Ecco, se dovessi azzardare un'ipotesi, direi che quel seguire il
doppiaggio dà l'idea di uno straniamento; le voci diventano suoni
mentre la mente è altrove, la mente non vuole capire e il
significato è viscido, sfuggente e minaccioso. Per questo motivo
uno (una) pensa al doppiaggio, un po' come faccio io quando un film
giallo diventa terrificante, la fanciulla nella doccia sta per
essere accoltellata, allora penso al set in cui si recita la scena
del film, penso alla cinepresa e alla poltroncina del regista.
Fin qui, la prima strofa, che dà il senso di qualcosa che incombe.
Poi nella seconda strofa sembra quasi tornare un po' di lucidità,
eppure permane l'indefinitezza, e quindi pensare ad una data (un
appuntamento) potrebbe significare ritrovare il controllo della
situazione o almeno ritornare a pensare al futuro.
Ma la poesia si interrompe, con l'interrogativo su cosa significhi
tutto questo.
"L'urlo" di Munch secondo me esprime qualcosa di analogo.
[Modificato da Falkenna 19/06/2020 15:56]