(Senza titolo, Roma, 2 marzo 2008)

notturnoop09
domenica 18 maggio 2014 22:46
Non mi ricordo se a suo tempo la pubblicai anche qui.
Ma stasera mi sentivo di riproporla.



Viaggio a volte
in un passo dove domina confuso
lo stesso ordine di idee di chi si trova ad amare.

Esco coi miei amici la sera
e bevo birra sui tavoli rigati di un bar.

Le sigarette non hanno sapore
quelle sere che grida più orribile il vento

entra tra le suole delle scarpe
sui fili d’erba strappati dei nostri pensieri.

Avrei bisogno di possederla la sera
come l’ultima puttana bagnata di un pub.

Per più piacermi e distrarmi e ferirmi.

Lontano dal mio corpo di neve
come l’ombra dischiusa che srotola in un letto.

Avrei bisogno di un’altra noia.

La tua pelle che spoglia per non farmi morire.

Come faccio da sempre.

Come sono io e te e tutti noi.

Come nel buio distante di una tua dolce sottana

al cielo di una finta alba

in cui graffiare sognando
la schiena della vita.
fabella
giovedì 22 maggio 2014 10:49

è la città nel suo momento d’ozio, di torpore che ci contagia e ci possiede. e si trasforma in forte fastidio anche il miracolo del vento che passa tra le suole di scarpe e i fili d’erba. c’è solo il bisogno di sentirsi vivi attraverso una noia diversa, che addolcisca, infierisca, illuda di dominare la vita, e non esserne sottomessi.



questa è la mia personalissima lettura
[SM=g2829698]
notturnoop09
sabato 24 maggio 2014 00:00
Ogni personale lettura del singolo e indeterminato fruitore è quel che, al di là delle intenzioni dell'autore e del suo filo logico-sentimentale, la poesia voleva, nel suo segreto, esprimere.
[SM=g8265]
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