La mia poesia.

Sai
Di valige chiuse e polverose
E di tramonti mai solcati
Di mille soli morti all'ombra
E vespri improvvisati

Non mi preoccupo,
Un giorno so che scoprirai
Che è difficile seguire la luce
Senza esserne abbagliati

Sai
Di metropolitane vuote
E di coincidenze non prese
Di lancette impazzite
E ombrelli dimenticati

Non mi preoccupo,
Un giorno squarceremo
L'infame velo che ci ricopre
Fino a quel momento
A noi tocca un imperdonabile fardello.

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E già... il peso della vita è intollerabile.

mi preme rimettere all'attenzione anche questo autore

Se mi è permesso di dire la mia, mi convincono di più la prima

strofa e la terza, che comunicano sensazioni inquietanti, mancanze,

inadempienze. Contengono analogie efficaci ed esprimono bene

delusione o aspettativa. La seconda strofa e la quarta sono molto

"pensate", (malignamente le interpreto come un autoincoraggiante

pensapositivo ), comunque difficilmente gli auspici

concorrono a fare poesia. E poi l'infame velo e

l'imperdonabile fardello non aiutano la digestione delle due

strofe riflessive.

Quindi a mio parere meriti un mezzo applauso, che comunque non è

da buttar via.