C’eri tu

al_qantar
giovedì 11 settembre 2008 03:14


Le arance cadevano mature
ma tu non le raccoglievi,
con il rosso dell’ortica sulle mani
ed il sole confuso fra i capelli

C’erano i bambini senza metriche
dalle corse impazienti
e le basse braccia del carrubo
guardiano di sussurri

e c’eri tu…
maschere
giovedì 25 settembre 2008 16:45
e c’eri tu…
Tutto è simbolo, metafora, significato che solo l'autore potrebbe farci individuare. Ma credo che a lui non interessi più di tanto che s'intenda, quanto renderci partecipi del contrasto.
Quando tutto attorno può apparire criptico e misterioso, esiste la costante di una certezza: e c’eri tu…
al_qantar
venerdì 26 settembre 2008 00:47
Infatti, mia cara, non è tanto importante che si decifri il contenuto
che ha, chiaramente, i suoi riscontri in un autobiografico criptato da metafore e simboli, perchè l'unica realtà attorno alla quale ruota tutto è lei, che c'è adesso ma c'era già prima ancora che arrivasse.
E' da un'idea che nasce una realtà!

Grazie Maschere

ti abbraccio

Al
apassoleggero
domenica 28 settembre 2008 15:35
molto bello questo incastro di ricordi; lei non c'era eppure già faceva parte di quel vissuto... è così bella che è un peccato sia così corta, mi sarebbe piaciuto leggere dell'altro... [SM=g27985]


Anna



al_qantar
sabato 4 ottobre 2008 17:32
La lei o il lui c'è fin dal primo attimo di vita, ma per una sorta di babele non è facile incontrarsi e spesso non ci si incontra mai.
Ma credo che sia cosi, credo che nel caos da dove veniamo ci formiamo da un'unica molecola.

Grazie Anna

Al
Anemonephobia
giovedì 9 ottobre 2008 13:53
Bene, al, mi sembrava il caso di commentare una delle tue poesie, dal momento che ti sei interessato con tanta intelligenza alle mie. E devo dire che, come prevedevo, non mi hai affatto deluso. In effetti l'atmosfera è pregna di sogno e di ricordo, come di qualcosa successo molti anni fa. Un po' mi viene la tentazione di mettermi a interpretarla verso per verso, ma come è già stato osservato, non credo che vederne il significato decifrato sia uno dei tuoi obiettivi. Aldilà del significato letterale, tuttavia, ci trovo delle immagini assolutamente fantastiche come il "sole confuso fra i capelli", il "rosso dell'ortica sulle mani", anche la più vaga "bambini senza metriche dalle corse impazienti" evoca un paesaggio presumibilmente estivo, come al rallentatore, in sogno, appunto. Insomma, al, non sono certo nato per commentare poesie, però la tua è bellissima [SM=g27988]




Francesca Coppola
giovedì 9 ottobre 2008 14:52
Re:
al_qantar, 11/09/2008 3.14:



Le arance cadevano mature
ma tu non le raccoglievi,
con il rosso dell’ortica sulle mani
ed il sole confuso fra i capelli

C’erano i bambini senza metriche
dalle corse impazienti
e le basse braccia del carrubo
guardiano di sussurri

e c’eri tu…




e c'eri tu

a stringermi le spalle
nei contorni della sera
mi piegavi sulla sedia

rimboccando baci e preghiere
soffiavi la solita canzone
ubriaca di malinconia


[SM=g27988]
al_qantar
giovedì 9 ottobre 2008 17:15
Io ti ringrazio tanto Antonio per l'attenzione che hai dato a questa mia e ti dico che sei nel vero quando dici che il mio obbiettivo non è la decodificazione dei versi bensì l'emanazione che produce. Ovvio che i versi hanno una loro origine anche se si propongono a molteplici interpretazioni ed è anche vero che all'interno di essi il sogno ed il ricordo impregnano e creano quell'atmosfera vaga, perchè non si percepisce quando finisce il sogno e comincia il ricordo ne quando precisamente entra in scena lei.

