È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

il "duende" negli autori di Calliope

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2009 14:32
Email Scheda Utente
Post: 709
OFFLINE
18/05/2009 22:51
 
Quota

Credo che ci sia un suono ad accompagnare ogni parola ed ogni verso, e credo che questo suono sia proprio all’origine della parola stessa.
Immaginiamo per un attimo che in un luogo primitivo della nostra anima vi sia come una cava di cristalli in cui si generano vibrazioni e che queste vibrazioni condensate diventino suoni o protosuoni indefiniti, ma che già hanno dentro tutti i geni dell’armonia.
D’un tratto un essere, il poeta, comincia a percepire e comincia a provare quel senso di quasi dolore, a volte di smarrimento, altre di confusione, ma comunque di disagio che precede la creazione.
Frattanto quei suoni cominciano a salire da quel profondissimo e cominciano a formarsi i primi accenni di parole che tuttavia ancora non amalgamiamo in un verso; parole sparute, senza senso, che non si legano fra loro ma che servono a farci percepire vagamente cosa l’anima ha da dirci.
Poi, all’improvviso il primo verso! da questo momento già l’intera poesia è creata ma non ancora visibile.
A questo punto, se non riusciamo a seguire quei suoni quello che faremo e solo una poesia che viene dalla testa, cioè dall’esperienza e dalla capacità di renderla gradevole, ma se afferriamo anche solo uno di quei suoni il duende ci ha preso, è dentro di noi e allora la poesia diventa qualcosa che arriva direttamente dalle viscere del caos.

“Allora La bambina dei pettini si alzò come una folle, gobba come una prefica medievale, trangugiò d’un sol sorso un gran bicchiere d’acquavite come fuoco, e si sedette a cantare senza voce, senza fiato, senza sfumature, con la gola riarsa, ma con duende. Era riuscita a uccidere l’intera impalcatura della canzone per cedere il posto a un duende furioso e rovente, amico dei venti carichi di sabbia, che induceva gli ascoltatori a stracciarsi le vesti quasi al medesimo ritmo dei negri antillani del rito ammassati dinnanzi all’immagine di santa Barbara. (Federico G. Lorca)”

Ecco, da questo passaggio di Lorca si comprende che non sono necessarie grandi parole o grandi esperienze. Ci ricorderemo della grande Janis Joplin che con una voce pressoché inesistente riusciva ad indemoniare decine di migliaia di spettatori col duende. E si possono citare tantissimi artisti come Il Goya, Picasso…
Ma non voglio allontanarmi dal nostro piccolo mondo vorrei rimanere dentro il nostro salotto e parlare delle nostre lotte
con questo demone che ci prende ma che ci fa percepire dagli altri interamente.

“Ogni uomo, ogni artista, ogni scala che sale nella torre della propria perfezione è il prezzo della lotta che sostiene con un duende, non con un angelo, come si è detto, né con la sua musa. È necessario operare tale fondamentale distinzione per la radice dell’opera” sostiene Nietzsche; “L’angelo abbaglia, ma vola oltre la testa dell’uomo, è al di sopra, dirama la sua grazia e l’uomo, senza sforzo alcuno, realizza la propria opera, la propria simpatia o la propria danza. La musa detta e, in talune occasioni, soffia. Può abbastanza poco, perché è già lontana… Di contro, il duende bisogna svegliarlo nelle più recondite stanze del sangue.” ci insegna Lorca ed è da questi insegnamenti che voglio partire ed il primo esempio ce lo da il nostro Mamundi-Leonardo:

io non ascolto che il latrare dei cani
sotto casa mia
e quando a notte fonda vado a letto
mi sembra di avere appiccicato il mondo
dentro quel fottuto abatjour
che mi ferisce gli occhi


Ecco in questi versi, seconda strofa di “Fottuto mondo”, è palese la lotta tra il poeta ed il suo demone, la sofferenza sotto forma di rabbia, di delusione. Mi sembra di percepire ogni pesante sospiro o il digrignare dei denti mentre sta creando perché sta creando con duende. A questi versi vorrei contrapporre questi di
Filodiseta-Daniela:

vorrei vederti amore, sì amore
mostrare il mormorio
che è mio dai primi odori
sull’uscio a strattonare il vento
sgusciare grani
tra vestiti e festa


Anche qui c’è la sottile presenza, ma su un’accordatura differente, un registro che sa di brezze e fiori nel deserto, dell’eterna lotta tra l’effimero ed il tempo, la dove una stilla d’acqua è una divinità, dove la morte è presente come la sabbia e le pietre e una palma rappresenta l’attimo precedente o successivo al dolore, e mai l’adesso. Non mi interessa se siano bei versi o meno, ma è quello che risvegliano l’importante e quando una poesia rievoca emozioni vuol dire che è stata in grado di svegliare anche il demone nel lettore cosi come gli spettatori della Joplin.


