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Tiziana Cera Rosco

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2016 09:06
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25/01/2016 10:40
 
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rubo da fb le parole di Tiziana
(voglio condividerle con voi)


Tiziana Cera Rosco
25 gennaio 2015 ·

Rientro dalla fiera di Bologna dopo aver visto di ogni e con la convinzione sempre più limpida che se nella tua vita non lavori all'Opera, hai voglia a fare. Se non c'è Opera, non c'è destino. E se non c'è destino, nessun artista è esemplare.
L'artista "muore" nell'opera perchè altrimenti l'opera non nasce.
Galleristi per favore lavorate, non state a scimmiottare Vanna Marchi raccontando il nulla su pezzi da nulla per venderlo a persone da nulla.
Mediate. Se non vi va di avere a che fare con l'arte, ma solo col denaro, fate altro, partecipate ad altre fiere. Riprendetevi il ruolo e scegliete, rifondate non l'idea di gusto e originalitàcosì estetizzate e cosi care al design, ma di bello, di qualcosa che parli, di valore. Di esemplarità.
e voi curatori, cosa avete da curare, cosa avete da prendervi cura di qualcosa se questo qualcosa non esiste?
Si cura solo l'Opera. il resto è cadaverismo.
Io ne ho viste alcune ed erano Bellissime. Hanno spento i rumori e mi hanno rimesso al mondo.

Tiziana Cera Rosco C'è un bellissimo libro di Sgalambro l'arte non è dio, ma il passaggio. Il discorso è lunghissimo e bellissimo da intraprendere facendo, realizzando l'Opera. E la consapevolezza snoda man mano il suo osso unico. Senza lo spirito anche la consapevolezza è una campana che suona a vuoto. Sembro una Ciellina hahahaha ma dico la cosa più seria , distruttiva e costruttiva che so. E siccome si muore bisogna anche umilmente avvicinare le cose consolandole per quelle consapevolezze che spezzano e gettano pezzi nel mondo, senza legame, abbandonati alla violenza di quello che si intuisce ma che lacera con la sua aspettativa che non si risolve. La psicoanalisi vorrebbe curare con mille parole questi movimenti risolvendoli in distribuzione delle colpe e delle forze. Ma qui c'è da essere spericolati. L'arte può. E per alzare il tiro di questa edificazione bisogna che sia vicino a tutte le perdite. La consolazione non è l'ultima parola, come non lo è l'abbandono o la perdita. L'ultima parola è l'Aperto. L'Aperto è Dio. È questa cosa spericolata, 'con tutti gli occhi la creatura vede l'aperto' Rilke dice così. Ed io lo ripeto incessantemente
28 gennaio 2015 alle ore 9:46 ·
[Modificato da fabella 25/01/2016 10:41]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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