Ciò che resta

apassoleggero
giovedì 26 giugno 2008 08:14




Abito cornici
che non racchiudono confini
solo gesti usuali e adagi di foglie
abbagli di promesse infinite
in veglia sulle edicole.

Anche la pianura
cede al canto del fiume
alla memoria perpetua dell’acqua
ripiegata sul segreto del dolore.

Un po’ di polvere mitiga l’aria
ciò che resta dell’inverno
e non c’è tregua per le nuvole
così indaffarate a spostare il cielo.




fil0diseta
giovedì 26 giugno 2008 12:43
oh, anna, mi viene voglia di leggere questa... è d'un bella per me, con quelle edicole nei campi... quanti ricordi tra le rogge e le risaie

A proposito ho registrato quella che dicevamo: "sbocciando", da pubblicare con la maternità pastello. m'è venuta una robaaaaaa. abbastanza bene tutto, un bel piano-forte, poi mi è girato di cacciare fuori un respiro di sospensione alla fine... che non so se somiglia di più al fiuto del dr.Lekter nel silenzio degli innocenti, o al giro di coscia della Stone, in basic instinct


quindi ho rovinato la poesia [SM=g27992] ma insomma...adesso devo stare un po' prima di riprovare. comunque, se vuoi riderci su, dimmelo che te la mando in privato.


[SM=g28003]
Francesca Coppola
giovedì 26 giugno 2008 13:16
La sento così delicata, è un soffio che racchiude un momento, uno stato d'animo...

Particolarmente piaciuta!

Francesca
elfo nero
giovedì 26 giugno 2008 20:39
Degna dei migliori narratori della Pianura Padana

Hai già pubblicato le tue opere?
el_greco
lunedì 30 giugno 2008 18:15
Quanto mi commuovono questi quadretti d'altri tempi alla Giovannino Guareschi.


"non c’è tregua per le nuvole
così indaffarate a spostare il cielo."


Sei davvero brava a dipingere con le parole... ma questo forse te lo avevo già detto...
fil0diseta
mercoledì 6 agosto 2008 20:30
eccola qui






Ho abitato le tue cornici
senza orizzonti, ma specchi
di un mondo in fila a mezz'acqua
a cantare cori oriundi
senza doni
per le grazie ricevute

risale svelto il fiume, con le corse
alle Madonnine di campagna
quelle dei fossi o dei badili
oppure delle rose e dei rosari
tra colpi di fucile
ed il riporto allegro dei cani


Col vestitino sempre a festa, io
non vedevo ancora le nuvole arricciarsi
sul rovescio di tutta la mia gente







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