grisby60
sabato 4 agosto 2007 09:37
Vento impregnato di medio evo
sferza le sabbie tra quei deserti
di petrolio intrisi, di velo vestiti.
Vento tra le dune a fermare il tempo,
a spezzettare l’umana conoscenza
in rancide porzioni d’ignoranza.
Vento eco di voce tra rocce e monti
che inneggia una filosofia di guerra,
che cinge di morte l’età ai fanciulli.
Vento che trascina via ogni idea,
a donne nate strumento e schiave
nega l’essere della vita il fiore.
Vento integralista sfiora le valli
e scende a spire che fanno orrore,
seme della paura sparge su Gaia.
Vento chiuso tra mura inattaccabili
costringe popoli al religioso odiare,
umanità ch’è nata da uguale specie.
pierrot--
domenica 5 agosto 2007 08:58
Che bello leggerti. Elegante in un dramma così grande. Si può stare in silenzio, ancora una volte a chiedersi, quando cambieremo, quando finirà..
Grazie
te_verde
domenica 5 agosto 2007 20:06
Bravo Grisby,
forse affrontare un po' più spesso questi temi (anche in poesia)porterebbe tutti noi a riflettere di più sulle prospettive di questa umanità distratta, anziché limitarsi distrattamente a cambiare canale tra il primo ed secondo piatto di portata.
sandra
elfo nero
domenica 5 agosto 2007 22:49
la rileggo con piacere. Una delle poesie più belle che ho letto
"Vento impreganto di medio evo"