13 marzo

Sono ferma a Napoli,
alle tempeste annunciate dal settentrione
alle balene gentili che la presenziano
alla panchina rossa in ricordo o in omaggio

Sono ferma allo jamm jà di un ducato bianco,
al cliché incorniciato, carta nel golfo,
al suo richiamo per i tutti i Lucifero
che ha reincarnato

Impantanata nel cielo fetido di un rogo
scugnizzo amaro quel sorriso
trippa al porto, petrolio troppo caro

Sono incatenata alla sua immobilità
perché se l'arco borbonico mollo crolla
e poi su qualcosa di più antico riemerge
Napoli dalla stretta vita, déjà vu di ciechi
anima nera con le sue mani da portare addosso

Sembra una poesia arroventata dall'insofferenza, oserei dire

dall'odio.

Sono ferma...incatenata....impantanata.....tutte affermazioni che

rivelano una situazione intollerabile e senza via d'uscita.



Napoli dalla stretta vita, déjà vu di ciechi
anima nera con le sue mani da portare addosso


Molto forte la chiusa.

🌿

Grazie del passaggio☺️, innanzitutto.

Sì, decisamente vive di paradossi, contraddizioni, la città ed io con lei. La voglia di fuggire, la forza di non riuscirci, l'amore incondizionato, la bellezza preservata e distrutta. Gli occhi che si rinnovano e mai dimenticano.
Mai odiata, l'insofferenza è per chi la mortifica.

Ancorata sempre a lei.
Nonostante tutto e tutti.

Leggo autori molto interessanti, poesie che stupiscono e aprono a mille mondi e situazioni con linguaggi molto originali e interessanti.
Complimenti anche a te.