Canto di speranza

grisby60
sabato 12 maggio 2007 13:09
Donna che sei l’ultimo mio viaggio
incatenato al fato come moderno Ulisse
vado da sponda a sponda privo di mia pace
e della nave ch’era ben guidata perdo naviganti.

Donna che cerchi ancora all’orizzonte
disperso tra sirene e maghi che incantano la via
chiuse ho le orecchie e ciechi invero gli occhi
nocchiero al palo da corde ormai son cinto.

Donna che ricordi il mio sapore
vinto dall’andar sperduto mi vorrebbe il fato
e ultimo navigator di un mare sconfinato
sconfitto in pazienza e disciolto tra i marosi.

Donna unica luce intensa nei miei giorni
srotola la tela e riprendine il costruir tessuto
in qualche porto sconosciuto troverò il segnale
quella cometa che m’indicherà il percorso.

Un pescatore che riconoscerà il mio nome.

firstlast
lunedì 14 maggio 2007 09:54
Mi piace questo canto d'amore.
Ogni tanto si avverte la necessità di qualcuno che sappia parlare d'amore in maniera romanticamente classica.
Tu lo fai con stile. Bravo e benvenuto.

Non voglio toccare il tuo testo e nemmeno suggerire modifiche, non ne sarei capace visto il tuo modo originale di poetare, solo volevo segnalarti nella terza strofa l'utilizzo di due termini che iniziano in "sconf"

Donna che ricordi il mio sapore
vinto dall’andar sperduto mi vorrebbe il fato
e ultimo navigator di un mare sconfinato
sconfitto in pazienza e disciolto tra i marosi.





Leonardo
filodiseta
lunedì 14 maggio 2007 11:17
rinnovo qui il mio benvenuto
Sono felicissima di ospitare te, che conosco come persona gentile, garbata, sempre attenta e dotata di spirito autocritico e di collaborazione. Sono lieta del fatto che abbia trovato tra noi Cristina, la cui presenza mi fa sentire onorata.

Come vedi qui discutiamo sui testi, per cercare di fondere esperienza e sensibilità poetica e insieme crescere nel rispetto del proprio stile. Il tuo, come dicevo sul book delle firme, mi affascina da sempre e, nonostante sia così lontano dal mio, continua a rapirmi colmandomi di emozioni.

Ora passo all'analisi della testo, come si usa in questa sezione del laboratorio [SM=g27995]

Mi piace tanto proprio perché prende le distanze dagli attuali stili poetici improntati sull'invenzione, sullo stupore lessicale, sulla sintesi, dei quali io stessa sono sostenitrice e artefice.

Penso che testi con questa impronta romantica, portino una grande ricchezza al laboratorio, dando la possibilità agli autori di spaziare in una concezione di poesia classica, che deve essere sempre tenuta in conto, perché parte del nostro irrinunciabile patrimonio letterario.


Come Leonardo, non mi sento di suggerire variazioni: un testo classico che non va violato nel suo insieme. La mia perplessità è solo quella di valutare se i possessivi e quelle due paroline che ti segnalo tra parentesi, siano davvero necessari, o il testo non cambierebbe di significato, senza. Secondo me, l’omissione alleggerirebbe il verso. Queste sono le irrilevanti modifiche, che per gusto personale, apporterei, come se la poesia fosse mio [SM=g27986]


Donna che sei l’ultimo mio viaggio
incatenato al fato come moderno Ulisse
vado da sponda a sponda privo di (mia) pace
e della nave (ch’era) ben guidata perdo i naviganti.

Donna che cerchi ancora all’orizzonte
disperso tra sirene e maghi che incantano la via
chiuse ho le orecchie e ciechi invero gli occhi
nocchiero al palo da corde ormai son cinto.

Donna che ricordi il mio sapore
vinto dall’andar sperduto mi vorrebbe il fato
e ultimo navigator di un mare sconfinato
sconfitto in pazienza e disciolto tra i marosi.

Donna unica luce intensa nei (miei) giorni
srotola la tela e riprendine il (costruir) tessuto
in qualche porto sconosciuto troverò il segnale
in una(quella) cometa che (m’) indicherà il percorso.

Un pescatore che riconoscerà il mio nome.






daniela
grisby60
lunedì 14 maggio 2007 18:00
Devo dire che è un piacere veder commentati con tanta attenzione i propri scritti, anche leggere consigli è una cosa che trovo utilissima. In genere sui siti di poesia che frequento questo non accade spesso, sembra che si abbia paura di esprimere pareri e/o appunti sugli scritti pubblicati.
Io ritengo che un giusto rapporto tra "scrittori" (mi virgoletto soprattutto io :-) ) sia proprio questo che voi applicate ... migliorarsi è fondamentale.
Ringrazio Leonardo per l'apprezzamento e, in primis, per avermi fatto notare una imperferzione.
Le rettifiche suggerite da Daniela credo che le applicherò, tranne quella consigliata sull'ultimo verso dell'ultima quartina: "quella cometa che m’indicherà il percorso." è proprio quello che volevo dire.
Grazie di nuovo :-)
Cercherò di collaborare anche io, pur nelle mie limitatissime capacità critiche.
Renato
Modificato da grisby60 14/05/2007 18.01
cristinakhay
martedì 15 maggio 2007 21:58
Poesia dal sapore classicheggiante racchiuso in mirate quartine di versi dalla metrica sciolta. L'anafora incalzante ed enfatizzante 'Donna' dà ritmo e respiro all'intera composizione.
Ti dico subito che l'ho trovata completa come espressione e contenuto...e che le poesie così congeniate mi istigano- haimè- al ritmo...alla metrica accurata...ma è una tara che mi porto dietro dai trascorsi musicali, purtroppo...
Molto apprezzata, specie la prima strofa [SM=g27985]
sole-del-mattino
martedì 15 maggio 2007 23:32
Devo complimentarmi con Grisby.Un poeta che ho avuto il piacere di conoscere in altri blog della rete.Mi ha colpito molto la sua capacità di adattarsi a diversi stili di poesia.Il suo sapersi rinnovare continuamente,la sua sentita e continua partecipazione con i suoi testi e con i suoi commenti.Credo che posso sicuramente dire che quando c'è lui,c'è sempre un piccolo sole dentro ad uno spazio virtuale fatto di versi e di anime.Ho letto molti testi a quattro mani da lui svolti insieme ad altri autori,ed ogni volta riesce ad essere “anima liquida”,sciogliendosi completamente nell'altra.

Il testo in questione lo trovo molto particolare,perchè come ho già anticipato è tipico di questo autore sapersi collocare in uno stile o in un altro.Riesce a toccare contemporaneamente la poesia classica esponendola da un punto di visuale di contesto moderno.

Con le sue 4 strofe quartine ed un verso in assolo che incornicia la chiusa,si avverte uno stile che presenta l'anafora molto forte che si ripete ad ogni strofa"donna".Svariate “elisioni” o “morfema”Arricchiscono questo testo,che si sviluppa in una metrica abbastanza lineare.

Complimenti.Ricordo ancora un testo che parlava delle luci di una città…(di cui però mi sfugge il titolo)e i termini si coloravano nello scorrere dei versi,evocando in tal modo una sinestesia grafica che dal significante richiamava l’attenzione al significato.

Con questo commento colgo l'occasione di mandare un saluto di stima

Maurizio
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