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L'Adorazione dei Magi

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2009 10:00
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02/01/2009 13:39
 
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La visita dei re Magi a Gesù è rappresentata nell'arte con il titolo di Adorazione dei Magi. È una scena che ci aiuta a capire lo spirito e la cultura delle varie epoche artistiche. Vediamo qualche esempio di artisti italiani.
 
L'Adorazione dei Magi dipinta da Gentile da Fabriano nel 1423 (Firenze, Galleria degli Uffizi) illustra bene lo spirito della civiltà tardo-gotica: tutto è eleganza, raffinatezza, linearismo, decorativismo.
Verso la capanna con la Sacra Famiglia, sulla sinistra, si dirige un lungo e affollato corteo, preceduto dai re Magi. Siamo così affascinati dalla brillantezza dei colori, dalla luminosità dell'oro, dalla ricchezza dei particolari (i gioielli, le stoffe lussuose degli abiti, gli animali esotici come le scimmie e la pantera) che quasi non ci rendiamo conto che si tratta di una scena religiosa.
È come una fiaba, elegante e sospesa in una dimensione senza tempo.
 
Pochi anni dopo, nel 1426, Masaccio dipinge una Adorazione dei Magi (Berlin, Staatliche Museen) per il Polittico di Pisa. Solo pochi anni, ma la distanza culturale è enorme. Il pittore elimina tutti gli elementi non essenziali, l'oro, i dettagli decorativi. I protagonisti sono figure reali, concrete, che si muovono in uno spazio tridimensionale, creato con la prospettiva matematica. La luce, naturale, illumina la scena da sinistra cosicché a terra si vedono le ombre. L'effetto è di semplicità, chiarezza e monumentalità.
L'episodio non è una fiaba cavalleresca ma è una historia, un fatto storico, al quale assistono due personaggi vestiti di nero, che indossano abiti contemporanei: sono due testimoni.
Con Masaccio, che rappresenta il fatto come un episodio che è parte della storia dell'Uomo, inizia la grande pittura del Rinascimento.
 
Tra 1481 e 1482, quasi sessant'anni dopo, Leonardo comincia a Firenze un'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi), ma la lascia incompiuta al momento della sua partenza per Milano nel 1482; sulla tavola c'è solo il disegno preparatorio, anche se molto accurato.
Leonardo è un innovatore del linguaggio rinascimentale. A lui, che analizza la realtà con gli occhi attenti
e curiosi di uno scienziato, non interessa raccontare il fatto storico ma capire il significato della nascita di Cristo, le sue conseguenze sull'umanità: ecco perché rappresenta la scena come epifania, come  manifestazione del Divino.
Abbandona perciò lo schema orizzontale, eliminando il corteo e la capanna; mette al centro la Madonna con il Bambino e intorno colloca numerosi personaggi che con i loro gesti e con le loro espressioni evidenziano un grande turbamento, una profonda emozione.
La manifestazione della Divinità è fatto eccezionale, che sconvolge il corso naturale delle cose e la vita degli uomini. In questo caso, cambia il cammino della Storia: infatti nella parte superiore del quadro si vede una battaglia di cavalieri davanti a un grande edificio antico (forse un circo) in rovina, interpretata come una allusione alla fine del mondo pagano.
 
A Venezia, un secolo dopo (1582), Jacopo Tintoretto dipinge una visionaria Adorazione dei Magi per la Sala Terrena della "Scuola Grande di San Rocco". Siamo nel periodo del Tardo Manierismo (o, meglio, della Maniera), quando l'arte non è più espressione della superiorità dell'Uomo razionale, come nel Rinascimento, ma è al servizio della Chiesa cattolica e della Controriforma.
In questa tela, come in altre opere a San Rocco, tutto è mistero, spiritualità, profondo senso del sacro. Questo effetto  è conseguenza dell'uso suggestivo della luce.
In primo piano la luce emana dal corpo di Gesù e, lottando con l'ombra profonda del crepuscolo, mette in evidenza i gesti e le emozioni dei Magi e degli altri protagonisti. Sul fondo il corteo dei Magi è quasi un'apparizione fantastica, con figure trasparenti, senza peso, costruite per mezzo di pennellate luminose rapide e spezzate.
Quello che vediamo è veramente uno spazio dell'anima, espressione dello spirito visionario dell'artista veneziano.  
 
