(sebastiano)
il verso, il verso, arriva sul bordo del tegame
sulle mappe arrotolate del prezzemolo
in cima ad un armadio troppo alto
vanno sotto l’indice di uno sdentato Joice
o negl’incastri sgretolati tra Roma e Atene
pannelli componibili di una mente origami
-è quasi pronto!- la cena, il verso, il tono
da un’altra vita arriva, forse la signora in giallo
senza catene di aghi, con davanzali colmi di orchidee
e le fatture al ragioniere
Ma le cipolle… ah che fortuna le cipolle!
(daniela)
ah le cipolle, sempre le solite cipolle
sulle maniche, sulla capigliatura
intingono le tende, l’ultimo manoscritto
– e il caffè? fammi il caffè. intanto
annuso il tempo- le abitudini che cambiano
sotto le lenzuola, il passo lento del gatto
che non vorrebbe mai fiutare la morte
avanti e in dietro con la bozza di una poesia
un segno rosso, una virgola in meno
e l’aggettivo dopo le posate