Grazie ancora

ti abbraccio

Al
al_qantar
giovedì 9 ottobre 2008 17:29
Le arance cadevano mature
ma tu non le raccoglievi,
con il rosso dell’ortica sulle mani
ed il sole confuso fra i capelli

C’erano i bambini senza metriche
dalle corse impazienti
e le basse braccia del carrubo
guardiano di sussurri

e c’eri tu…


a stringermi le spalle
nei contorni della sera
mi piegavi sulla sedia

rimboccando baci e preghiere
soffiavi la solita canzone
ubriaca di malinconia


e c'eri tu


sulle monete antiche
ai bordi di un disco
che si ripete da solo
nei maliziosi intrighi
delle nuvole al mattino
E spiegavo ai limoni
il tuo sorriso
e alla gazza il tuo volo
C'eri tu nel dormiveglia
dei cuscini
Anemonephobia
domenica 12 ottobre 2008 15:26
Vedo che la tua poesia ha preso una certa estensione, Al, per ora magari mi limito alla versione "originale". Ecco la mia traduzione:

C'eri tu

Le arance cadevano mature
ma tu non le raccoglievi,
con il rosso dell’ortica sulle mani
ed il sole confuso fra i capelli

C’erano i bambini senza metriche
dalle corse impazienti
e le basse braccia del carrubo
guardiano di sussurri

e c’eri tu…

Las naranjas caian maduras
pero tu no las recogìas,
con el rojo de la ortiga
sobre las manos
y el sol perdido en tu cabello

Habian niños sin metricas
que corrian sin paciencia
y los bajos brazos del carrubo
guardian de susurros

Y estabas tu...

Carrubo, a quanto pare, è intraducibile. Per il resto credo di aver fatto un buon lavoro, come sempre mi rimetto ai vostri suggerimenti e commenti.



al_qantar
domenica 12 ottobre 2008 16:13
Credo anch'io che abbia fatto un buon lavoro.
Carrubo si traduce con algarrobo
e il penultimo verso sarebbe
guardiano dei sussurri e cioè

guardian de los susurros

però mi sta bene cosi, guardiano di sussurri

á è í ó ú ü ñ ¿ ¡
Á É Í Ó Ú Ü Ñ

questi che ti invio sono caratteri spagnoli che non abbiamo nella nostra tastiera e possono esserti utili. copia e incolla.

Ciao

Al
Anemonephobia
domenica 12 ottobre 2008 16:33
Ho seguito la poesia rigo per rigo e ho letto DI sussurri... comunque, mi fa piacere che ti stia bene uguale. Algarrobo è una parola che sento per la prima volta in tutti i miei anni di spagnolo parlato e scritto, per cui mi fa molto piacere che tu mi abbia fatto questa segnalazione, non riuscivo veramente a tradurre carrubo. Non so se esagero o meno, però, letta così, in spagnolo, mi sembra di vederci un che di lorchiano nella tua poesia. Bellissima anche così.


al_qantar
domenica 12 ottobre 2008 16:39
Devi sapere, caro Antonio
che Garçia Lorca è il mio primo maestro, per cui credo si senta la sua influenza e mi piace che te ne sia accorto.

Per quanto riguarda algarrobo ho sentito che alcuni slang caraibic
lo traducono con carrube o garrube ma può essere dialettale.

Alla prossima

Al

Anemonephobia
domenica 12 ottobre 2008 16:52
Mi aveva colpito in particolare l'attributo "guardiano" riferito a un albero, le "braccia" al posto dei rami, tutti tratti decisamente lorchiani. In effetti ultimamente ho scorto spesso le pagine di una sua raccolta e mi sono reso conto di quanto mago e poeta fosse Federico. La sua morte tragica e violenta non poteva essere meno adatta, purtroppo, a un poeta che si rispetti.

Per quanto riguarda algarrobo, gli slang di cui parli sono probabilmente dovuti alla discendenza arabica della parola (harrub, se non sbaglio) che probabilmente in un modo o nell'altro deve aver influenzato i paesi di cultura e lingua discendenti dalla Spagna.

al_qantar
domenica 12 ottobre 2008 17:00
Non so se lo sai già ma c'è un film "Muerte en Granada" con Endy Garçia, che puoi scaricare da Emule ed è stupendo. pensa c'è pure il nostro Giancarlo Giannini, ed è in spagnolo.

Algarrobo si ha la radice araba. Nei caraibi c'è anche l'influenza del Francese e del creolo quindi garrobe o carrobe potrebbe essere una deformazione-
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