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Poemetto animale, vegetale, minerale

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2020 07:30
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03/09/2020 23:08
 
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(avevo fretta di pubblicarlo, anche se deve ancora sedimentare)😅


I

sono animale nella forma sotterranea delle ossa
invisibili alla vita e alla morte
ferme al rifiuto del cibo e della fame
selvatica, acerba. allappo la bocca di chi mi parla
socializzando con la pietra e mi nascondo
tra le fessure di una vita precedente

ho parti animali ovunque, pudori sconsacrati
nuda alla mia ferocia contro il sole

animale nella forma più notturna, per quanto odio il sole

il suo corpo riflesso d'ombre tracciate come fronde
così statiche oggi, per cui non riesco a immaginare la notte
resto invisibile a questo sole invasivo di buone intenzioni
mi confondo con le muffe del muro, col tannino del legno
e lo spargere di vecchio ogni superficie

sono animale come mio padre e mia madre, dietro la collina
a riposare aperti a una finestra verso il monte (in corso di modifica)

(con chiusura minerale)


II

sono vegetale nella forma dell'estate che profuma
le gemme di pioggia da ballare al tocco del sambuco
contrastando col sapore dell'inferno: una masticazione innaturale
di plastiche adesive e fumi deglutiti dal cielo e dall'aria

così vegetale, al cospetto dell'orto e delle stagioni
degli aromi raccolti nella foresta per fare liquori
con la bocca splendente frutti acerbi e speranza
di avere legna secca e acqua da scaldare

negli alberi, genuflessa al vento, tenera al ramo
proteso del sole; ma io rifiuto il sole seppure mi apra gli occhi
sugli ibiscus all'alba, col bombo a visitarli uno a uno

senza masticare, succhia come si succhia il giorno che si appresta

talvolta mi sento bosco intero, ripido di rami sulla casa
abitato da piccoli animali elastici, volanti, musicali
canti d'uccelli imitati dalla ghiandaia, mentre la foglia
vacillante si stacca verso il suo precipitare

(e attende l'inverno)


III

sono minerale nella mia forma indelebile, inodore, in ogni assenza di pudore
vapore, nuvola. lacrima perpetua pigmentata d'arcobaleno
un miscuglio terra rossa che sa di vino, come il colore della nostra fine

e minerale nella bellezza della mia unica goccia, per millenni
acuta, lenta, tesa a abbottonarsi al suo stesso sedimento
come spina vertebrale insinuata dal profondo, affiorante, esposta
seppure sotterranea rilascia il verso di un corpo che vola

sono la sottrazione della roccia cavata pezzo a pezzo
poi posata per diventare casa, radice, smeraldo, venatura
fondamenta fino al piede rimasto tra la cantina e la salita

mi attacco come pulviscolo al greto del ruscello
poggiando i piedi sui massi in rilievo per salire verso la sorgente

- e bere

acqua minerale e un ricordo di raggi a scomporre la luce il sole

(lo stesso sole che oramai non amo)









[Modificato da fil0diseta 23/09/2020 08:14]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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