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Tiziana Cera Rosco

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2016 09:06
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11/01/2016 08:06
 
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(inediti 2014)
.

.
E' una sottrazione austera
una filosofia di vetro
la fatica di non volere segreto in quello che desidero
ma dall'altezza di queste finestre strette
dove neanche il braccio entra per aprire il mattino
ho un campo di espansione finita mentre Tu
abiti i cieli che si sono rivelati tutt'altro nei secoli
un agglomerato di cumuli neri o luminosi
a seconda delle fonti della fame.
Ogni assenso a te è ormai un gesto difettoso
io che in fondo non ho creduto che ad un solo verso di Celan
sotto il quale farti avvicinare nel corpo del mio primo sangue
e trarre amore da una prostituzione senza attrattive.

E' la tristezza che rivaleggia col bene.

Il male, i demoni illuminano solo tutto un mondo di abbandoni
e come vedi non ho temuto la castità bellica
della mia "vita opera chiusa"
una consequenzialità priva di movente
che non posso difendere con niente

neanche con un Tu

quest'incompatibile opera da lasciare sola.

*

Le guardie hanno il viso coi segni
lo sanno i fiori che è esploso dai chiodi
la velocità ha fucilato i cavalli
e le cavallette che ammalano
sono precipitate in branchi di giuda.
Da bambina - ricordi ? –
portavo un sentimento
qualcosa in volo -qualcosa – mi tenne
anche nel crollo sulle tue braccia
se cadde è un sentimento
e tu chiedevi "è morto abbastanza?".
Mi sono spogliata dal lago
e tra poco da un'Islanda che rifrange in luce
una luce senza truppa né cura
o scaglie di drago che scendono dai ghiacci.
Per la mia caduta ci sarà un punto un nord
sono io una lancia purissima

come volevi.

Fuori dalla guerra.

*

Nella prima neve
ogni visione occulta anche lo zoccolo
in mille e più briglie cerco un morso d'origine
che ferri tutto il resto.
Ogni uomo un cavallo
una velocità dentro ogni uomo
un ferro galoppa
e se batte sui fianchi per andare
la fronte mantiene il silenzio.
Sulla neve il tempo delle cose
sono lembi di me stessa gli alberi
e se l'alba è disciplina
è per abituarmi a nascere.

Ricordi quando per stare quieta dovevo forare la belva?

Guarda come il sangue a chiazze
si è disposto con rigore
quasi fosse stato pensato fuori di Lui,
già gettato a terra.


CADUTA da Segnata e Gli Idioti (2008)


[Modificato da fil0diseta 11/01/2016 08:12]


fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
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13/01/2016 09:46
 
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Re:

.
E' una sottrazione austera
una filosofia di vetro
la fatica di non volere segreto in quello che desidero
ma dall'altezza di queste finestre strette
dove neanche il braccio entra per aprire il mattino
ho un campo di espansione finita mentre Tu
abiti i cieli che si sono rivelati tutt'altro nei secoli
un agglomerato di cumuli neri o luminosi
a seconda delle fonti della fame.
Ogni assenso a te è ormai un gesto difettoso
io che in fondo non ho creduto che ad un solo verso di Celan
sotto il quale farti avvicinare nel corpo del mio primo sangue
e trarre amore da una prostituzione senza attrattive.

E' la tristezza che rivaleggia col bene.

Il male, i demoni illuminano solo tutto un mondo di abbandoni
e come vedi non ho temuto la castità bellica
della mia "vita opera chiusa"
una consequenzialità priva di movente
che non posso difendere con niente

neanche con un Tu

quest'incompatibile opera da lasciare sola.



