pierrot--
giovedì 17 maggio 2007 12:01
Mi chiedo
nelle bocche impagliate
in mani allungate premute sui vetri,
c’è un riflesso che sposa
e i resti di un mercato
e sangue bruciato tra le gambe aperte.
Un ritmo battente insegue un altro come
nel silenzio che invade
poi niente.
Mentre ancora mi chiedo
ancora










Modificato da pierrot-- 17/05/2007 15.10
Modificato da pierrot-- 17/05/2007 16.56
Modificato da pierrot-- 21/05/2007 14.17
filodiseta
venerdì 18 maggio 2007 09:07
Sento un'esplosione e vedo frammenti di lamiera, di corpi, di cose

e ho un flash-back della scena, un solo istante prima...


Un ormai quotidiano, che fa vittime di carne e vittime di impotenza [SM=g27999]
firstlast
lunedì 21 maggio 2007 11:02
Mi chiedo
nelle bocche impagliate
in mani allungate premute sui vetri,
c’è un riflesso di sposa
i resti di un mercato
e sangue bruciato tra le gambe aperte.
Un ritmo battente insegue un altro come
nel silenzio che invade
poi niente.
Mentre ancora mi chiedo
ancora



Davvero tutta da quotare.

A volte mi chiedo come sia possibile riportare in versi avvenimenti che per loro natura hanno ben poco di poetico. La tv, ed i mass-media in generale, ci hanno abituati a ricevere le nostre dosi quotidiane di violenza e terrore( quasi fosse un simbolo di comunione con un nuovo dio in nome del decadimento e dell'annichilimento dell'umanità) in quantità così massicce da renderci ormai assuefatti all'orrore.
Quando gli attentati, la morte, le carneficine diventano parte, quasi silenziosa, delle nostre tavole apparecchiate ed imbandite, allora non c'è più spazio per l'umanità e si spera che una catastrofe planetaria riporti questo ridicolo lembo di universo all'era dei grandi rettili.

Ci sono in questa poesia immagini viste, riviste, adocchiate tra un piatto di spaghetti ed una insalata verde, distrattamente commentate, prima di uno zapping su canali più consoni alle nostre esigenze di moderni argonauti.

Ed allora ecco che quelle mani premute sui vetri tornano sottolineare l'impotenza dell'uomo davanti alla bestialità, all'arroganza, alla presunzione che le proprie idee debbano essere sostenute anche al prezzo della propria vita e di quella di altri (innocenti).

I resti di un mercato squassato ed il "sangue bruciato tra le gambe aperte". Immagini che scorrono sul video, che si ripetono con cadenza continua e comunque a noi distanti e, forse per questo, credute lontane dalla nostra vita.

E quel "ritmo battente insegue un altro",forse un cuore destinato a cessare il suo battito ("poi niente")

Poi la riflessione finale

Mentre ancora mi chiedo
ancora

dove quasi sconcertati dal susseguirsi di questi eventi ci si trova a chiedersi ogni volta come possa succedere "ancora".

Il merito all'autrice di essere riuscita, tramite la sua enorme sensibilità e la sua capacità poetica, a tradurre in sensazioni vive, immagini che tendono a scomparire dalla nostra sfera emotiva.

Se proprio dovessi trovare qualcosa da ridire, ma certamente non sul piano tecnico, ma solo per comprenderne a fondo il testo, mi piacerebbe interpretare correttamente i versi:

Mi chiedo
nelle bocche impagliate


Perchè la scelta, all'inizio, di "Mi chiedo" che sembra non essere logicamente legato al resto della strofa? Mi chiedo presuppone una domanda, che non ritrovo nel seguito. Mentre lo trovo ben inserito nella chiusa.
Ma è solo una curiosità che nulla toglie alla bellezza ed allo "spessore" del testo. [SM=g28002]



Grazie



Leonardo







pierrot--
lunedì 21 maggio 2007 14:02
Provo a spiegarmi e non è semplice. Ho scritto direttamente qui, in questo laboratorio durante l'orario di lavoro, infatti ci sono varie modifiche e, in Officina è leggermente diversa,anzi la unifico, anche se non cambia l'impulso e quello che intendevo comunicare. In qualche modo.

E' un mio disagio
per questo inizia con il - mi - . Riflette la domanda, cosa ci sono a fare? dove sono? e questo disagio si riflette nel contesto che segue.

le bocche impagliate sono state descritte benissimo da First, ma tutto quel fuori devastante è poi in me, in qualche modo l'esterno si congiunge con la mia realtà vissuta, mi specchio responsabile e a ritmo ossessivo è la ricerca di un come..una risoluzione, che trova silenzio invadente, indifferenza esterna e incapacità interiore e porta nel nulla. Insomma, quelle esplosioni così disastrose, non sono poi anche le nostre? e dov'è la soluzione, se non sappiamo risolverci. le morti che induciamo non le abbiamo anche noi nelle nostre delusioni?
E nonostante tutto, si continua a sperare, a desiderare. Ma l'interpretazione Di First c'è tutta e mi rende felice la coerenza che ha saputo trovare.

ecco. Visto che gran caos?
Forse è meglio che lascio perdere e vado in ferie [SM=g27987]

First.: Un grazie enorme per la tua spiegazione, per l'impegno e le belle parole chemi dedichi e grazie a Filo, tanto tanto

ooooo se ho ingarbugliato ancora di più, ditelo, ok? [SM=g27988]

Modificato da pierrot-- 21/05/2007 14.08
Modificato da pierrot-- 21/05/2007 14.17
Modificato da pierrot-- 21/05/2007 14.33
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