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Il confine

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2021 08:31
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20/04/2012 17:20
 
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piccolo omaggio a Fil0diseta


C’erano i pioppi
che sbarravano la strada
dal qui al te

Ed eri là immobile
con le tue maschere di carta
e i quattro veli leggeri

senza ruote da girare
sola con le bisacce
da riempire di fresco amore

Bevi la coppa
ed apri quel confine
che lo smeraldo ai guadi...

c’ero anch’io



(2008)



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Post: 205
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21/04/2012 00:09
 
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che visuale più ampia a distanza di tempo


nella prima strofa pare quasi che tra noi ci sia solo un ponte e i pioppi a costeggiare il fiume... dimmi se mi sbaglio

e io ero là immobile, con le maschere, poi le bisacce, i mulini... come potevo pensare che oltre al ponte c'eri tu???



(hai sentito della recente esplosione alla raffineria. qualche giorno ci lasceremo le penne) [SM=g8231]




"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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Post: 207
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21/04/2012 00:14
 
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Re:
fabella, 21/04/2012 00.09:




(hai sentito della recente esplosione alla raffineria. qualche giorno ci lasceremo le penne) [SM=g8231]





cmq vado a passarti la notizia su fb





"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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Post: 200
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21/04/2012 15:09
 
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qui al te

Ed eri là immobile
con le tue maschere di carta
e i quattro veli leggeri

senza ruote da girare
sola con le bisacce
da riempire di fresco amore

Bevi la coppa
ed apri quel confine
che lo smeraldo ai guadi...

c’ero anch’io

vi vedo, vedo i pioppi e le maschere di carta...e sento l'amore che ha riempito le bisacce, finalmente.
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Post: 1.692
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30/05/2021 08:31
 
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con le nosre cose in sospeso ti ricordo: continua a volermi il bene immenso che mi hai voluto

“E tu? Qual è la tua cattedrale?” Chiese Nunzio curioso.
“Oh, una? Ne ho diverse di cattedrali, si potrebbe dire una per ogni esigenza, ma non ne ho mai approfittato, giuro! Naturalmente non mi interessano le cattedrali vampire, quelle le evito e le tengo a debita distanza. Parlo di quelle che chiamerei templi più che cattedrali, quelle che danno, quelle che quando vi entri dentro, ne esci pieno di rivelazioni, di pace interiore e anche dell’orgoglio di come certi uomini si siano così tanto avvicinati alla perfezione, almeno come la intendiamo noi, di quelle che ti fanno sentire un importante componente di quest’universo così illeggibile, di avere un rapporto sereno con tutto ciò che ti circonda, visibile e non, dove t’incontri con te stesso, fondendoti in una sola cosa con tutto il resto. La poesia, la scrittura, il suono, l’immagine, il pensiero, sono elementi che nutrono, e se ti vengono imboccati nel modo appropriato, diventano tesori che a tua volta imbocchi a qualcun altro, divenendo, tu stesso cattedrale. Questo è un circolo virtuoso che certamente migliora l’essere umano, che non lo fa cadere nell’orripilante teatro del potere e del delirio.”
Rimanemmo per lo meno cinquanta metri in silenzio, a riflettere.
“Dove vai quando hai bisogno di poesia?”
“Ah, certamente nel tempio di Daniela!”
“la Casarini, immagino.”
“Si proprio lei. Vedi, non cerco i maestri, loro sono completi, definitivi, non hanno più altre possibilità se non quelle che, di quando in quando, esuberanti critici “scoprono” in una parola o nella posizione di una virgola che si prestano a diverse interpretazioni, Daniela è viva e la sua poesia si evolve, cresce, mi nutre e mi riempie. Questo non vuol dire che sia la più bella, la più alta, o chissà cosa, ma è quella che più mi innalza.”
“Si. Ti confesso che mi procura lo stesso effetto. E tu, invece, per chi pensi di essere cattedrale?”
“Ah non saprei proprio, e comunque, con le presunzioni e le autocelebrazioni che circolano figurati, ognuno diventa cattedrale di sé stesso, un luogo purtroppo, dove personaggio e persona non si incontreranno mai…
Sono consapevole che a un certo punto della mia “carriera” anonima, ho fatto pure scuola, che ho contaminato parecchia poesia attorno a me, ma come diceva Merlino, il mago, “la più grande maledizione degli uomini è che dimenticano”, per cui, non mi aspetto allori, né rosmarini, figurati, e non ci tengo nemmeno, le coscienze sanno!” Conclusi.
Nunzio sorrise con un pizzico d’amaro, sapeva bene come girava il mondo, quel mondo, dove coi soldi e le conoscenze ti compri l’editoria piccola o grande che sia, dove l’obiettività, e non solo quella artistica, non esiste, dove ognuno pensa d’essere un mondo completo e autonomo e dove, chi ha studiato, ha solo perso tempo. Ecco, queste, tra le tante ingiustizie che fanno della vita di uno che crede, un inferno.
“Lo dividiamo un caffè?”
“Certo.”

