182 Reggimento Garibaldi

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wintergreen
00domenica 2 ottobre 2016 21:37
Anni fa in questo sito abbiamo parlato del 182 Reggimento Garibaldi, reparto decorato di medaglia d'oro dalla storia complessa e da un destino immeritato.
Il Garibaldi fu costituito nel 1945 con i reparti delle Divisioni Venezia e Taurinense ritornati in Italia e che, dopo l’8 settembre, non si erano sciolti, ma combatterono contro i Tedeschi in Montenegro. Per questo ebbe la Medaglia d’oro. Successivamente subì diverse trasformazioni organiche e nel 1975, incomprensibilmente, fu l’unico Reggimento di cui non si mantenne il numero in uno dei nuovi battaglioni autonomi (i suoi due battaglioni rimasero in vita mantenendo il proprio numero 13^ carri Pascucci e 11^ bersaglieri Caprera).
Quello che vorrei approfondire è perché, in tutti i documenti ufficiali che lo riguardano, non si parla mai del suo utilizzo quale reparto antiguerriglia in Sicilia!
Ho trovato finalmente qualche riferimento in due recenti libri Alfio Caruso “Quando la Sicilia fece guerra all’Italia”, più legato alla parte politica e Antonello Battaglia “ Separatismo Siciliano - I Documenti Militari” con un notevole numero di relazioni tratte dalle memorie storiche dei vari comandi tra cui quelle del Reggimento Garibaldi (allora non ancora 182^).
Dal 1944 al 1946 ci fu una vera e propria guerriglia con un notevole numero di morti da entrambe le parti, uccisi spesso in modo bestiale, come otto carabinieri sgozzati!
Furono utilizzati anche carri armati (i mitici carri L) e cannoni da 100/17. Ai separatisti, oltre che decine di fucili, mitragliatori e mitragliatrici, centinaia di bombe a mano e migliaia di proiettili furono catturati anche cannoni da 47/32!
Nella primavera del 1946 il Reggimento, di stanza a Firenze, fu trasferito per alcuni mesi in Sicilia ed utilizzato di rinforzo alle unità di sicurezza interna in loco (Sabauda/Reggio e Aosta) per una breve, ma intensa campagna (un “surge” ante litteram) contro i separatisti siciliani.
Le due divisioni di sicurezza interna avevano compiti principalmente di presenza sul territorio, affiancando CC e PS, al Garibaldi furono affidate le azioni più specificamene di controguerriglia, forse perché ritenuto, data l’esperienza nei Balcani, il reparto più adatto nell’intero esercito in questi ambiti.
Successivamente il fenomeno separatista perse, seppure lentamente, di importanza, almeno per quello cge riguarda la parte militare.
Il Garibaldi rientrò a Firenze e si trasferì a Pordenone e poi a Sacile, dimentico della sua esperienza antiguerriglia, diventando un Reggimento come tanti altri.
Quello passato in Sicilia fu un brutto periodo: dopo di allora non se ne è parlato molto, forse ci si vergogna di quella pagina di storia?
Qualcuno ne sa di più?
LucaJJ
00martedì 3 gennaio 2017 09:05
Purtroppo una replica molto tardiva e, temo, poco utile da parte mia. Volevo solo dire che per me (classe '65) questo capitolo della nostra storia mi era completamente sconosciuto. Avevo letto a riguardo di personaggi come il bandito Giuliano e degli aspetti violenti del movimento indipendentista in Alto Adige, ma che interi reggimenti fossero stati ulilizzati in tale modo sul suolo Italiano proprio lo ignoravo.
Non mi stupisce comunque, che in periodi sucessivi il reparto abbia dato scarso rilievo a questo capitolo della sua storia.
Peraltro, senza volere sollevare polemiche, l'incidenza degli eventi immediatamente successivi all'8 Settembre sulla denominazione di reparti nell'esercito repubblicano mi é sempre sembrata un pó "calcata".
wintergreen
00martedì 3 gennaio 2017 14:00
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Avevo letto a riguardo di personaggi come il bandito Giuliano e degli aspetti violenti del movimento indipendentista in Alto Adige, ma che interi reggimenti fossero stati utilizzati in tale modo sul suolo Italiano proprio lo ignoravo.
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In Sicilia, dove il Garibaldi operò solo per alcuni mesi (in un’operazione tipo surge di Petreaus in Irak!) furono ampiamente utilizzate due divisioni di sicurezza interna l’Aosta e la Sabauda (dal 46 Reggio). Entrambe con due reggimenti di fanteria e uno di artiglieria, senza pezzi pesanti.
In Alto Adige negli anni 60/70 operarono due Brigate alpine, in funzione controllo del territorio, l’Orobica e la Tridentina. Se ne parlava poco, anzi quasi nulla, ma le due unità, spesso supportate da reparti di altre Brigate, erano utilizzate per controllare i punti nevralgici, rifugi alpini, centrali elettriche, caselli ferroviari e per fare pattugliamenti lungo le principali arterie ed in montagna
Posso testimoniarlo direttamente perché nel 1969 ero in zona e ho partecipato a molte di queste attività
Per dire quale era l’ambiente, il posto di guardia della Caserma Rossi di Merano aveva le finestre parzialmente protette con sacchetti di sabbia e si montava di guardia con il caricatore inserito, pur senza colpo in canna.
La cosa più buffa è che noi najoni lo facevamo senza renderci conto in alcun caso del pericolo potenziale (sono gli anni di Malga Sasso e Cima Vallona) e nessuno aveva ritenuto opportuno informarci.
LucaC.91
00giovedì 5 gennaio 2017 21:55
Storia molto interessante quella del 182°, che non tutti conoscono appieno. Io ad esempio ignoravo la parte di controguerriglia svolta in Sicilia. Ora non più [SM=x75444]

