Anemonephobia
giovedì 6 dicembre 2007 04:44
Raccogliete la vostra polvere.

Soffiatela via dal letto
in cui si scaldano i sogni.

Dissolvete la vostra essenza
di vetro in frantumi.

Lontano da queste strade
che non vi cercano più,
da questi spasmi sopiti ormai
all'ombra dei vostri occhi.

Anemonephobia
giovedì 6 dicembre 2007 04:45
Decisamente più vicina al mio stile abituale... spero vi piaccia.
fil0diseta
giovedì 6 dicembre 2007 14:16
Decisamente mi piacciono tutti e due gli stili, ma mi sto convincendo che le ripetizioni che ho segnalato nel testo precedente, non siano sviste, ma parte del tuo modo di scrivere, forse per la cadenza, forse per il ritmo... mi spiegherai [SM=g27988]


Raccogliete la vostra polvere.

Soffiatela via dal letto
in cui si scaldano i sogni.

Dissolvete la vostra essenza
di vetro in frantumi.

Lontano da queste strade
che non vi cercano più,
da questi spasmi sopiti ormai
all'ombra dei vostri occhi.




[SM=g27985]






Anemonephobia
giovedì 6 dicembre 2007 20:41
In effetti è come dici, in un certo senso... questa poesia è in qualche modo una "richiesta", una specie di preghiera... per cui c'è sempre qualcuno a cui vengono rivolte delle frasi, da lì il "voi"... che non sono solito usare ma che in questo caso calzava a pennello.
Francesca Coppola
venerdì 7 dicembre 2007 14:04
Sento rassegnazione in questi versi, è come un dettato per i "posteri", non so perchè mi ha suggerito proprio questa immagine.
Stile interessante, da seguire l'evoluzione!

a rileggerti!
Francesca
florinda49
venerdì 7 dicembre 2007 18:30
Sinceramente, questo genere di composizioni mi disorientano un pò, nel senso che non riesco bene a capire che cosa vogliano dire, dove vogliano andare a parare, raccogliete la vostra polvere: si parla di uno straccio vileda, di qualcosa del genere ?

oppure è riconducibile al senso biblico, tu sei polvere e polvere ritornerai ? e poi perché collocarla dentro un letto dove si scaldano i sogni ?

c'è una bellissima poesia di e. dickinson, che dice, cito a memoria

questa quieta polvere un giorno
furono signore e signori

this quiet dust was
ladies and gentlemen

e sicuramente ci sono errori ma il senso è quello

e ti faccio una domanda: caro amico, non pensi che la poesia, o anche un tentativo di poesia, per essere apprezzata debba anche essere non dico decifrabile, ché non sempre è così, ma almeno fruibile, e cioè che ci sia un soggetto e un oggetto, una certa visibilità dell'argomento, a me sembra che sia preferibile parlare di un gatto, di un tavolo, di un amore finito male, al limite anche della mamma e del babbo, dei fratelli, del sesso, del sole, della pioggia, anche con parole che faticano ad aderire all'argomento, ma che si manifestino in qualcosa di concreto e di meno vago ?
tu come la pensi ?

io capisco che la voglia di esprimersi, di mettere in fila delle parole a volte sia più impellente del rileggere e eventualmente limare e ripulire e organizzare e presentare il testo in una forma accettabile, capisco che a volte è una faccenda fisiologica

e mi spiego brutalmente: non credo che nell'atto poetico ci sia alcunché di divino o di sacro, mi sembra anzi un'attività molto corporale, una necessità impellente come quando ti scappa e non vedi l'ora di infilarti nella accogliente complicità di un bagno, sì, per le parole è uguale, vogliono venir fuori ed è giusto farle uscire, ma un minimo di organizzazione bisogna anche darla, altrimenti chi legge, come me, si trova all'improvviso dentro un rebus, in un labirinto da cui è preferibile districarsi in fretta
Anemonephobia
sabato 8 dicembre 2007 18:26
Riguardo le prime due righe del tuo post, ti dico sinceramente che quel tono sarcastico mi piace davvero poco. Con tutto il rispetto.

