Francesca Coppola:
sento molto questa tua. Il femminicidio come marchio triste di questo periodo in particolare. Scuote per qualche giorno le menti, poi tutto nel dimenticatoio fino all'ennesimo fatto di cronaca, arricchito di particolari morbosi e quel "si poteva evitare o prevedere" fa più male di un coltello. La poesia, quando riesce a fuoriuscire da noi universalizzando i concetti ma esprimendosi pur sempre attraverso il nostro occhio, ecco quando riesce a fare questo è poesia sociale,cocente, potente. Mi piace per il suo dire fluente avendo contenuti così "pesanti"...
E pensare, cara Francesca, che sulle cose che ho scritto sul femminicidio c'è qualche maschio che si è affannato a negare che esista tale fenomeno. E in quanto allo stanking idem. Alzando la cresta col dire che anche le donne uccidono o fanno stalking.
Sebbene i dati registrino un fenomeno in diminuzione, a me non sembra, sarà perché, come dici tu, tante tragedie si potevano prevedere e tante si potevano evitare, quindi sono donne uccise due volte: da un balordo e da chi non applica pene e rimedi severi anziché il ridicolo provvedimento di invitare il carnefice a non avvicinarsi alla ex di turno. E' come lasciare la nutella aperta sul tavolo col dire al bambino di non mangiarsene una cucchiaiata.
Grazie della condivisione. Sì, ho ripreso temi che tornano puntualmente a farmi scrivere in varie forme ma, al di là dello stile, bisogna dar voce a questi argomenti, la poesia non esula dal contesto sociale in cui viviamo anche se indirettamente i turbamenti.
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)