Chicago

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-Beppe-
00giovedì 24 aprile 2003 15:30
Chicago,anni '20.
La cinepresa trasporta lo spettatore all'interno dell'immaginazione della sventurata Roxie Hart(Renée Zellweger),spettatrice di uno spettacolo di vaudeville di cui desidererebbe essere protagonista.Ma la protagonista è un'altra:seguita nei movimenti delle sue gambe dalla cinepresa,subito dopo avere fatto passare a miglior vita sorella e marito,entra in scena Velma Kelly,felina padrona di scena con l'irresistibile "Alle that Jazz".
Ma lo spettacolo durerà pochissimo,il carcere attende e non basta essere star per evitarlo,tanto più se si cerca di esserlo anche all'interno di esso.
La stessa Roxie non lascerà passare molto tempo per entrarvi:convinta dal suo amante di poter diventare una star,alla rivelazione di quest'ultimo di essersi illusa lo trapasserà con qualche colpo di rivoltella;e non servirà la difesa del marito per evitarle la galera.
E ci mancherebbe!Il carcere si rivela il luogo ideale per primeggiare,luogo di contratti stipulati meglio che fuori da un'incredibile,agghiacciante kapo',Mamma Morton(la monumentale,rapace Queen Latifah).
Nel carcere non esiste una personalità migliore dell'altra,essere o meno innocenti ha meno valore del modo in cui lo si dimostra e in questo è specialista l'avvocato Bill Flynn(Richard Gere,gigione cone non potrebbe essere neanche De Niro).
La "povera" Roxie sarà forse il suo risultato milgiore,la sua prova più istrionica.Soppiantata l'ex primadonna Velma,che vede scendere le sue quotazioni,la candida biondina,del tutto sprovvista di alcun talento,reciterà la sua parte migliore in tribunale,dove le doti non contano:ma chi ha visto Eva contro Eva sa come vanno a finire queste storie:Roxie sarà star fino alprossimo delitto.
Oscar come miglior film,"Chicago",sempre hollywoodiano ma meno consolatorio di molti best-seller da dell'Academy,non ci invita all'interno di uno spettacolo ma ci trascian in una serie di vertiginosi rumori umani che rendono tutto attuale e allarmante,politicamente scorretto e purtroppo seducente.
Non tutto quadra in questo spettacole per anime smaliziate.
Il regista Rob Marshall,esordiente dietro al cinepresa dopo una carriera broadwayana di lungo corso(suo l'ultimo allestimento,in coppia con Sam Mendes,di "Cabaret":e Bob Fosse ritorna),da impaginatore e non da autore più che dirigere scaraventa il più alto numero di performance che ci sia capitato di vedere negli ultimi tempi,senza soluzione di continuità.
Lo stesso carcere non ha molto di cupo,sembra piuttosto un Grand Hotel travestito da tugurio e d è una degli aspetti meno credibile del film;come pure uno dei numeri più celebri,l'eccitante "Cell Block Tango" interpretato da sei detenute(tutte impagabili protagoniste del palcoscenico)che,non si sa perchè,diventa un lugo videoclip aggiornato all'estetica imposta dai vari Prince e Madonna,ma l'omogeneità di quella sinistra complicità femminile resta nella memoria.
I tre protagonisti,che possano piacere o meno,hanno una sfacciata aderenza ai rolo ruoli,che va molto al di là della bravura.
Richard Gere,in un ruolo che definire spregevole è poco("Se Gesù fosse venuto da me con 5.000 dollari,le cose sarebbero andate diversamente"),si produce in numeri musicali non proprio irrinunciabili,il suo tip tap avrà fatto sganasciare da lassù Fred Astaire e Gene Kelly e la sua voce è quasi inascoltabile,ma la tranquilla disinvoltura con cui gestisce tutto quello squallore lo ripaga di qualche imbarazzo.
Renée Zellweger,persino per chi come lo scrivente non capisce il plebiscito intorno ad un'attrice così scialba,riesce,anche perché onnipresente,a rendere il patetismo del suo personaggio,nonostante dei limiti che altrimenti non sarebbero perdonabili in un allestimento teatrale.
Può sembrare troppo generoso l'Oscar dato Catherine Zeta-Jones ma,anche(e purtroppo)se sacrificata all'invadenza degli altri due protagonisti,è proprio il suo personaggio di donna navigata ad esperimere un languore furente,una disperazione cocciuta che si può chiamare in un solo modo:tenere la scena;e che fa il suo ingresso con un numero come "All tha Jazz" ha il suo posto d'onore in una classifica di seduzione cinematografica.
Non sarebbe stato meno inspiegabile un premio alla sopravvalutata Kidman dello scorso anno.
In un film che semplifica un po' le cose e non contiene il tono dolente e funereo che lo stesso Fosse avrebbe dato al film,resta la sensazione di non aver perso tempo in costoso e rutilante luna-park per adulti.


