BICICLANDO

ginevra67
lunedì 8 giugno 2009 21:26
Della viola oscura
perduta
tra bordelli di pensiero,
non resta traccia.

Soccombe e ondeggia
tra polvere di zucchero e l’assenza
il dondolio del vento,
mai stanco
di setacciare a filo la passione
che sa di zagara, rinchiusa
in sacchi cartacielo.

E viene
e va
e cede
e torna
mischiando aromi e amori, la mia voglia
amplesso di fuoco mai sopito.

Rivoglio i miei sogni!

Quelli dell’attesa
che non conosce ancora le ceneri del bene,
quelli del sempre
immobili nel giorno che ti piega!
Quelli dei giochi
senza vincitori né vinti.

L’unico viaggio che adesso
dividerei col niente,
è quello del cammino
che aggiunge il precedente
al successivo
e nulla cerca,
se non la meta che mai afferra!
…ma a cui l’arco tende.

Biciclando così
questo passaggio,
sicuramente
mi sbuccerei il cuore,
ma salverei la voglia di danzare:

somos todos caminantes “.
Suncity84
lunedì 8 giugno 2009 21:56
Deliziosa poesia, incantevole!!!!

Ciao

Samanta
morgan4
martedì 9 giugno 2009 17:20
“ somos todos caminantes “.

mi ricorda la nivola di Unamuno che descriveva il protagonista come "una paseante" e non "un caminante de la vida" e penso che anche la tua poesia abbia qualcosa di questo concetto, ovvero del vivere senza tralasciare ciò che viene e va, gli aromi e i sogni anche a costo di sbucciarsi il cuore.
evitare di essere solo di passaggio nella propria vita

dico bene? [SM=g27995]


un abbraccio


simina
northernrock.
mercoledì 10 giugno 2009 21:09
Ah che belle immagini che ci regali Giusy, una vera boccata di colore tra tante poesie che mi capita di leggere in giro troppo "realiste" perchè si possano dire delle liriche, prosa per me.
Bellissimi i cambi di scena anche se però non sono bruschi, quasi il cullare di una nave che ci porta prima sulle scie della passione che piano piano diventano sempre più fini fino a disperdersi nei giorni che ti piegano.
Con quella strofa finale, a tirare le somme:

Biciclando così
questo passaggio,
sicuramente
mi sbuccerei il cuore,
ma salverei la voglia di danzare:


....somme che sono: somos todos caminantes, come dirci siamo solo di passaggio per questa vita, per questo mondo, non attacchiamoci troppo alle cose o alle persone, un ragionamento in un certo senso epicureo ma interpretato già alla luce agostiniana del pensiero cristiano.
Davvero molto bella.

Un abbraccio
filodiseta--
venerdì 12 giugno 2009 08:28
“ somos todos caminantes “



È attraverso il movimento, cara Giusy, che cerci di comunicare la ricerca della spiritualità, della naturalezza, della libertà. Attraverso immagini simboliche, a parer mio, finalizzate a produrre i caratteri di un pellegrinaggio. In un tempo che riesci a stralciare al tessuto ordinario della quotidianità e che si muove per connettersi allo spirito. Non in un vagabondaggio, ma proprio nel pellegrinaggio dal precedente al successivo, senza afferrare mete.

L’unico viaggio che adesso
dividerei col niente,
è quello del cammino
che aggiunge il precedente
al successivo
e nulla cerca,
se non la meta che mai afferra!


Bella l’espressione finale in lingua spagnola, che ho usato come chiave per questa mia interpretazione: “ somos todos caminantes “ siamo tutti pellegrini. Il viaggio ce lo portiamo dentro.

Cito , per concludere, le parole di Marie-Noël (al secolo Marie Rouget 1883-1967) poetessa francese:
“Se il cammino è nel mio cuore, vuol dire che il paese è altrove”.


E ti segnalo questa affascinante lettura, trovata così, per avere associato il pellegrinaggio alla bicicletta

www.semedimetallo.com/PDF/compostela1.pdf




[SM=g7831]
al_qantar
giovedì 18 giugno 2009 22:30
Dice benissimo Daniela " il viaggio ce lo portiamo dentro"

Possiamo essere caminantes restando immobili come quercie, non credo che cambierebbe gran che, ma cambia tanto, invece il salvare la voglia di danzare

Oggi ti dico, amica mia, che sbucciarsi il cuore vale molto meno di tante altre cose; non che non creda più nell'amore, anzi ci credo più di prima, forse perché, da sbucciare mi rimane solo il peduncolo del cuore, ma in ogni caso, danzare assieme alle api, volare sulla stessa traccia di una effimera, volteggiare all'interno di un Mana, e un pò avvicinarsi a Dio, e parlo di un Dio di fede non di religione.

Questo è il mio pensiero al momento.

Bellissimo testo Giusy ma da te cosa ci si può aspettare daltronde.

Bacio

Sebastiano
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