A GianMario Lucini

annamariagiannini
mercoledì 29 ottobre 2014 13:39

E così rimane tutto da fare.
I popoli oltraggiati, quelli scomparsi
le sere messe per traverso, i corpi
in mezzo al mare, chi muore per lavoro
chi senza lavoro langue, i compagni uccisi
e la voce di un poeta che scompare

rimane la schiena a sopportare il peso
di questo tempo che non so cantare
mentre cammino a braccia stanche
in mezzo al bosco dove le more
son diventate amare

poi c'è un ventre gravido, una lettera
vergata incerta da due occhi limpidi
un sottoscala di parole buone e continuiamo
cercando gli uomini sotto storie in bilico
dentro la polvere di una fotografia

siamo partigiani di una lotta antica
prendiamo in prestito il poco che ci serve
sputando in faccia a chi ci beve il sangue
siamo speranza senza più bandiere, e andiamo
dove la piazza brucia e non c'è il sole
radikal60
mercoledì 29 ottobre 2014 18:17
Molto bella, Annamaria, davvero complimenti. La prima strofa è "immensa", non c'è una virgola che non sia necessaria, non una parola che non canti, non un concetto che non sia anche mio. E anche il resto non può non piacermi dal momento che sento la tua lotta anche mia. L'ultima strofa da un punto di vista della resa poetica mi sembra leggermente più inficiata da una volontà di dire che forse la fa sentire un po' più retorica rispetto alle altre, ma capisco che certe cose vanno dette in modo chiaro e senza giri di parole. Conoscevo Gianmario di fama e ho letto vari suoi interventi sui più importanti siti di poesia, spesso condividendone tono e contenuto. Un uomo e un poeta che ci mancherà
annamariagiannini
mercoledì 29 ottobre 2014 20:01
Re:
radikal60, 29/10/2014 18:17:

Molto bella, Annamaria, davvero complimenti. La prima strofa è "immensa", non c'è una virgola che non sia necessaria, non una parola che non canti, non un concetto che non sia anche mio. E anche il resto non può non piacermi dal momento che sento la tua lotta anche mia. L'ultima strofa da un punto di vista della resa poetica mi sembra leggermente più inficiata da una volontà di dire che forse la fa sentire un po' più retorica rispetto alle altre, ma capisco che certe cose vanno dette in modo chiaro e senza giri di parole. Conoscevo Gianmario di fama e ho letto vari suoi interventi sui più importanti siti di poesia, spesso condividendone tono e contenuto. Un uomo e un poeta che ci mancherà






si, mi mancherà tantissimo Gianmario, avevo con lui una corrispondenza puntuale, cercava di convincermi a pubblicare finalmente, fallo mi diceva o presto quegli scritti non ti apparterranno più, aveva accettato di essere ospite dell'evento sull'immigrazione che sto organizzando per il 7 dicembre, era entusiasta del titolo.
Arrestate le rondini, (il reato di migrare)

non lo avevo ancora conosciuto di persona, non vedevo l'ora, non succederà mai.
Si, mancherà

radikal60
mercoledì 29 ottobre 2014 21:39
Ti avevo anche scritto qualcosa, entrando in punta dei piedi nei tuoi versi (c'erano tre diverse versioni, poi mentre ti rispondevo è scomparso tutto, anche il mio post).
Avevo notato che anche tu non eri soddisfatta dell'ultimo verso della seconda strofa. Io suggerirei "diventano amare", si perde un po' il senso che, penso, volevi dare di un divenire, di uno status in progress, ma mi pare migliori il suono (le troncature, che avevi ipotizzato nelle altre versioni, non mi piacciono mai, mi sanno di "vetero-poesia").
Nella terza strofa ero per mantenere "vergata a mano", nella quarta potrei avere qualche dubbio sulla ripetizione del "ci", sentirei meglio ad esempio "prendiamo in prestito il po' che serve".
Ciao
annamariagiannini
giovedì 30 ottobre 2014 09:54
Re:
radikal60, 29/10/2014 21:39:

Ti avevo anche scritto qualcosa, entrando in punta dei piedi nei tuoi versi (c'erano tre diverse versioni, poi mentre ti rispondevo è scomparso tutto, anche il mio post).
Avevo notato che anche tu non eri soddisfatta dell'ultimo verso della seconda strofa. Io suggerirei "diventano amare", si perde un po' il senso che, penso, volevi dare di un divenire, di uno status in progress, ma mi pare migliori il suono (le troncature, che avevi ipotizzato nelle altre versioni, non mi piacciono mai, mi sanno di "vetero-poesia").
Nella terza strofa ero per mantenere "vergata a mano", nella quarta potrei avere qualche dubbio sulla ripetizione del "ci", sentirei meglio ad esempio "prendiamo in prestito il po' che serve".
Ciao




si grazie, ci lavorerò che l'ho scritta di getto, le tre versioni le aveva messe da solo il blog mentre correggevo. L'ultimo verso è:

dove la piazza brucia e non c'è il sole
fil0diseta
giovedì 30 ottobre 2014 11:30
chiedo perdono a radikal. ho eliminato io gli altri due post, lasciando solo questo dove c'era un commento. pensavo ad un errore di Annamaria e l'ho fatto senza confrontare le eventuali differenze tra un testo e l'altro. comunque li avevo messi in archivio qualora fossero stati da ripristinare. quindi copio qui le altre due versioni, per mantenere tutto raccolto in una sola discussione [SM=g8335]

I

E così rimane tutto da fare.
I popoli oltraggiati, quelli scomparsi
le sere messe per traverso, i corpi
in mezzo al mare, chi muore per lavoro
chi senza lavoro langue, i compagni uccisi
e la voce di un poeta che scompare

rimane la schiena a sopportare il peso
di questo tempo che non so cantare
mentre cammino a braccia stanche
dentro un bosco dove anche anche le more
sono diventate amare

poi c'è un ventre gravido, una lettera
vergata a mano da due occhi limpidi
un sottoscala di parole buone e continuiamo
cercando gli uomini sotto storie in bilico
dentro la polvere di una fotografia

siamo partigiani di una lotta antica
prendiamo in prestito il poco che ci serve
sputando in faccia a chi ci beve il sangue
siamo speranza senza più bandiere, e andiamo
dove la piazza brucia sotto il sole

II

E così rimane tutto da fare.
I popoli oltraggiati, quelli scomparsi
le sere messe per traverso, i corpi
in mezzo al mare, chi muore per lavoro
chi senza lavoro langue, i compagni uccisi
e la voce di un poeta che scompare

rimane la schiena a sopportare il peso
di questo tempo che non so cantare
mentre cammino a braccia stanche
in mezzo al bosco dove le more
son diventate amare

poi c'è un ventre gravido, una lettera
vergata incerta da due occhi limpidi
un sottoscala di parole buone e continuiamo
cercando gli uomini sotto storie in bilico
dentro la polvere di una fotografia

siamo partigiani di una lotta antica
prendiamo in prestito il poco che ci serve
sputando in faccia a chi ci beve il sangue
siamo speranza senza più bandiere, e andiamo
dove la piazza brucia e non c'è il sole

ancora perdono a entrambi [SM=g8113]
annamariagiannini
giovedì 30 ottobre 2014 13:54
ma no, effettivamente c'era stato un sovrapporsi nel blog. grazie tesoro
radikal60
giovedì 30 ottobre 2014 23:21
No problem, of course
filodiseta--
martedì 11 novembre 2014 12:17
ecco, insomma [SM=g8113]
visto che solo oggi ho trovato la mail a questo nick, con l'informazione della versione definitiva, vado a sostituirla, chiedendo ancora scusa ad Annamaria

[SM=g2829702]


qui la versione eliminata, perché avava ricevuto dei commenti... pfffiu [SM=g8139]

E così rimane tutto da fare.
I popoli oltraggiati, quelli scomparsi
le sere messe per traverso, i corpi
in mezzo al mare, chi muore per lavoro
chi senza lavoro langue, i compagni uccisi
e la voce di un poeta che scompare

rimane la schiena a sopportare il peso
di questo tempo che non so cantare
mentre cammino a braccia stanche
dentro un bosco dove anche anche le more
sono diventate amare

poi c'è un ventre gravido, una lettera
vergata a mano da due occhi limpidi
un sottoscala di parole buone e continuiamo
cercando gli uomini sotto storie in bilico
dentro la polvere di una fotografia

siamo partigiani di una lotta antica
prendiamo in prestito il poco che ci serve
sputando in faccia a chi ci beve il sangue
siamo speranza senza più bandiere, e andiamo
dove la piazza brucia sotto il sole

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