Al 1753 risale la grande Adorazione dei Magi (München, Alte Pinakothek) dipinta da Giovan Battista Tiepolo, uno dei più famosi rappresentanti della pittura veneta nell'epoca dominata dal gusto rocaille.
Lontana sia dalla spiritualità che dalla razionalità degli esempi del passato, si presenta quasi come una rappresentazione teatrale. È molto raffinata nei dettagli: la luminosità della Vergine che si contrappone agli abiti scuri, e quasi poveri, di San Giuseppe; la figura del Moro in primo piano, con il turbante rosso e gli abiti lussuosi; la macchia brillante della veste dorata del Mago inginocchiato davanti alla Madonna. Ed i colori sono squillanti, splendenti.
La bellezza della pittura non riesce però a nascondere la mancanza di emozioni, e di spiritualità, della scena. È un'opera fatta per appagare gli occhi, per soddisfare il gusto per la raffinatezza e l'eleganza, più interessata all'apparenza che alla sostanza, secondo quella estetica del piacere che domina buona parte del XVIII secolo. L'argomento rappresentato è poco importante, quello che conta è lo splendore della forma.
 
 






www.scudit.net/
[Modificato da fil0diseta 02/01/2009 13:41]


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Domenico Ghirlandaio - Adorazione dei Magi (1449-1494)

eseguita per la chiesa dello Spedale: splendida per ricchezza di colori e di particolari,
la tavola vede inseriti tra quanti circondano il Bambino
alcuni ritratti dei personaggi storici (mercanti dell`Arte della Seta e inservienti) legati alla vita dello Spedale. 


www.florenceholidays.com/






P. P. Menzocchi, Adorazione dei Magi. (San Domenico-Cesena)


Dipinto importante nella storia della pittura cesenate e regionale è l’ Epifania (1573?), posto nell'abside, al centro: fra le opere di Pier Paolo Menzocchi (probabilmente del padre di lui, Francesco [Forlì 1502/1574]).

www.homolaicus.com/arte/



[Modificato da fil0diseta 04/01/2009 10:11]


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02/01/2009 14:07
 
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Giotto - Adorazione dei Magi


Giotto - L'Adorazione dei Magi

Cappella degli Scrovegni - Padova
 

... E interrogò i magi, dicendo loro: - Che segno avete visto circa il re che è nato? Dissero i magi: - Abbiamo visto una stella grandissima, che brillava tra queste altre stelle e le oscurava, così che le stelle non si vedevano, e noi per questo abbiamo capito che un re era nato per Israele e siamo venuti per adorarlo.
Ed Erode disse: - Andate e cercate; e se lo trovate fatemelo sapere affinché anch'io vada ad adorarlo.
I magi se ne andarono. Ed ecco la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché giunsero alla grotta, e si fermò in capo alla grotta….

