E nel crepuscolo erro fra latebre
ombrose che la tormenta disfrena,
algide, ignee, s'aprono palpebre.
Arido il silenzio avvelena
lande motose sotto la neve
e non bramo la pace - orbata
ne è la misera vita - o la breve
oblivione dal sogno donata.
Un fiero nume sommerse nel sangue
il destino. Empi i suoi riti,
i voti nella tenebra esangue,
lambente orizzonti ischeletriti.
E non agogno neppure la morte,
vetta cui mena troppo arduo calle,
inane speme a serrate porte.
S'addensa terrea bruma nella valle..
Io sono Nessuno.