Celan o il verso mancante. Quale sia questo verso non lo saprò mai semplicemente perché conosco pochissimo quest’autore. Qualcun altro, altrove, però lo citava spesso ed una volta ha riconosciuto in un mio verso qualcosa di suo. Ricordo però di averlo messo di peso in un’opera, quando sono andato per acquistarne il cartaceo ed ho trovato gli scaffali pieni di Bukowsky, baresità e illustre polvere di assenza.
Bene, di questo inedito mi arriva quel Tu pronunciato come un tuono all’inizio e la presenza di Demoni ad illuminare un mondo di abbandoni. Sì, un mondo abitato però da un desiderio trasparente il cui limite è rappresentato dalla possibilità di far luce sulla sua controparte abitata e dunque destinato a rimanere chiuso in sé e impotente. Fuori invece, c’è soltanto fame che penetra l’universo come la luce quello dantesco e demoni con cui venire in contatto. Forse a dar forza e speranza rimane la consapevolezza della sorte comune ad altri, a Celan per esempio. Forse la presenza di amore persino nell’apparenza sterile e prostituita, avrebbe potuto attrarre quel Tu, ma Esso-chiunque sia- rimane lontano e assente. Nel poeta invece resta l’impotenza della quotidianità della lotta con i demoni che sovrastano il territorio abbandonato, alimentata dalla disillusione continua di poter contare sulla Sua presenza. Lui, i Demoni ed un mondo abbandonato, come un relitto impossibile da rimettere su e su cui la presenza umana è lotta impari ed impotente. Solo quel desiderio autentico e la capacità di mantenersi innocente riescono a far fronte ad un’opera destinata a rimanere sola col suo destino ed in cui a rappresentare la controparte del bene c’ è solo tristezza, immane espressione del malessere interiore. Tra le sottrazioni austere, c’è anche quella del suo nome che qui è nel Tu, tragicamente confidenziale per rimarcarne il desiderio e la disillusione.

Bè, mi sarebbe piaciuto conoscere il verso di Celan ma tant’è.

nota: ancora una volta mi rendo conto della mia poca o nulla conoscenza del mondo poetico contemporaneo. Colpa degli anni dedicati ad altro.
Grazie Daniela per queste bellissime scoperte. Mi riprometto di ritornare su quelle di Federico non appena possibile, cioè tra una decina di giorni , quando gli impegni lavorativi si faranno più leggeri.

ciao franco
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14/01/2016 10:07
 
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grazie Franco per la tua attenzione a tutti gli autori che porto in evidenza. sono felice anche di aprirti un panorama più vasto sulla poesia contemporanea [SM=g8139]

Tiziana è un'artista meravigliosa. aggiungerò altri post per illustrarvela in modo completo. io inoltre ho la fortuna di averla molto vicina e da quando ha aperto il suo nuovo studio, sento il desiderio di andarla a trovare. ma vi mostrerò il suo studio. un vero respiro di arte...

riguardo Pietro, lo rimetterò all'attenzione come prossimo autore
[SM=g2834784]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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15/01/2016 09:44
 
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Le guardie hanno il viso coi segni
lo sanno i fiori che è esploso dai chiodi
la velocità ha fucilato i cavalli
e le cavallette che ammalano
sono precipitate in branchi di giuda.
Da bambina - ricordi ? –
portavo un sentimento
qualcosa in volo -qualcosa – mi tenne
anche nel crollo sulle tue braccia
se cadde è un sentimento
e tu chiedevi "è morto abbastanza?".
Mi sono spogliata dal lago
e tra poco da un'Islanda che rifrange in luce
una luce senza truppa né cura
o scaglie di drago che scendono dai ghiacci.
Per la mia caduta ci sarà un punto un nord
sono io una lancia purissima

come volevi.

Fuori dalla guerra.