Un noto esempio di astronomia nell'arte è senza dubbio quello dell'opera di Giotto. In un particolare del complesso di affreschi dipinto nel 1303 nella Cappella degli Scrovegni a Padova, recentemente restaurata, c'è "L'Adorazione dei Magi" in cui l'artista raffigurò la Cometa di Halley che aveva osservato al suo passaggio nel 1301 usandola come modello per la stella di Betlemme. Oggi si sa per certo che la Cometa di Halley passò nel 12 a.C. ed è generalmente accettato che la Stella di Betlemme non fosse altro che un eccezionale allineamento fra Giove e Saturno, Giotto non poteva comunque saperlo perché tale allineamento è stato calcolato per la prima volta da Keplero nel 1604. Tuttavia, a parziale conferma del suo interesse per l'astronomia, ci sono alcuni studi effettuati sulla Cappella degli Scrovegni che presenta moltissimi allineamenti astronomici. Per quanto riguarda Giotto, questi realizzò un particolare dedicato alla Madonna in una posizione anomala (non simmetrica rispetto alle pitture circostanti) proprio sotto la riproduzione in miniatura della stessa Cappella. 
Nel giorno dell'Annunciazione, dedicato alla Madonna, un raggio di sole penetra da una fessura praticata ad una finestra e proprio in questo particolare si verificano degli effetti di luce straordinari. Alcune strisce di luce colorata colpiscono la Madonna e salgono sulla miniatura della Cappella. Questa era una pratica molto in uso nel medio evo perché riusciva a suscitare stupore e alimentava la devozione in un'atmosfera mistica adatta al luogo. Tali pratiche testimoniano quindi un'attenzione particolare per l'astronomia perché occorreva conoscere bene il concetto di eclittica e i giorni degli equinozi, soprattutto perché gli orientamenti della Cappella sono rivolti verso l'alba e il tramonto di questi giorni. A prescindere da ciò, Giotto fu comunque il primo a darci una rappresentazione realistica di un simile fenomeno astronomico in un'opera artistica se pur interpretata in un contesto non corretto.

 






www.aformadidea.com/
[Modificato da fil0diseta 02/01/2009 14:16]


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03/01/2009 17:20
 
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La stella di Natale
Tradizione e storia





L'adorazione dei Magi di Giotto nella
Cappella degli Scrovegni, a Padova




Quando si mette sulla punta dell'albero di Natale oppure sopra la capanna del Presepe la stella cometa, non si pensa di compiere un gesto che abbia solide basi scientifiche, oppure storiche;è ormai un gesto consueto. Eppure si possono fare molte considerazioni sul fatto che si possa trattare del ricordo di un evento veramente accaduto.
L'unico dei quattro Evangelisti che nel racconto della Natività riferisce sulla presenza di un astro nello scenario della Natività è Matteo che parla genericamente di una "stella".

7- Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella
8 - e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
9 - Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
10 - Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.

Nei Vangeli apocrifi ci sono descrizioni più precise:
2- [..] E interrogò i magi, dicendo loro: - Che segno avete visto circa il re che è nato? Dissero i magi: - Abbiamo visto una stella grandissima, che brillava tra queste altre stelle e le oscurava, così che le stelle non si vedevano, e noi per questo abbiamo capito che un re era nato per Israele e siamo venuti per adorarlo.
Ed Erode disse: - Andate e cercate; e se lo trovate fatemelo sapere affinché anch'io vada ad adorarlo.
3 - I magi se ne andarono. Ed ecco la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché giunsero alla grotta, e si fermò in capo alla grotta….

In un altro dei Vangeli apocrifi, il codice Arundel 404:
"L'abbiamo saputo dal segno della stella: ci è apparsa infatti più sfolgorante del sole, sul cui fulgore nessuno ha mai potuto dire nulla. Questa stella, che è sorta, significa che nello splendore del giorno regnerà la stirpe di Dio. Essa non girava nel centro del cielo come sogliono fare le stelle fisse e i pianeti, che quantunque osservino un certo corso di tempo, essendo immobili e di incerta provenienza sono sempre dette erranti: solo questa non è errante. Pareva, infatti, che tutto il polo, cioè il cielo, non potesse contenerne la grandezza; ma anche il sole non ha potuto oscurare lo splendore della sua luce come fa per quello delle altre stelle. Anzi lo stesso sole si è fatto più debole di fronte allo splendore della sua venuta. Questa stella, infatti, è parola di Dio. Quante sono le stelle, altrettante sono le parole di Dio. E parola di Dio è il Dio ineffabile. Come ineffabile è questa stella: essa appunto ci fu compagna lungo la via che abbiamo percorso per venire a Cristo".


