te_verde
giovedì 13 settembre 2007 13:56
A volte è rabbia a muovere vecchie dita irrigidite
che si rattoppano dentro un letto vuoto.
Basta poco a far tendere l’incanto
nell’angolo acuto delle labbra;
una memoria,
forse un guizzo sopra le righe
ed è come giacere dentro grumi di rovo
un momentaneo abbandono sotto i polpastrelli,
un tango libero coi sensi
-fiotti di luce amara su quell’unico gemito-
e già ritraggo il filo dei miei pensieri.
sandra
Lorenzo de Vanne
sabato 15 settembre 2007 00:17
poesia non facile...da scrivere...che hai saputo fare invece egregiamente!
questo atto, tanto celato...e ne canti gli attimi, con intima chiarezza...
i miei complimenti...Lorenzo
ormedelcaos
sabato 15 settembre 2007 09:18
Esce dall'erotismo proprio quando vi penetra (coi polpastrelli): all'urlo del piacere sostituisce il silenzio dell'esser lì soli.
Molto brava!
(noto che c'è anche un angolo ...geometrico)
Ciao.
el_greco
sabato 15 settembre 2007 22:22
Amarezza e disincanto in un tema ostico per la difficoltà di esprimere i concetti senza sconfinare nel cattivo gusto.
Eleganza in ogni verso. Sei stata davvero brava.