Nightcall

Sono il più piccolo dell'ignobile razza
Chiuso in una scatola
A cui io ho messo il nastro
Rosso come il mio sangue

Spio con i due fanali la notte
Sfrecciando sull'asfalto bagnato
E tamburi tribali mi illudono
Per un secondo, che la strada sia senza curve

Non si può sfuggire
Al nastro rosso dell'alba
La corsa è finita
Ma una notte di esaltazione mi basta

Questo è il grande inganno:
Che un solo attimo di estasi
Di estasi vera, che trafigge
È bastato a convincermi
Che la lotta possa essere affrontata

dicci un po' di più dei tamburi se ti va, vedo che hanno un significato profondo nel tuo scrivere... tambureggiano :)

Bella poesia : la si può leggere in modi diversi : il lettore è libero.

la tensione fra esaltazione e la realtà , meno scontata, può essere delineata nel lettore come povertà d'esaltazione e non come difetto di fare i conti con la realtà.
Io, nonostante l'apertura possa binariare irrimediabilmente verso lo squillar di una sveglia, credo allo scambio dei binari del "vera" dove forse ti scopri un po' troppo :)

Meglio di me, Benigni aveva citato -ma come fosse suo - insieme saggezza e innamoramento.
Se ti va di cercarlo su internet, mi piacerebbe rivederlo quel video:)))

ciao mister

La libertà non è mai frutto di un'illusione, ma è sempre una difficile conquista.


(Perché tutte le maiuscole a inizio verso?)

@riennevaplus, i tamburi simboleggiano semplicemente la musica che ascolto quando guido di notte, a volume altissimo. Uno dei pochi momenti in cui ci si sente senza preoccupazioni e angosce, che però ritorneranno inevitabilmente il giorno dopo (l'alba della poesia).

@versolibero mi piace di più con le maiuscole ma si potrebbe mettere anche senza in effetti