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13/06/2007 12:33 | |
Dedicata ad una donna lasciata, in silenzio dopo 23 anni di matrimonio
Non ho rancore. Sul serio. Hai fatto bene a non dirmi nulla. Sono impulsiva, non avrei capito sul momento. Avrei perfino pianto e l’umido intristisce anche i muri, scurisce. Dicevi che ho un corpo da schianto con i jeans tagliati e quella giacca di pelle scolorita. Sono una donna con le gambe aperte, con lo spazio per i testicoli. Non ci sono parole tra l'urlo che richiede e lo stick di un rossetto. Sulle mie mani inutili. Anche il vestito che porto ha ancora lo scontrino, potrò cambiarlo, mi daranno un buono. Eppure ridevi. Forse di me, che sono abituata al buio, e a quei quattro fantasmi asfittici che ancora non hanno capito chi sono. Io. Io che guido anche un pulman. E viaggio per strade solitarie. Vedi? capisco perché sei andato via senza disturbare. Senza un rumore da sillabare. La troppa luce non permette sfumature o ciglia, dietro un tremore. Per questo stai tranquillo, io non ho rancore. Solo un problema. Come farò, ora, ad arrivare da questo tavolo di resti lasciati a imputridire, all’interruttore, appena lì dietro la porta chiusa?
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E' solo il primo, dopo le vacanze altri flash...
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13/06/2007 21:27 | |
Non ti conoscevo in questa veste. Devo dire che anche al di fuori dei versi sai come toccare le corde emotive del lettore.
Aspetto con ansia il tuo rientro dalle vacanze per poterti leggere ancora.
Leonardo |
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