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La vita di un uomo qualunque

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2017 12:18
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11/03/2017 04:16
 
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Riguardo alla contaminazione...



La parola " CONTAMINAZIONE " è spiegata sopra : GELOSIA per un verso bellissimo, ormai non più utilizzabile, poichè opera altrui.

catrini





Ciao Franco,
è un grandissimo piacere averti ritrovato, chiesi a suo tempo ad ABY della tua assenza, mi rivelò del tuo operare su " FIORI DI POESIA " assieme a " Rosannaversolibero ".Sono venuto ed effettivamente eravate
nel forum.
Poi non ne ho saputo più nulla.

E' tutto vero quello che affermi, certamente allargherei le mie vedute sul fare poesia, ma resto fermo sul mio concetto di evitare contaminazioni.
Perciò tutto ciò che esce da me è frutto di esperienze personali :





Renato, questo è un tasto dolente già toccato in altri luoghi: ricordo che una volta ti criticai per il tuo disinteresse verso la poesia altrui, e tu mi rispondesti con... la fuga su FB.
Poi tornasti, per fortuna. Ma, sfortunatamente, con lo stesso disinteresse verso i versi degli altri.
Un social ha senso se è basato sull'interazione.
Diversamente, se prevale l'aspetto narcisistico e basta, non ne capisco l'utilità nè per gli altri né per te stesso. E' la stasi, il non confronto, la non crescita.
Possiamo scrivere il verso più bello del mondo, ma non ha senso se lo esibiamo come il bellissimo uccello esibisce le sue penne di pavone.
La poesia è sentimento, carne e sangue, ferite e gioia, contemplazione, rimpianto, indignazione e denuncia, sublimazione e amore.
Sì, amore.
E l'amore è tale se non è a senso unico.

Vedi, caro Renato, come piace a te essere letto, piace anche a ognuno di noi. Inoltre, ci piace ricevere un feedback, tanto per non fare come quel prete che la messa lui se la canta e lui se la suona.
Tu tutto questo lo ricevi, penso sia giusto anche darlo, non ti pare?
Sai, è terribile leggere in risposta a chi ti domanda cosa intenda per contaminazione: "Qualsiasi pensiero che non venga da me".
E' l'apoteosi dell'IO. O così lo fai sembrare, se non fosse che io riconosco che sei vittima della tua stessa fobia, e mi dispiace, soprattutto per te. Perché non sai cosa ti perdi.
Non che tu perda non leggendo le mie (tra l'altro non ne ho pubblicate da lungo tempo), ma alcune poesie dei nostri amici di percorso a me danno tanto in termini di bellezza o/e in termini di umanità e sensibilità.

Tu scrivi:
"""come l'ultimo verso se l'avessi preso da altri, non sarebbe più stato " farina del mio sacco " """.
Ma scusami Renato, anche noi, anche tutti noi mettiamo nelle nostre poesie farina del proprio sacco.
Diverso è per chi vuole plagiare o copiare: quello è e resterà sempre un misero, non un poeta seppur dilettante.
Però io credo di capire in cosa consiste la tua fobia:
tu temi che, se leggessi le poesie degli altri scriventi, qualche verso possa rimanere nella memoria inconscia e possa, un domani, inconsapevolmente, in modo non voluto, insinuarsi tra i tuoi versi.
Beh, questo può succedere, almeno una volta, a tutti, ma nessuno griderà allo scandalo: ripeto: ben altra "pasta" maneggia chi plagia e lo fa volutamente, per sua povertà di spirito.
Non è il caso tuo!

E poi sei già, anche tu, CONTAMINATO: non importa che tu abbia frequentato le scuole o che sia autodidatta: di certo hai dovuto leggere qualcosa e qualcuno, non mi dirai che non hai letto Pascoli o Leopardi o Petrarca o Dante?

Tu parli, giustamente, delle tue esperienze, tipo il brefotrofio, ferita lacerante e mai guaribile che la poesia ti aiuta a metabolizzare; ma, come giustamente ti dice Franco, ognuno ha le sue, chi più chi meno, ferite più o meno profonde, e d anche le nostre cicatrici hanno bisogno delle tue carezze.
Vogliamo dimenticare la poetessa Alda Merini? E la condizione del manicomio? Non ha forse anche lei un ventaglio d'anima a trecentosessanta gradi da raccontare?
Non è anche la sua voce un grido, una preghiera, un elargire amore?
Cosa fai, le volti le spalle?
Ti chiudi gli occhi?
Ti chiudi le orecchie?
Ti chiudi nel tuo io e continui a impastare la farina del tuo sacco?
Ma hai mai pensato che, se anche ognuno di noi, si rifiutasse di leggere le poesie altrui per paura della CONTAMINAZIONE, le tue poesie non verrebbero mai lette da alcuno?


Ti lascio ponendoti una domanda, alla quale desidero una risposta:

Qualora Tu, invece di essere un Compositore di Poesie fossi un Compositore di Musica, ti priveresti forse di ascoltare la Musica (che tu tanto ami) degli altri Musicisti, per paura della contaminazione???


Ciao da Rosanna













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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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Post: 10
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11/03/2017 12:18
 
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Grazie Rosanna per avere evidenziato la parola " CONTAMINAZIONE "
era TERRORE come Franco aveva concluso il concetto.

E' un piacere risentirti, già la parola è tua immagine !

catrini
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