata che mi permette di generare inconsapevolezza) a trasgredire alle regole della poesia, che ho sempre enunciato e continuo ad enunciare a coloro che certe consapevolezze non le hanno ancora acquisite o consolidate. In fondo, tutto lo studio che ho fatto (e un po’ invito ognuno a fare), è sfociato in una recente scrittura del tutto improvvisata. In realtà devono esserci basi ben solide per potersi permettere di scrivere qualcosa di buono (ammesso io riesca a farlo)in condizioni di libertà estrema. Se non tutta una ricerca precedente di perfezione. Non meno che in tutte le discipline artistiche d'altronde.
Concludo con una domanda tecnica d’uopo, sennò si lascia qualcosa in sospeso.
notturnoop09, 25/05/2014 12:09:
Invece, rileggendola, trovo "claudicante" la mia poesia in altri punti.
In una musicalità d'insieme che, in più versi, sembra quasi "arrancare".
Non so.
quindi se Annamaria non ne ha azzeccata una
dicci tu dove ti sembra di arrancare...
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)