21 giugno –dimenticando S. Luigi Gonzaga
-ma si spezza
il rientro è il pensiero, anche piccolo
di rivedere il luogo che ti amò tre volte
e ancora adesso qui –ti ama
con separazione, ma compimento
uno stato acquisito, ben accolto, oramai
dalle ore, dall’istante presente/assente
nel luogo, nella persona dentro
parte dell’acqua che il nostro corpo
livella
-elementi separatori
nel fare ghirigori per separare gli scritti
mi accorgo di disegnare gabbiani
-Caro Aldo
La poesia è superamento, fase non critica, non ragione -filo logico, non logica. divino senza divinazione. Parola acustica seppure aspirata. Silenzio mai avaro, spazio non spazio. Resurrezione. Riabilitazione –dal luogo comune al vocabolo da SALVARE
-le campane blu
quale sia il mestiere di scrivere
il mio, la carta da non salvare
bianca seppure non congiunta
al resto del quaderno –e non per questo
ero predestinata, non per questa
parte di mondo così azzurra
dove il cielo si sgombra e tutti
i colori dei fiori sembrano onde
compreso un viale sbocciato di blu
che ho saputo –irraggiungibile
che la nostalgia resti il colore
delle dune, il loro ballo uniforme
nella superficie dove il vento
si spartisce e il faro chiama
come un sonaglio che migra da
monte a valle. al collo d’un gregge
che sfila a contorno dei cigli
soffocati dallo sterrato
Mamma Africa si vestirà a campana
nei colori dell’oro e del manto
di Madonna. e di preghiera
porterà al collo i grani battuti
un coro di ciglia, come rame
a lasciare gomitoli a forma
d’amore, che nuovo
rimane
sempre sabato 21 giugno
oggi il glicine è una sagra
il viola è vasto nelle porzioni dei fiori
è un mordere d’unghie il bianco
che urge la luce che infiamma
di volumi appuntiti
come lucciole
quando gli elementi separatori sono –ONDE
la mia poesia è ssardassarda. Lol
non vulcanica, non sismica, non continentale
ma CONTINENTE
per oggi BASTA!!!
(non mi fermavo più)