Cosa rimane di noi, dei miei silenzi nei tuoi? (M. Di Cataldo)
Lo sguardo del mattino si annebbia,
mentre orli slabbrati di sogni
si sfilacciano fra le dita del vento.
Invano cerchi l’ombra
della sua voce
nella luce che scolora,
fra scheletri di alberi
scavati sulla pagina grigia del cielo.
Distante,
sprofondato nel disincanto,
capisco di essermi spostato
dall’altra parte della realtà.
Io sono Nessuno.