è la città nel suo momento d’ozio, di torpore che ci contagia e ci possiede. e si trasforma in forte fastidio anche il miracolo del vento che passa tra le suole di scarpe e i fili d’erba. c’è solo il bisogno di sentirsi vivi attraverso una noia diversa, che addolcisca, infierisca, illuda di dominare la vita, e non esserne sottomessi.
questa è la mia personalissima lettura