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Poemetto animale, vegetale, minerale

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2020 07:30
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05/09/2020 15:49
 
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Re:
fabella, 03/09/2020 23:08:


(avevo fretta di pubblicarlo, anche se deve ancora sedimentare)😅


I

sono animale nella forma sotterranea delle ossa
invisibili alla vita e alla morte
ferme al rifiuto del cibo e della fame
selvatico, acerbo. allappo la bocca che mi parla
socializzando con i muri di pietra e mi nascondo
tra le fessure di una vita precedente

ho parti animali ovunque, pudori sconsacrati
come recitassi nuda, la mia ferocia alla vista del sole

sono animale nella forma più notturna, quando odio il sole

il suo corpo riflesso sulle ombre
disegnate come fronde sullo sterrato che sale
così statiche oggi, che non riesco a immaginare la notte
questo sole che invade di buone intenzioni
vede negarmi alle buone intenzioni

così resto invisibile sopra ogni cosa
a confondermi con le muffe del muro, col tannino del legno
tutto ciò che spande di vecchia vita le superfici

e sono animale come mio padre e mia madre
dietro la collina dove sbuca il sole
aperti a una finestra verso il monte

(con chiusura minerale)


II

sono vegetale nella forma del pruno
dell'estate che profuma le gemme di pioggia da ballare
d'ombra e rami sulle spalle e la veste
con il suo ondeggiare al tocco del sambuco che contrasta
con il sapore dell'inferno, di fumi devoluti dal cielo e dall'aria
una masticazione innaturale di plastiche adesive

così vegetale, al cospetto dell'orto e delle stagioni
degli aromi raccolti nella foresta per fare liquori
a colazione con la bocca che splende tutti i frutti acerbi
speranza di avere legna secca e acqua da scaldare

e nella forma degli alberi, genuflessa al vento tenera al ramo
proteso del sole, anche se la mia pelle rifiuta il sole
lo stesso che mi apre gli occhi sugli ibiscus all'alba
e il bombo a visitarli uno a uno, senza masticare

succhia come si succhia il giorno che si appresta

talvolta mi sento bosco intero, ripido di rami sulla casa
abitato da piccoli animali elastici, volanti, musicali
l'imitatrice, detta ghiandaia, me li recita tutti
mentre la foglia vacillante si stacca verso il suo precipitare
calda di fermento con le altre foglie, gode della sua ombra chiusa

(e attende l'inverno)


III

sono minerale nella mia forma indelebile e inodore in ogni assenza
di pudore inatteso. vapore, nuvola, lacrima perpetua
con tutti i pigmenti dell'arcobaleno che messi insieme
assumono una tinta terra rossa che sa di vino

come la nostra fine: un miscuglio tendente a un solo colore
grigio cenere. che grigio cenere diventeremo

sono minerale nella bellezza della mia unica goccia, per millenni
acuta, lenta, tesa a abbottonarsi alla goccia che sale
come spina vertebrale insinuata dal profondo, affiorante, esposta
seppure sotterranea, che rilascia il verso di un corpo che vola

e minerale in forma di sottrazione della roccia cavata pezzo a pezzo
poi posata per diventare casa, radice, smeraldo, venatura che funge
da fondamenta fino al piede rimasto tra la cantina e la salita

mi attacco come pulviscolo al greto del torrente
solcante il fosso di Pregalorga
poggiando i piedi sui massi sporgenti
per risalire alla sorgente -e bere

acqua minerale e un ricordo di raggi
che scompongono la luce il sole

(lo stesso sole che oramai non amo)




Al tredicesimo che mi sono persa.

Sei sicura che è quello che volevi che io pensassi che tu volevi che

io provassi? [SM=g8231]


🌿




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