Ho netta la sensazione, nel mistero di questa poesia, di un sentimento che invece non è mai morto e che per giunta ha continuato a volare sin da quando si faceva di tutto per farlo stare in terra. Bisogna credere in quello slancio e non lasciarsi fuorviare dalle guardie col segno-lo stesso di giuda?-con i visi nati dai chiodi- quali chiodi, quelli della croce?-Leggo che la velocità ha fucilato i cavalli. Anche altro penso. La velocità è il parametro di misura più importante, qualunque cambiamento rispetto al tempo lo è. La velocità non assomiglia più a quella dell’ accadimento naturale. Dallo sbarco sulla luna al drone che fronteggia il boia c’è un’accelerazione con cui non si riesce facilmente a fare i conti. La spinta è troppo grande per sostenerla. La spinta accende fuochi sulla terra che lasciano un segno indelebile di distruzione e morte. La lancia invece cerca un nord, oltre l’Islanda dei ghiacci e della luce senza truppa né cura, spogliandosi di tutto per lasciarsi conficcare nel bianco della purezza estrema.
E’ questo bisogno estremo di purezza in fondo il volo che mai abbandona il poeta. L’ albatro forse ha la stessa direzione, ma la nave di sotto lo attrae e distrae dall’obiettivo anche se sa di essere deriso e non capito, -mentre l’altro poeta dice: non ti curar di loro ma guarda e passa-. La guerra chiama in ogni istante mentre la lancia di sé cerca la purezza e a volerlo è una voce fuori campo (o troppo profonda) che attinge dall’istinto di bene che nessuna sa perché ci sia né dove sia. Nel contempo rimane alto il mistero di chi abbia questa voce, se sia lo stesso a dire del sentimento: è morto abbastanza? Come a volergli far toccare la tolda della nave e riprendere fiato per poi lasciarlo ripartire alla ricerca di Nord, il solo Punto che sia capace di dare un senso ad ogni altro.
Così la leggo.

ciao e grazie
franco
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15/01/2016 09:56
 
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Re:
fabella, 14/01/2016 10:07:

grazie Franco per la tua attenzione a tutti gli autori che porto in evidenza. sono felice anche di aprirti un panorama più vasto sulla poesia contemporanea [SM=g8139]
....
[SM=g2834784]


anch'io ne sono contento. il confronto con i poeti attuali è di fondamentale importanza per crescere in poesia. loro vedono le stesse cose che io vedo da un'angolatura diversa, con linguaggi diversi e questo in fondo è un dialogare a distanza, il mio perlomeno con chi mi capita, sulle cose del mondo.
ciao e grazie di darmene l'opportunità
franco
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25/01/2016 10:40
 
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rubo da fb le parole di Tiziana
(voglio condividerle con voi)


Tiziana Cera Rosco
25 gennaio 2015 ·

Rientro dalla fiera di Bologna dopo aver visto di ogni e con la convinzione sempre più limpida che se nella tua vita non lavori all'Opera, hai voglia a fare. Se non c'è Opera, non c'è destino. E se non c'è destino, nessun artista è esemplare.
L'artista "muore" nell'opera perchè altrimenti l'opera non nasce.
Galleristi per favore lavorate, non state a scimmiottare Vanna Marchi raccontando il nulla su pezzi da nulla per venderlo a persone da nulla.
Mediate. Se non vi va di avere a che fare con l'arte, ma solo col denaro, fate altro, partecipate ad altre fiere. Riprendetevi il ruolo e scegliete, rifondate non l'idea di gusto e originalitàcosì estetizzate e cosi care al design, ma di bello, di qualcosa che parli, di valore. Di esemplarità.
e voi curatori, cosa avete da curare, cosa avete da prendervi cura di qualcosa se questo qualcosa non esiste?
Si cura solo l'Opera. il resto è cadaverismo.
Io ne ho viste alcune ed erano Bellissime. Hanno spento i rumori e mi hanno rimesso al mondo.

Tiziana Cera Rosco C'è un bellissimo libro di Sgalambro l'arte non è dio, ma il passaggio. Il discorso è lunghissimo e bellissimo da intraprendere facendo, realizzando l'Opera. E la consapevolezza snoda man mano il suo osso unico. Senza lo spirito anche la consapevolezza è una campana che suona a vuoto. Sembro una Ciellina hahahaha ma dico la cosa più seria , distruttiva e costruttiva che so. E siccome si muore bisogna anche umilmente avvicinare le cose consolandole per quelle consapevolezze che spezzano e gettano pezzi nel mondo, senza legame, abbandonati alla violenza di quello che si intuisce ma che lacera con la sua aspettativa che non si risolve. La psicoanalisi vorrebbe curare con mille parole questi movimenti risolvendoli in distribuzione delle colpe e delle forze. Ma qui c'è da essere spericolati. L'arte può. E per alzare il tiro di questa edificazione bisogna che sia vicino a tutte le perdite. La consolazione non è l'ultima parola, come non lo è l'abbandono o la perdita. L'ultima parola è l'Aperto. L'Aperto è Dio. È questa cosa spericolata, 'con tutti gli occhi la creatura vede l'aperto' Rilke dice così. Ed io lo ripeto incessantemente
28 gennaio 2015 alle ore 9:46 ·
[Modificato da fabella 25/01/2016 10:41]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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04/02/2016 09:05
 
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Tiziana Cera Rosco
4 febbraio 2013 ·


Qualcuno rinverrà questa rabbia.

