Ed è come partire per non tornare

Ed è come partire per non tornare
stare qui a guardare l'inizio della fine
per un viaggio che unico si sfrangia
di capelli che per troppo tempo
ci tolsero la vista

sembrava limpido il filo del vitigno
lontano e solo, terso come non ci fosse
e tu perso accompagnavi il passo
bastone senza meta, di là
dal fosso senza guardare davvero

le mani gli intrecci il rosso e tutte
le altre cose senza nome
avranno forse un posto nel cimitero
degli errori, forse sfileranno via
dalla cruna di un ago senza punta
come dalla grotta della pancia

e tu con loro. Il silenzio che liquefa
le strade dove passeremo ha già
odore di mosto e scivola di palmo
in foglia

C'è nella tua poesia una malinconia struggente, che mi si incolla a pelle... sarà che ho ancora, come te, il mare addosso e i profumi dell'estate passata troppo in fretta e tutta quegli amici, e le storie che sono passate e rimaste, come quei granelli di sabbia, che non so come mi sono portata dietro, tra i vestiti e le scarpe e il sapore in bocca... e allora partire è uno strappo da cui non riesco a separarmi... ancora...

è bella e dolce e sai che mi piace leggerti

caspiterina, questo è perchè non avevi ispirazione?
intrisa di magica nostalgia che si conclude della splendida chiusa... molto piaciuta!

eh eh... non è che mi manca l'ispirazione, è che per qualche strano inspiegabile motivo (in realtà non tanto inspiegabile) voglio cercare di ricacciarla dentro, di perdere il vizio...
forse, quando non sarà più una specie di necessaria abitudine, le parole, i temi, le verità si concretizzeranno più limpide dentro e fuori di me.

comunque, come vedi, non ho ancora perso il vizio... tutta colpa di qualcuno che mi scivola dal cuore...deludente...


mire... ho trovato sabbia nelle scarpe!