@ i ragazzi tornavano alla droga o morivano, nella maggior parte dei casi. e spesso ci chiedevamo: ma che stiamo qui affare? la risposta era la seguente. anche se uno, uno solo fosse recuperato, ne sarebbe valsa la pena.
Indubbiamente. Poi in quel caso sono convinta di una cosa: il lavoro della parola è essenziale ma non può essere miracolosa quando questi ragazzi, quando escono, trovano lo stesso mondo che hanno lasciato fuori se non peggiore, vale a dire senza interventi politici mirati a cominciare dal diritto a un lavoro; quindi non è fallimentare il vostro supporto ma le crepe sono nel tessuto sociale in cui bisogna recuperare dei valori forti e qualche spiraglio per il futuro, altrimenti sì che ricadono nello stesso circolo vizioso. Inoltre la forbice è sempre più ampia tra chi si può concedere tutto e anche il superfluo e chi non può avere neanche il necessario per arrivare in fondo al mese, e questo incrementa anche i furti compresi quelli per fornirsi della droga.
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)