Il pezzo era rimasto senza commenti perché ci siamo dedicate a molto altro, fino a superare questa scrittura e per quello non tornarci più su.
Nei nuovi scritti infatti tu, Annamaria, usi un linguaggio più plastico, non più ancorato a parole del tipo
Tagliava ogni sera con rabbia
mentre un
sospiro di
stella si celava di
nuvola
per non guardare per non gridare(mettiamoci anche questi)
io declinavo verbi all'imperfetto in cantilena
per non morire
ero
ridevo volavo vivevo
SPARIVO (e questi)
Nel rifiuto delle
lacrime un bicchiere di sale
potava sul comodino la siepe dei
sogni
io mi chiudevo piet(r)osa tra parentesi quadre
e credo tu abbia imparato a non usare più pesanti associazioni di idee, come
che da culla in falce non si trasformi luna
Resta comunque una trasmissione di emozioni che certamente arriva a lettori diversi e sensibilità diverse. Per questo preferisco che al mio si uniscano altri canoni di lettura, altre voci a completare gli ambiti sui quali si può articolare un commento. Quelli dei temi e dei significati, che per un mio limite, passano in secondo o terzo piano, se ancora non riesco a cogliere un linguaggio con una definita impronta personale e piena consapevolezza della propria scrittura.