Da queste descrizioni è difficile risalire al fenomeno celeste di cui si narra; i racconti si colorano spesso di elementi di fantasia, suscitati dalla meraviglia e dalla lontananza del ricordo.

Si sono fatte molte ipotesi sulla natura del fenomeno che avrebbe attirato i Magi (che poi assunsero per consuetidine la qualifica di Re) fino a Betlemme, compiendo un viaggio avventuroso e denso di pericoli di molti mesi.
Nessun evento astronomico somiglia a questa stella che cammina indicando un punto preciso.
Alcuni grandi studiosi hanno fatto l'ipotesi di una nova, o di una supernova, ma in questo caso la "stella" avrebbe subito delle variazioni di luminosità poco durevoli durante la sua presenza nel cielo.

L'ipotesi della cometa appare anch'essa poco valida. Se fosse stata un grande cometa sarebbe stata visibile a tutti i popoli, e avrebbe quindi suscitato clamore, mentre deve essersi trattato di un evento apprezzabile solo da alcuni studiosi delle stelle, che ne avrebbero interpretato il significato più profondo secondo le loro convinzioni religiose, orientate già allora verso una religione monoteista.
La data della nascita di Cristo come evento storico deve rispettare altri eventi storici di cui si hanno notizie certe: il periodo in cui Erode governò il territorio, il censimento nei territori della Giudea a cui si recavano Giuseppe e Maria e non ultima la presenza accertata di una cometa, se cometa fu l'evento.

Ci sono testimonianze su varie comete di quel periodo, e una di queste è accertato che fu la cometa di Halley, presente nell'anno 12 a. C., come si evince dalle testimonianze di quel tempo:

"Sotto il consolato di Marco Valerio Messala Barbato e di Publio Sulpicio Quirino, prima della morte di Agrippa, si vide per parecchi giorni una cometa: era come sospesa sulla città di Roma; in seguito apparve risolversi in diverse piccole fiaccole."

Testimonianze molto precise ci vengono dalla Cina:

Nel periodo di regno Yuan-Yen, anno I°, mese 7° giorno hsin-wei, una cometa (po) fu vista nella 22a casa lunare, che camminava su Wu-Chu-Hou...

Prendiamo in considerazione questa cometa, non per adottarla come verità storica ma per una ragione particolare: fu la prima ad essere rappresentata su una scena di Natività e dopo qualche secolo è diventata il simbolo del Natale.

Fu intorno all'anno 1305 che Giotto, affrescando la Cappella degli Scrovegni, a Padova, pose nel cielo la cometa, e la raffigurò in maniera realistica, non stilizzata come stella a 8 punte come fino a quel momento si era fatto, rispettando la tradizione liturgica. Giotto la dipinse probabilmente perchè aveva visto una cometa in quegli anni. E' convinzione quasi generale che Giotto si sia ispirato alla cometa di Halley, che comparve nel 1301. Anche Paolo Maffei, nel suo libro dedicato proprio alla celebre cometa in occasione della sua ultima comparsa nel 1986, trova naturale pensare che sia proprio lei a comparire nel celebre dipinto, ma fa sorgere anche qualche dubbio dovuto al fatto che nello stesso anno 1301 comparve anche un'altra cometa, dopo quella di Halley visibile dal 14 settembre al 31 ottobre.

Questa seconda cometa fu visibile proprio tra Natale e l'Epifania, come la cometa Machholz, la cometa di Natale 2005.





La seconda cometa del 1301, raffigurata nel TheatrumCometicum di Lubienietz





Il dubbio sorge per il colore dell'astro che viene raffigurato rossastro, mentre le testimonianze cinesi, molto precise, la descrivono di colore bianco.

