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23/12/2007 00:42 | |
fil0diseta, 22/12/2007 9.24:
Le mie son solo l'armi di chi fugge
e mette il freno innanzi a nuovi mondi
per quel sì caro, ignaro, che distrugge
talora gli entusiasmi più fecondi
Ma è tempo di mutar la strategia
inghirlandata con fresca energia!!!!
E dunque così sia.
Fuggiamo insieme e non usiamo freni
per nuovi mondi, galassie, universi,
privi di noia, bassezze, veleni
e ricchi di orizzonti nuovi e tersi.
Corri, gentile, corri ed a me vieni:
voliamo sulla scia dei nostri versi.
Volare dentro te m'è più soave
di una moderna e angelica astronave.
[Modificato da Antonio Fabi 23/12/2007 00:43] |
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26/12/2007 16:28 | |
Si scomodano angeli e universi
nuovi orizzonti e tronfia sicumera
sulle castronerie si riempion versi
foggiando donna simile a chimera
anche se i fini non son mai diversi:
volarle dentro (ahimè!) per una sera.
Io che aborrisco tali farisei
solo i tuoi neri occhi faccio miei.
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26/12/2007 18:46 | |
GRRRRRRRRRRR
Per una sera solo -dici- Greco?
Sei recidivo, ma non come il Diavolo;
Sarò io fariseo, ma tu sei cieco;
o, se ci vedi, non capisci un cavolo.
Ella è Sirena, è Circe ed è Chimera;
è Alcina, è Armida, è fata è bajadera:
per me ci vuole ben più d'una sera,
né basterà -lo so- una vita intera.
Perseveri non come Belzebù,
dicevo, dunque, Ellenico bilioso,
ché non possiedi tanto genio, tu,
da essere altrettanto spiritoso.
Invece Lei è buona Diavolessa,
forte, mordace e al contempo dimessa;
l'abito muta, ma è sempre la stessa,
sì che a corte l'ho di diritto ammessa.
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27/12/2007 00:13 | |
Non sono certo io ad esser cieco,
ma tu che scrivi e non ti rendi conto
di come il tuo armeggiar è stolto e bieco
e ti presenti ad ella come un tonto.
Allora io credo, quando affermi lesto
“volare dentro te m’è più soave”,
che il tuo dire sia solo un pretesto
par fare di metafora astronave.
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28/12/2007 00:48 | |
Metafora sarà, pretesto pure;
non va turbata la riservatezza.
Solo zucche (la tua lo è) assai dure
adoperano simile bassezza.
Ritengo che ti servano le cure
di un Procuste, di grande robustezza,
per spirito e per corpo che hai malati
e per i versi insipidi e sciancati.
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28/12/2007 19:52 | |
Se tu avessi (ahimè!) il cervello lesto,
sì come quelle rime adulterate
che adoperi per trarne buon pretesto
e scrivere codeste bischerate,
t’accorgeresti che qui di malate
son solo le tue rime debosciate.
In altri tempi ormai molto lontani
non mi sarei fermato a questi versi,
per quanto possano essere avversi
di certo non rimpiazzano le mani.
Ma ormai l’assennatezza dei miei anni
unita ad una certa indifferenza
fan si che con la mente io condanni
qualunque forma reale di violenza.
Ciò nonostante il sogno mio più aperto
è vederti di cacca ricoperto.
Ah! Quasi dimenticavo;
per inciso, io non sbavo.
[Modificato da el_greco 28/12/2007 20:48] |
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28/12/2007 20:46 | |
Perbacco qui la scena s’è infiammata
mi sa che occorre una precisazione
o vi date entrambi una calmata
o questo post cambia destinazione
(Magari in certamina è più acconcio
ma senza broncio!)
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28/12/2007 21:56 | |
Poeta graeculus, ciò che vuoi faccio,
venendo incontro al tuo pio desiderio:
vuoi ricoprirmi in quel modo sul serio?
Basta, mio caro, soltanto il tuo abbraccio.
[Modificato da Antonio Fabi 28/12/2007 22:00] |
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28/12/2007 22:39 | |
Urge che qui si cambi di criterio
ed adottare un altro canovaccio
oppure scatenare un putiferio
abbrustolendo questo gallinaccio.
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29/12/2007 19:48 | |
T'ispira, Greco, forse il climaterio?
Somigli proprio a una statua di ghiaccio.
Lascia perdere ingiuria ed improperio,
o preferisci che il mio invitto braccio
lasci la pennna e la folgore afferri?
Detto altrimenti, vuoi che ti sotterri?
Per sport alme d'eroi travolgo all'Orco;
ma qualche volta le mani mi sporco.
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31/12/2007 14:14 | |
O buon Antonio cerca d’esser serio,
non formulare minchiate a casaccio
adotta un benché minimo criterio
se proprio devi toglierti d’impaccio.
E se l’attacco saldo tosto sferri
non c’è speranza ch’io deponga i ferri.
Alle tue baggianate il naso storco
ed alla cara dama un bacio estorco.