Tra milioni di anni, negli zolfi
Qualcuno rinverrà questa rabbia
Tra milioni di armi un capillare
Decollerà dagli asfalti
Da tutti i chiodi del mondo prenderà potenza
Un fiotto bollente dai buchi
Dai piedi con cui correvi da bambino
Un vuoto esploderà di buio o di dio, non è chiaro.
Affronta questo pericolo , ti dico
Affronta questa massa nascosta nelle cose
Questo sparo che freno con la mano mi inchioda a te
Questo sordo carezzare d’abbandono.



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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07/02/2016 09:35
 
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mi piacerebbe raccogliere anche vostre proposte di autori da leggere e da discutere. potreste proporre il prossimo cambio, per esempio. o l'approfondimento di un autore che è già in biblioteca. lasciando un post con il titolo "altri autori- Nome Autore"

poi io penserei a metterlo in evidenza.

[SM=g10324]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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07/02/2016 12:04
 
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fabella, 07/02/2016 09:35:


mi piacerebbe raccogliere anche vostre proposte di autori da leggere e da discutere. potreste proporre il prossimo cambio, per esempio. o l'approfondimento di un autore che è già in biblioteca. lasciando un post con il titolo "altri autori- Nome Autore"

poi io penserei a metterlo in evidenza.

[SM=g10324]



Ciao Daniela. Gli autori che prononi sarebbero tutti da scoprire e approfondire, meriterebbero tutta la nostra attenzione e l'attenzione di tutti, spero che allenti la morsa questo periodo di pigrizia fisica e mentale che pare aver contagiato un po' tutti e me sicuramente,
comunque "scripta manent" e per fortuna i post e le poesie non scadono,
prima o poi...

Una proposta la faccio anche se per ora ho letto molto poco ma ho tutti i link salvati. Il nome è Alessandro Ricci.

Ciao [SM=g2834784]





[Modificato da Versolibero 07/02/2016 12:04]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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08/02/2016 09:13
 
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cara Rosanna, per me, più che pigrizia è un vero e proprio stato d'animo. e anche se dovrei esserci abituata, ne soffro sempre [SM=j2829699]

sono lieta della proposta che ci fai e attendo il tuo post di presentazione di questo autore, per metterlo in evidenza.

[SM=g7831] buon inizio settimana a te




"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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09/02/2016 13:15
 
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vedi ffz-mail

[SM=g2843109]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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21/02/2016 09:06
 
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Tiziana Cera Rosco
6 min ·


guardo, ancora a letto, un'intervista a Bill Viola. E,nella semplicità delle parole legate ai fatti, torna la calma e il lavoro incessante che emana da una visione centrale e che posso assorbire. ieri ero ad ascoltare dei poeti e non solo mi sono annoiata ma sentivo lo spreco "del territorio" della poesia, la cosa sciatta, la reale mancanza di linguaggio perché è proprio la vita che manca. Scrivere un libro di poesie non è niente. Così mi sono avvicinata al direttore di collana e gli ho detto: "ma dov'è un linguaggio alla fine del mondo qui? cioè un linguaggio, una visione da cui si possa ripartire, a cui appoggiarsi veramente? anche tu sei responsabile'. e lui guardandomi dritto negli occhi e sorridendomi "come sei severa. dobbiamo parlarne molto". dopo la lettura c'era un aperitivo ma non ho sentito una parola attorno ai testi della poesia. e mentre salutavo gli amici, pensavo alla saturazione dello spazio, cosa ci stiamo davvero scambiando negli abbracci e che c'era un tempo in cui la poesia era un grande animale nella notte che paralizzava i falsi movimenti. e davanti al quale davvero non sapevi se sperare di sopravvivergli o di essere divorato. tutto. finalmente.



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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