Anche lo storico GIOVANNI VILLANI in Nuova Cronica ne dà testimonianza:

Come aparve in cielo una stella commata.
Nel detto anno (1.301), del mese di settembre, apparve in cielo una stella commata con grandi raggi di fummo dietro, apparendo la sera di verso il ponente, e durò infino al gennaio...(vedi)

Evidentemente egli confonde le due comete, e ne ricorda una sola.

Questo potrebbe riguardare anche Giotto, che potrebbe aver rappresentato non una o l'altra cometa ma un'astro dalle caratteristiche accomunate dal ricordo.

Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi, che potrebbe avere un fondamento, che l'evento astronomico fosse una congiunzione tra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci, ripetuta per tre volte nel volgere di alcuni mesi, che per la sua valenza simbolica (Giove era il pianeta della regalità, Saturno era l'astro che proteggeva Israele, la costellazione dei Pesci ricordava Mosè salvato dalle acque), avrebbe suggerito ai Magi di partire per il loro lungo viaggio verso la Palestina.

Ma in fondo non ha nessuna importanza che sia l'una o l'altra cometa, l'uno o l'altro fenomeno celeste; rimane il simbolo dell'evento, un simbolo e un messaggio di pace.


Per chi vuole approfondire:

http://www.theblueplanet.ch/infocenter/lente/stella_di_natale.htm


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Adorazione dei magi (attraverso i cani dell'arte rinascimentale)
I cani entrano anche nella scenografia sacra come nella famosa tavola degli Uffizi di Gentile da Fabriano. La perfetta dosatura di fiaba decorativa e di suggestioni naturalistiche permette al pittore dell’oro d’inserire nella Adorazione dei Magi in primo piano, accanto agli scalpitanti cavalli dei re venuti dall’Oriente, un magnifico esemplare di levriero che veste, come i cavalli, paramenti dorati. (Adorazione dei magi, Gentile da Fabriano, Galleria degli Uffizi, Firenze) In un’altra Adorazione dei Magi, stavolta per nulla favolistica, un affresco dipinto da Benozzo Bozzoli nella cappella di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, ancora agili levrieri galoppano verso la grotta. (Benozzo Gozzoli, Adorazione dei Magi, Palazzo Medici Ricciardi, Firenze)
Nel capolavoro personale di Jacopo Bassano, l’Adorazione dei Magi si svolge come un episodio di straordinario realismo, evidente nella descrizione dell’asino, dei cavalli, e dei cani soprattutto. Due epagneul bréton, uno dei quali bicolore, all’angolo destro del dipinto sono impegnati ad annusare le vesti ed i mantelli di uno dei magi: straordinariamente realistico, perché tipico di tutti i cani – soprattutto da caccia - è l’annusare persone e odori non noti e i cani di Jacopo Bassano continuano ad annusare i magi che non riconoscono perchè sono giunti a Betlemme da terre lontane. (Jacopo Bassano, Adorazione dei Magi, Kunsthistorisches Museum, Vienna).
Un levriero viene dipinto immobile ai piedi del più giovane dei magi ne L’adorazione dei magi di Roger Van Der Weyden: i tre re, che vestono sontuosi abiti contemporanei al pittore, rappresentano le tre età dell’uomo ed il levriero accucciato vicino al mago più giovane sembra simboleggiarne non solo l’eleganza ma anche l’agilità. (L’adorazione dei magi di Roger Van Der Weyden, Pala di Santa Colomba, Colonia, 1455)

Adorazione dei magi, Gentile da Fabriano, Galleria degli Uffizi, Firenze

Benozzo Gozzoli, Adorazione dei Magi, Palazzo Medici Ricciardi, Firenze

Jacopo Bassano, Adorazione dei Magi, Kunsthistorisches Museum, Vienna

L’adorazione dei magi di Roger Van Der Weyden, Pala di Santa Colomba, Colonia, 1455


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Matteo 2,1-11 L'arrivo dei Magi



Matteo 2,1-11 L'arrivo dei Magi


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