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da "incarnato multiplo" (2014)

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2021 01:40
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27/07/2021 08:15
 
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questi pezzi sono pubblicati sparsi sul Forum
qui li ho raggruppati e fanno parte di una raccolta più ampia intitolata "Incarnato Multiplo"











incarnato singolo (l’ubriacatura)


(festival di Sanremo)

e alone di Brunello e camiciola
e strana la risposta
è di un gradare, e non gradire
nel senso alimentare
ma  che alimenta la condizionale
di vita e di presenza. di dipartita
non senza/catena e scatoletta
di latta e il sofficino da scongelare
come te che scongeli
le ali
e voli dalla parola data, sulla non data
e verbo se dio vuole –concepimento
unito all’aria che ti cerchia
fa da trasmissione, verso i compianti
-telespettatori
mentre chiedi il permesso di cantare
Babilonia, dandoti da fare




































(la biblioteca)

solo per somigliarmi attenderò
complementi
per arredarmi le labbra di carne rossa
e cancellarmi, visto che la penombra
ha cancellato il muro
con una mano di sostanza
come di sotterranei
accavallati nella corsa
dalla mattanza di una sposa
verso i petali di rosa
dalle scale cerchiate d’aloni
affannati, dalle citazioni
di un respiro che inspiro
che è silenzio di una biblioteca
che sfiora, che accarezza,
solo col rumore di pelle
sulla mia pelle
fotografando, fotografando
la mano di Dio
i nostri cento anni e dici
t’amo, o mi dici – che strazio!
forse alle periferie, mie
metafisiche. parametri che inoltrano
pneumatici sull’orlo della nebbia
s’affetta, s’affetta
e non è il particolare al profumo
d’olio essenziale
di geranio


























(il giro in vespa)

mi pinzi un nastro per le proporzioni
la gonna riccia come i capelli
come la rete degli uccelli
che m’impiglia, stringe la vita
come una vespa e due aspirine
per aprirci al freddo di un venerdì
di Pasqua, che sa di corsa, che sa
di pancia nuda, sa di mani
aggrappate, sa d’orecchio
destro alla tua schiena
potrei insegnarti
ad intagliare il gesso
come in Marocco
con la sigaretta in mano
l’occhio flesso
o disegnare muri
come i monelli
in questo emancipato muro della scuola
o prova a dirlo coi tuoi genitori
-datemi la parete del salotto
ci voglio disegnare, quel che mi pare
forse un serpente in erezione
evidente
o un cardinale con una svastica tatuata
rovesciata





























(oltre l’ovile)

e s’accavalla e frulla
volando la farfalla
la pecorella balla e conta i letti,
le spine degli umani
s’affranca come un francobollo
la capretta, lasciando il suo odore
sulla roccia
mentre la donzella col ferro a vapore
quante cose, quante cose
i numeri, le spighe, il cerca persone
e trasgredisce
vignette della vita
mentre stira
la camicia
e fossi Fred Astaire sulle rotaie
nel suo ballar leggero
ti troverebbe mobile, con i fogli in mano
che scendi nel cortile
senza fumare
allineato prendi
la posa alla ringhiera
che scellerata quindi
non riposa
sfiorando fioriture in primavera
la spalla alla ragazza
e fai l’equilibrista
il cieco sulla pista
sgombra
t’arrovelli
saltellano sui passi del Vangelo
le anime di cera
la fonte ispiratrice resta
il sonno nella gabbia
delle tue ciglia




















(i bagagli)

ho una versione leopardata della mente
e mi consente le arie mobili
le inclinazioni al canto
anche se muto e mi colora
dentro le labbra del pensiero
divento sistematica
dalla cadenza m’allungo, fuori
sul quaderno con la penna
segno la mia confusione
una materia solita mi porta
ad una certa confidenza
titoli in evidenza
le stoffe da compare per colori
ed i completi a fiori
la spiaggia ha da fiorire
per fare le fotografie
allo sbocciar d’estate
coi pastelli
ruvida, mi sento ruvida
su carta ruvida
su nelle onde il cielo nell’incontro
come un tramonto
e il numero dei bagagli, il contenuto
gli abiti svestiti, ancora
imbastiti
senza fertilizzante, sono le piante
da innaffiare, l’oro
da consegnare, la mente che pensa
alla crema solare, al repellente
ad un quaderno di enigmistica
al trucco, le collane, l’intimo, le aspirine
da ricordare






















(il ballo lento)

il massimo dell’espressione mia
è l’orlo balsamico, la terapia
di una gonna aromatica
il gancetto chiuso stretto sulla schiena
che m’accarezzi
mentre balliamo lenti nel corpo
stanza. vedo il particolare che decolla
dal coma clinico
verso una grande bolla
che rimbalza nel ribollire. ridi
dei miei bicchieri, delle mie forchette
in questo angolo personale, vedi
rincorreremo la follia che resta
dalla spalle ai piedi, mentre balliamo
per decimare il vento, le facce scure
le braccia, conserte nel dolore. e come
colombina a festa sarò, un nastro azzurro
sulla vita stretta, i capelli da fermare
con la cresta
come non apprezzare


































(beati o santi)

non siamo pronti
al volo in alto, alla stringatura
che incrocia lo stivale in verticale
allora il verticale sarà
un errore. un’abbondanza
che non si stacca dall’airone
che arranca sulla pista
ad un motore, tossicchia con il becco
rosicchiato, sbattuto
allo sterrato, sabbiato
alzato, per grazia ricevuta
sull’onda, di una spanna
sembri inzuppato, beato
a bollicine, nel senso ascensionale
ed esci a respirare, esplodi
incontro all’aria, il prato
che bevi nel bicchiere
a lato, mi prendi sul tuo palmo
in giravolta, melodrammatica
dove compaio acerba ballerina
da carillon, poco acrobatica
sintetica, scorbutica
meglio sentirmi leggere il sudario
la vita dei santi, facendo
un passo avanti, per ogni santo
del calendario

























[Modificato da fabella 27/07/2021 08:17]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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27/07/2021 13:18
 
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ma quanto mi piace?
tanto tanto

🤗🌼
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Post: 3.274
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28/07/2021 07:03
 
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Re:
pierrot21 (lRYY210612), 27/07/2021 13:18:

ma quanto mi piace?
tanto tanto

🤗🌼



Grazie!!!

nella mia continua ricerca del linguaggio, questo, per il mio sentire, è stato il momento più interessante. scrivevo in modo battente con e senza penna, sulle arie del "periodo bianco" di Battisti, lasciandomi influenzare dalla libertà con cui il suo paroliere(Pasquale Panella) usa le parole



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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Post: 29
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29/07/2021 01:40
 
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si sente la liberazione
scorrono mai banali permettendo però la condivisione

Panella lo ricordo anche io ai tempi...e non solo allora

buonanotte
ciao
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