-Claire-
00domenica 27 aprile 2003 12:42
Ehi fratellone! Bentornato!!happy E soprattutto ritornato nella cartella che a te è piu' consona, vero???

[Modificato da -Claire- 27/04/2003 12.43]

-Beppe-
00domenica 27 aprile 2003 15:37
Ti ringrazio ci cuore,sorellona[SM=g27838] [SM=g27838] e come ho già detto a Ray,fa piacere sapere che non mi avevate dimenticato.
In colpevole ritardo,
Beppe[SM=g27827] [SM=g27827]

P.S. Ma il film l'hai visto?
-Claire-
00lunedì 28 aprile 2003 09:50
No non l'ho visto perchè non mi ispirava molto.. a me i musical non esaltano, almeno al cinema..
AndreaKelli
00lunedì 28 aprile 2003 10:40
grande fratellone[SM=g27811] ,ci sei mancato[SM=g27813] !dove eri finito?cmq come sempre ottimo lavorohappy !!(ora mi son pentito di non esserlo andato a vedere[SM=g27829] )
-Beppe-
00lunedì 28 aprile 2003 14:33
Mancava il piccolo di casa a dirmi bentornato[SM=g27823] [SM=g27823] e non è mancato:vedrai che comunque sarà riproposto nella programmazione estiva[SM=g27822]
-Claire-
00lunedì 28 aprile 2003 23:10
Sicuramente lo rifaranno nei cinema all'aperto o comunque quest'estate nelle zone di villeggiatura. Io credo che aspetterò addirittura la videocassetta e soprattutto di essere in vena![SM=g27828]
-Beppe-
00martedì 29 aprile 2003 15:35
Chicago diventerà uno degli spettacoli di maggior interese della prossima stagione teatrale,come tu saprai.M'intriga molto l'idea di vederlo dal vivo,anche se ancora si cercano i protagonisti.
L'unica cosa che non mi piace di questi musical è l'adattamento dei testi che perdono molta efficacia[SM=g27832] [SM=g27832] [SM=g27832]
AndreaKelli
00martedì 29 aprile 2003 17:26
Re:

Scritto da: -Beppe- 29/04/2003 15.35
L'unica cosa che non mi piace di questi musical è l'adattamento dei testi che perdono molta efficacia[SM=g27832] [SM=g27832] [SM=g27832]



invece a me piace parecchio,Moulin Rouge mi piaciuto un saccohappy !
chiros
00sabato 6 dicembre 2003 00:48
Bob Fosse, autore teatrale e ottimo regista cinematografico, mise in scena questo delizioso musical nel 1975. Non riuscì a fare ciò che fece anni prima con altri musical: trasferirlo sul grande schermo. Con lo splendido “Cabaret”. Quei testi filmici dal personalissimo stile e tematicamente incentrati su tutto ciò che fa spettacolo nella cinica “società dello spettacolo” sono stati studiati scrupolosamente sia dal regista del film, sia dallo sceneggiatore La pièce originale, una sorta di "Prima pagina", una satira sulla manipolazione giornalistica e sui mostri dati in pasto ad una folla indistinta in cerca di modelli da imitare, fu già portata sullo schermo. Nonostante la patina altrove insopportabile e la scelta di attori di chiara fama che hanno rimpiazzato i cantanti e ballerini provetti dell’edizione teatrale, questa trasposizione è accattivante, seducente.René Zellweger, Catherine Zeta-Jones e Richard Gere sanno di non poter gareggiare con i miti del passato e giocano con loro, si dimenano ed intonano canzoni che rimandano direttamente alle danze sinuose e provocanti. I momenti coreografici e musicali, ripresi spesso con inquadrature oblique e lenti deformanti, non solo replicano i contenuti dei "recitativi" ma accrescono lo spessore psicologico dei personaggi. Tutti hanno il loro fugace momento di gloria in una società, quella dello spettacolo, in cui le stelle nascono e muoiono nel giro di ventiquattro ore. Il giornalismo segue morbosamente le tracce di sangue lasciate sul selciato che conduce alla notorietà da "Eve" disposte a tutto, "gold diggers" crudeli e ancora più cinici. Un film sfavillante ma al tempo stesso algido ed imperfetto come il mondo che rappresenta.




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