Una via mediana a questi due “estremi” la trovo in alcuni versi di Ecat-Mirella da “Cosa resta delle rose”

un odore dolciastro di parole nascoste
questo resta delle rose
lo stupore che dell'altro innamora
quando tutto è silenzio

e di noi rimane indietro una curva
un accenno
il ritrovarsi nei fuochi
nell'acqua


dove si sente il dramma del finito, di qualcosa che non può più tornare. Qui la smania si muove come un liquido molto denso; qui il demone è come in uno stato di torpore, si muove appena e lascia spazio a quell’aristotelico pathos che cresce, attraverso il logos e si rivela nell’emozione che suscita. Devo dire che in questi versi, ma in generale nella scrittura di questa autrice, emerge un certo “Fado” un tantino inquinato da una cultura geograficamente distante da quella fadista, ma il “dolciastro un po’ avvelenato delle rose appassite, il silenzio, la curva degli spazi vuoti ed infiniti, i fuochi e l’acqua sono i suoni di un ritmo ancestrale che si muove dentro le viscere.


“Il duende ama il bordo, la ferita, e si avvicina ai luoghi dove le forme si fondono in un anelito superiore alle loro espressioni visibili. (F.G.Lorca)” e l’esempio lo abbiamo dentro casa con Francesca Coppola.

Vale la pena sedersi su qualche
viola e non vedere quanti niente
attraversano maestosamente l'aria?


oppure

Ignorami
sono il sangue che scorre
nel più sontuoso arcobaleno


Ecco solo due dei numerosi esempi che potrei portare. Qui si può notare come quel liquido denso di Ecat-Mirella diventa magma furioso che cerca un’uscita, la Coppola sveglia il duende con velocità e azzardo al punto che spesso questi la supera e tutto il meccanismo diventa proprietà dell’inconscio. Non ci sono vie mediane, la poetica di F.C. nasce, cresce e muore nell’essenza di un unico vortice.
Più cauta trovo Maredinotte-Roberta ma pur sempre carica di quella magia che fa scorrere l’emozione a volte come un pacato, ma inarrestabile fiume a valle altre come le rapide del Colorado nel Gran Canyon, aprendo tutte le porte dell’anima di chi legge.

Filtrami tra i colori del rosone
scomponimi primitivo
caleidoscopico, radiale
Richiamami il sonno


che contrappongo a:

affogando in me, con me
di me, per me
senza sapere come

al respiro sostituendo

incandescenze


sempre di Roberta, a dimostrazione di come si muovono, si intensificano o si affievoliscano le tonalità di questa poetessa di frontiera senza tempo definito, che riesce a spaziare tra il blu ed il rosso senza sfiorare minimamente il banale.

Altro autore che non posso non citare e che ritengo fra i migliori sia tecnicamente che strutturalmente è ViolaCorsaro-Mattia. Innumerevoli sono i testi che mi piacerebbe proporre ma, in particolare, qualcuno mi ha preso fortemente. Uno di questi è “Terra mia”

Ah i campi! Potessero esser tutti vigne,
da annegare ciascuno di quei sassi che spezzano
tante ginocchia quanti aratri senza distinzione
riempiendo botte e bocche, di fatica e di niente.


Qui, la narrazione del lento sud arso, pirandelliano, verista e vero ma lento, è carica di quel Duende che riesce a trasmettere l’odore della terra secca, del sudore di chi la lavora, dei vestiti neri di tante madri mutilate delle loro ambizioni e femminilità, dell’ignoranza, della caduta di alcuni valori ma contemporaneamente dell’innalzamento di altri che non portano a niente se non la conservazione di alcune schiocche tradizioni. ViolaCorsaro che avvicino a Filodiseta con la sua “Le cattedrali”

davanti a te, oh figlio
da battezzare l’acque, sciogliendo
corsi ai piani, per tramandare
meriti alle madri


non solo per la vicinanza nella struttura semantica, ma anche nei risvolti tonali, ViolaCorsaro dicevo rimane uno dei maggiori poeti di questo salotto. A lui posso contrapporre poeti come
Il Complice-Francesco il cui duende si respira verso per verso e Anemonephobia-Antonio che però, a differenza di Francesco sembra che tema le sperimentazioni rimanendo per il momento e pericolosamente ancorato alla sua pur bella ed incantevole poesia. Opposti in questo senso, Francesco ed Antonio, molto simile è invece il loro demone che riesce, con gli stessi suoni e con differenti colori ad emozionarci incredibilmente. Ambedue, comunque, autori che intendo riprendere.

Con questo studio non voglio assolutamente fare critica, ma esprimere il mio punto di vista partendo dall’esperienza e dallo studio personale delle fondamenta della poetica. Vorrei più spazio per tracciare i profili dei nostri autori, affinché chi li legge li possa apprezzare con maggior profondità. E' scontato che più si conosce di un autore e più si possono notare dettagli che altrimenti sfuggirebbero, ma non voglio suscitare in voi quegli sbadigli da caimano per una lettura lunga, che facilmente può diventare noiosa.

Autori come Ginevra-Giusy, Rebby- Carla, Morgan4-Simina, Apassoleggero-Anna, Elfo nero-Alessandro, Cino720-Vincenzo, AltaMarea-Chiara ed altri che mi sfuggono in questo momento (per favore non me ne vogliate) dei quali ho molto da dire ma in un contesto diverso, cioè in uno studio sulla poetica che verte però sulla filosofia aristotelica, dell’Ethos, del Logos e del Pathos.

Grazie!
[Modificato da al_qantar 31/05/2012 11:17]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com