Post 1975 a Pordenone è stata costituita l' 8^ Brigata Meccanizzata "Garibaldi" in seno alla Divisione Ariete. Possiamo considerarla erede del 182° Reggimento? (oltre che dell' 8° Bersaglieri, la cui elevazione organica ha dato origine alla brigata) Oppure è solo una coincidenza (in tal caso volutissima da parte dello SME) per tenere in vita la denominazione senza dare troppo nell'occhio nel contesto di brigate intitolate ad eroi risorgimentali, dato che il 32° Carri è diventato brigata "Manin" ed il 132° è diventato la "Mameli"?
Max Falchi
00giovedì 5 gennaio 2017 23:08
L'erede del 182° Rgt al momento del suo scioglimento che avvenne nel 1976 fu l'11º Battaglione Bersaglieri "Caprera".

Segnalo una svista: il 32° Rgt Carri non diede "vita" alla "Manin" ma alla 32ª Brigata Corazzata "Mameli" e di conseguenza il 132° Rgt alla 132ª Brigata Corazzata "Manin".
wintergreen
00venerdì 6 gennaio 2017 09:59
Il 182 è stato un reggimento atipico per tanti particolari
- Unico reggimento di fanteria solitario, non è mai esistito un gemello 181;
- Prima di avere il numero 182 portò mostrine e cappello alpino, ricordo della Divisione Taurinense
- Non ebbe mai, come 182, proprie mostrine, dal 46 al 58 utilizzò quelle del Nembo, dal 58 diventato corazzato utilizzò quelle dei carristi e della bersaglieri.
- Quando fu sciolto trasferì il nome alla 8 brigata bersaglieri la cravatta rossa all’11 bersaglieri Caprera, ma la componente bersaglieri, dal punto di vista storico, aveva poco significato, in quanto inserita nel reggimento solo dal 1958

LucaC.91
00venerdì 6 gennaio 2017 10:08
Grazie ad entrambi per le risposte...e per aver corretto la svista. Ieri sera non mi sono accorto di avere invertito i nomi delle brigate [SM=g27988]
wintergreen
00venerdì 3 febbraio 2017 17:06
Mi ricollego a questa discussione per un breve ricordo, anche se vado OT:
il 2 ottobre scorso avevo scritto.
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Dal 1944 al 1946 ci fu una vera e propria guerriglia con un notevole numero di morti da entrambe le parti, uccisi spesso in modo bestiale, come otto carabinieri sgozzati!
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Ho scoperto solo oggi che proprio in quei giorni la Gazzetta ufficiale www.gazzettaufficiale.biz/atti/2016/20160262/16A07877.htm
riportava la concessione a questi otto carabinieri della medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri alla memoria.
E che memoria, sono passati 71 anni!
Per tutti la stessa motivazione
«Con ferma determinazione, esemplare iniziativa ed eccezionale coraggio, nel corso di un servizio perlustrativo, unitamente a altri militari, non esitava ad affrontare un soverchiante numero di fuorilegge, appartenenti a pericolosa banda armata. Fatto segno a proditoria azione di fuoco, replicava con l'arma in dotazione, dopo aver trovato rifugio all'interno di un fienile, resistendo strenuamente sino al termine delle munizioni, allorche' veniva catturato. Costretto a marcia forzata nell'agro Nisseno per 18 giorni, sottoposto ad atroci sofferenze fisiche, ininterrotto digiuno e vessazioni, veniva, infine, barbaramente trucidato. Chiaro esempio di elette virtu' militari e altissimo senso del dovere». - Ex feudo Nobile, agro di Gela (Caltanissetta) - Ex feudo Rigiulfo, agro di Mazzarino (Caltanissetta), 10 - 28 gennaio 1946.
Pur nella retorica che riempie tutte le motivazioni dei decorazioni al valore, è una descrizione viva di un tragico momento della storia patria, che si è preferito dimenticare!
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