simone1995
giovedì 16 febbraio 2012 19:06
In quell'aspre acque, dal secco legno
quelli scrutavan il mostro orrendo
sbuffar, col capitan teso, fremendo,
a prora, che, con l'osso come pegno,

senz'obliar l'offesa all'arto lieve,
comandava col tristo animo perso,
che dessero colme lance al terso
mare, scosso dall'orror tanto greve.

Bramava del fantasma l'omicida
sangue e aprivan ardua contesa,
sconvolti dal furore fratricida,

finchè il debole scafo con fragore,
franto dall'enorme testa protesa,
portò nell'abisso l'arido core.
fabella
giovedì 16 febbraio 2012 19:48
Ciao Simone. visto che sono qui, commento a caldo.

Penso che il maggior numero dei protagonisti della poesia contemporanea ti direbbe il contrario di quello che sto per dirti. Allora faccio così: te lo dico attraverso una recensione di Federico Federici, che a parer mio è uno dei personaggi più preparati per parlare di poesia.

ultimamente anch'io sto rivalutando lo schema del sonetto, soprattutto dopo aver letto proprio questo articolo... boh, a questo riguardo si vedrà [SM=g10324]


Riguardo lo stile, ti consiglio di non usare termini arcaici. E' secondo me il contrasto che deve risultare. Un linguaggio contemporaneo albergato in un uno schema classico.
Il linguaggio è il testimone di un'epoca. Usare quello di un'altra epoca sarebbe come falsare la testimonianza di noi stessi.




Eccoti la lettura:


http://leserpent.wordpress.com/2011/10/10/this-is-not-my-hour-studio-sulla-poesia-di-peter-russell/
simone1995
giovedì 16 febbraio 2012 20:09
Ciao Fabella, ti rispondo anch'io a caldo.

L'articolo è molto profondo, e io mi trovo d'accordo con una rivalutazione del sonetto che ritengo sia la forma metrica più bilanciata, da preferire alla canzone perchè più sintetica e fruibile.

Ho poi voluto produrre un sonetto perchè ,a differenza delle precedenti che ho pubblicato, stese di getto, l'immagine di Achab mi ha a tal punto colpito quando ho letto Moby Dick che ritenevo meritasse un'inno funebre, finimente lavorato come un gioiellino callimacheo.
Il sonetto sembrava adattissimo e dopo qualche giorno di lavoro, devo ammettere che il risultato mi soddisfa.

Sul linguaggio non sono completamente d'accordo: ho ritenuto che una figura come Achab dovesse avere una patina epica, come quella dell'Ulisse dantesco.


Simone
fabella
venerdì 17 febbraio 2012 08:37
Re:
simone1995, 16/02/2012 20.09:



Sul linguaggio non sono completamente d'accordo: ho ritenuto che una figura come Achab dovesse avere una patina epica, come quella dell'Ulisse dantesco.






Avevo intuito fosse una scelta, Simone, perché l'impronta epica percorre tutti i versi e il linguaggio arcaico non è solo dove si debba ricorrvi per fare quadrare un conteggio. Estendi comunque il mio consiglio in generale [SM=g8265]



Mi permetto di segnalarti adesso la metrica, là dove non quadra al fine di essere un endecasillabo con accento sulla sesta e la penultima (d'altro canto quello di cui anch'io faccio uso).

simone1995, 16/02/2012 19.06:



In quell'aspre acque, dal secco legno

scrutavan tutti quanti il mostro orrendo
sbuffar, col capitan teso, fremendo
a prora, che, con l'osso come pegno

senz'obliar l'offesa all'arto lieve
comandava col tristo animo perso
che dessero le colme lance al terso
mare, scosso dall'orror tanto greve

Bramava del fantasma l'omicida
sangue ed aprivan ardua la contesa
sconvolti dal furore fratricida

finchè il debole scafo con fragore
franto dall'enorme testa protesa
nell'abisso portò l'arido core





Ecco: il primo e il penultimo andrebbero risrtutturati globalmente. E trattandosi di versi interi, dovresti farlo prima tu. Ho invece operato sulle "inezie", laddove manca una parte del discorso che non va a influire sul significato o sulle tue scelte lessicali (grassetto corsivo)?

Mentre al v.8, su "dall'orror", cade l'accento sbagliato...




Che scuola frequenti, Simone???









simone1995
venerdì 17 febbraio 2012 18:35
Uno scientifico al terzo anno, con dei prof mica tanto illuminati, a mia opinione, dove ho appreso concetti metrici un po' "scolastici" infatti; per questo non ho capito l'errore nella scansione degli accenti fino in fondo, perchè tengo particolarmente a questa lirica e vorrei per quanto possibile migliorarla, diciamo che è un recupero in itinere.
Nel frattempo continuiamo a sperimentare...




Simone
fabella
venerdì 17 febbraio 2012 20:31
Sui prof. preferisco non pronunciarmi. Piuttosto consolidiamo la faccenda degli accenti. Ti consigliavo (per il momento) di mantenere fissi gli accenti sulla sesta e sulla decima sillaba, nell'endecasillabo.

Prendi i tuoi versi non evidenziati e vedrai che rispettano tutti questa regoletta.

Es.:

sbuf/far/ col/ ca/pi/tàn/ te/so/ fre/mén/do
a/ pro/ra/ che/ con/ l'òs/so/ co/me /pé/gno

sen/z'o/bli/ar/ l'of/fé/sa_al/l'ar/to/ liè/ve
co/man/da/va/ col/ trì/sto_a/ni/mo/ pèr/so

mentre il v.8:


ma/re/ scos/so/ dal/l'or/ròr/ tan/to/ gré/ve

vedi? ha gli accenti sulla settima e la decima, quindi il suono del verso risulta stonato rispetto agli altri.

guarda un po' così:

ma/re/ scos/so/ da_or/ròr/re tan/to/ gré/ve
(mare, scosso da orrore tanto greve)


con due piccole modifiche, il verso resta lo stesso, ma le stonature se ne vanno [SM=g8265]


Buona serata, Simone

simone1995
sabato 18 febbraio 2012 17:28
Ah, grazie fabella adesso ho capito! Vedrò di sistemarla un po' [SM=g8265]



Simone
fabella
domenica 19 febbraio 2012 07:51
Mi farai leggere [SM=g8335]

Buona domenica a te, Simone
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