Inviato da Sebastiano A. 22 Agosto 2019
da "Una morte per amico" pagg. 39/40

in realtà nel capitoletto c'è una prima parte che forse risalta in maniera eclatante quel percorso di cui parli, e non smetterò mai di volervi un bene gigante a te e a Walter, per avermi spinto a questo. La mia non sarà la narrativa da oscar, ma esprime tutto il mio orgoglio di avervi avuto e avervi ancora come maestri.

Inviato da Sebastiano A. 22 Agosto 2019
anzi te la mando, se hai ancora forza per leggerla

Inviato da Sebastiano A. 22 Agosto 2019
3.1

“Mi piacciono gli anacronismi, sembrano quadri nei quadri, non più dettagli che ti trattengono, da studiare, ma modus rimasti fermi nel tempo o, solamente indietro e con ogni probabilità, non per scelta, ma per incapacità di adattarsi.”
Nunzio si guardò intorno cercando il soggetto a cui mi riferivo.
“Di che stai parlando?”
“Di quella madre/cattedrale! Guarda come tiene per mano sua figlia, un atteggiamento che riporta indietro in un tempo quando i bambini erano bambini e i ragazzi non avevano ancora le loro piccole autonomie. Guarda, avrà tredici quattordici anni, in grado, cioè, di gestire autonomamente certi “movimenti”, ma lei, la cattedrale, ha paura che un qualche demonio gliela porti via togliendole quel paradiso confezionato ad hoc per lei, da una madre iper cupola, per il “suo bene”, dove il pronome non si capisce a chi sia riferito.”
“Ah, ah, ce l’hai con le madri ultimamente!” Sorrise Nunzio.
“Ma no, ce l’ho con le cattedrali, ce l’ho con chi si ostina a non far crescere i propri figli per via delle paure che loro hanno dentro, innescando personalità deviate che poi e-sploderanno in ribellioni, se non addirittura repulsioni. Ce l’ho con chi non vuole ammettere che la gloria richiede i suoi sacrifici, con chi dice “mio figlio è particolare, spe-ciale”: tutti piccoli geni che si fermeranno poi al terzo an-no, annientando la perfezione delle geometrie di una cat-tedrale che, scoprirai, ti ha solo oppresso, anziché elevarti. Chi reprime, perverte, questa è una legge della natura, mica l’ho inventata io!”
“Io credo che ognuno di noi abbia una “cattedrale” che l’influenzi, dalla quale assorbe ciò che ritiene adeguato alla propria esigenza e non sempre sono i genitori.”
“Certo, ne sono convinto anch’io, anzi aggiungo che negli ultimi quaranta, cinquant’anni, i genitori hanno assunto un ruolo che li vede creatori di piccoli paradisi artificiosi at-torno ai figli, i quali, credono che l’inferno non esiste, che tutto gli è dovuto, e che i piselli spuntano nelle lattine nell’orto dell’Auchan. Loro, i genitori, fanno davvero tutto ciò che, secondo loro, può essere d’aiuto hai propri figli, purtroppo spesso sbagliando, ma senza altri fini che non sia l’amore, un amore malato, però. Ancor più pericolosi, a mio avviso, sono gli altri, però, quel prossimo che oggi non esiste più e che in fondo non sa niente del soggetto in questione? Per il più delle volte io la chiamerei manipola-zione, anche e spesso involontaria, se vogliamo, ma il tut-to, infine porta a un’idea inconscia di risarcimento per il proprio ego “incompreso” o tradito. Rifletti: la ragazza che si crede bruttina, esce con l’amica che ritiene più bella, così avrà più possibilità di conoscere qualcuno tra i ragazzi (rifiuti della bella) che le ronzano attorno, lo stesso vale per l’amica carina, che non dovrà innescare competizioni di alcun genere, non avendo accanto concorrenti che la possano disturbare. Naturalmente per i ragazzi è la stessa cosa! Ne è pieno il mondo di queste stupide situazioni! Ah, il voler sembrare a ogni costo, è il male del secolo!”


fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
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