Per il resto, e sempre con tutto il dovuto rispetto parlando, non mi sento di adeguarmi a regole scritte da altri, io scrivo seguendo la mia intuizione e le mie influenze, che possono essere diversissime dalle tue, ma che non per questo sono meno valide. Che la poesia ti possa riuscire "indecifrabile" lo posso capire e in effetti io non cerco consensi universali, ma il tuo tono mi fa quasi pensare ad un attacco. Spero non sia così.

E ora spieghiamo pure la poesia: "raccogliete la vostra polvere": prendete quello che è rimasto di voi, nel mio cuore non c'è più posto per la vostra presenza. Abbandonare gli amori passati, quelli che riescono a dare solo "spasmi sopiti ormai". Ecco tutto.
elfo nero
sabato 8 dicembre 2007 19:08
Apprezzo moltissimo i temi che affronti nelle tue Poesie

[SM=g28002] Piaciuta [SM=g28002]
florinda49
sabato 8 dicembre 2007 19:39
nessun attacco, solo una critica ragionata e mi sembra anche adeguatamente motivata, se vai in un forum è implicito che puoi ricevere delle critiche

le critiche costruttive sono un mezzo efficace per migliorare

e poi: nessuna volontà di imporre niente, ma se di una poesia non capisco che cosa vuol dire mi sento in diritto di chiederlo, e un pò di ironia non è la fine del mondo
Anemonephobia
sabato 8 dicembre 2007 20:05
No, assolutamente, non è la fine del mondo, ma su internet, purtroppo, è abbastanza difficile distinguere l'ironia dal sarcasmo, date determinati discorsi e parole.

In cuor mio, ero convinto che la mia poesia non fosse così criptica. Ad ogni modo ti ho offerto una mezza spiegazione... Ma il mio stile resterà immutato finchè mi darà soddisfazioni sul piano personale, per cui sarò pronto a ricevere altre tue critiche se questo sarà il caso, sperando che non ci siano altri "malintesi".

Il tutto senza ostilità.

Maredinotte
lunedì 10 dicembre 2007 11:45
io trovo questa poesia molto bella!
in essa non sento rassegnazione ma prima "delusione" e poi "rabbia", andatevene via, pare dire, non ho bisogno di voi...

lo stesso concetto della polvere è espresso con "frantumi di vetro", stavolta rimarcando però il concetto con un'immagine più forte... il vetro taglia, se è in frantumi...

non è poi così indecifrabile...anzi... [SM=g27988]
Anemonephobia
martedì 11 dicembre 2007 02:39
Quella che tu hai rilevato è una mia intenzione nascosta, per quanto riguarda il "vetro in frantumi"... mi ha fatto molto piacere che tu l'abbia scoperta. Quelll'immagine nei miei pensieri poteva anche simboleggiare un amore rotto, che non poteva più andare avanti, in frantumi appunto... grazie [SM=g27985]
Maredinotte
martedì 11 dicembre 2007 15:21
sono contenta allora di averlo scovato! [SM=g27987]

in realtà tu hai usato sempre il plurale: voi! quindi non sarei mai andata a pensare ke si trattasse di un amore finito (un amore passionale), ma più ke altro avrei pensato ad un sentimento deluso, ma un sentimento di amicizia, oppure un amore familiare...

a questo punto allora sorge la domanda: perchè quel "voi"? [SM=g27994]
Anemonephobia
mercoledì 12 dicembre 2007 03:17
Per essere precisi fino in fondo ti dirò che si tratta di più di un amore, o meglio di più di un mancato amore... la poesia è rivolta a quelle persone, o meglio, al ricordo di quelle persone verso le quali non serbo rancore, ma che non sono mai state presenti fisicamente, per cui, nella loro essenza innaturale di ricordo, devono scomparire.

Maredinotte
mercoledì 12 dicembre 2007 11:15
[SM=g27987] ora si, è tutto più kiaro!

grazie!
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