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01/01/2008 01:23 | |
"Crierio", "serio", Greco, ti ripeti.
Stai biscicando una giaculatoria
come quelle che recitano i preti
e le prefiche mandano a mamoria.
Benché non vi sia storia,
in questo scontro ch'è carneficina,
Rullianus, Giusti e Belli sono lieti
dell'estorsione imposta alla Divina
con quei sistemi che ti son consueti.
Sarà vera baldoria
per me fermare il tuo violento attacco,
come toccò al Califfo di Baldacco.
E, s'io subirò smacco,
non opterò giammai per l'harakiri,
ma mi dirò: "Perché non ti ritiri?"
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07/01/2008 13:16 | |
Mio caro Antonio devo esser franco,
anche se il battibecco è assai spassoso
tu per la verità mi sembri stanco
ed il tuo verso poco fantasioso
Natale burrascoso?
Sarà che la Divina che tu invochi
ha disertato questa nostra stanza
e disdegnando ahimé i nostri giuochi
ne prende anche la debita distanza?
Lo trovo assai curioso.
La tua semplicità non ha confine
non penso a ritirarmi sull’Isonzo
e più che a un samurai la tua fine
associo a quel tal Bruno … o ad un bonzo.
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13/01/2008 20:02 | |
S'io sono stanco, tu sei stanco morto,
fiaccato dalla stessa tua zavorra.
Hai perso un verso e non ti sei accorto;
è tardi, a nulla giova che tu corra.
Non sono acrimonioso:
a te un velo pietoso.
La bella tornerà, ma in altro ambiente,
del quale solo io tengo la chiave,
ma, tuttavia, sarò ancora clemente:
ti spedirò verso il "glorioso" Piave.
Se vorrai confrontarti con nessuno,
ti scorterà l'originale Bruno.
[Modificato da Antonio Fabi 13/01/2008 20:04] |
| | | | Post: 212 | Amministratore forum | | OFFLINE |
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14/01/2008 09:31 | |
Tornerò, ma mutilata
e per questo, tanto vale
che la chiave posseduta
sia di un valido ospedale
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15/01/2008 00:02 | |
Coscia, nido d'amor, il vello bruno
di lei precedi, delicato e morbido,
e l'occhio mio si fa umido e torbido.
Ciò che io scrivo crede inopportuno?
...
Forse lo è, se rude ingessatura
ancora oltraggia la di lei figura;
ma chiavi, serrature, torri, porte
per lei abbatterò (però, che forte!).
[Modificato da Antonio Fabi 15/01/2008 00:03] |
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25/01/2008 12:24 | |
Dolce creatura di enigma ammantata
tra spire avvolgi queste membra inquiete
lascia che la mia brama sia chetata
e alla sorgente plachi la mia sete
vorrei solo sfiorare con un dito
quei piccoli piccioli tuoi di seta,
nella passione diventar più ardito
e offrirti la pienezza più completa.
alfine io sia dall’estasi piegato
dell’osservar il corpo tuo perfetto
si’ come statua di marmo pregiato
che non contempli il minimo difetto
porgimi la tua chiave o mia signora
fa che io possa entrare senza indugio
che questa lontananza mi addolora
solo nelle tue braccia ho il mio rifugio.
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26/01/2008 18:36 | |
Sedici versi, Greco, molto intensi:
meriti proprio d'esser messo in coppia
se non a Quella cui tu tanto pensi
quanto meno all'amabile Renoppia.
[Modificato da Antonio Fabi 26/01/2008 18:37] |
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27/01/2008 16:13 | |
E chi ti dice o nobile signore
che non sia lei l’amazzone cercata?
Anche se il mio rimpianto in ella muore
per me rimane sempre la più amata.
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| | | | Post: 216 | Amministratore forum | | OFFLINE |
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01/02/2008 09:44 | |
el_greco, 25/01/2008 12.24:
Dolce creatura di enigma ammantata
tra spire avvolgi queste membra inquiete
lascia che la mia brama sia chetata
e alla sorgente plachi la mia sete
vorrei solo sfiorare con un dito
quei piccoli piccioli tuoi di seta,
nella passione diventar più ardito
e offrirti la pienezza più completa.
alfine io sia dall’estasi piegato
dell’osservar il corpo tuo perfetto
'sì come statua di marmo pregiato
che non contempli il minimo difetto
porgimi la tua chiave o mia signora
fa che io possa entrare senza indugio
che questa lontananza mi addolora
solo nelle tue braccia ho il mio rifugio.
E m’addolora, aver le braccia vuote
seppure siano schiuse le mie stanze
scrosciante questa assenza mi percuote
ed assottiglia tutte le speranze
che le sol vagheggiate tue carezze
sul raso opposto a quel tocco più lieve
possano divenir soavi certezze
nella mia carne bianca come neve
E tu piegato all’estro più rovente
sotto i panneggi lucidi di seta
trovi la chiave che apra ogni battente
e la mia culla sia la sola meta.
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