ggiacinto
lunedì 26 gennaio 2015 15:23

-2015-

buttato lì a non piangere
amico mio - e che pena - lo scorrere della vita
ad occhi sempre asciutti perchè sia delle ossa
l'inutile prova, ad essere uomini che diventano
uomini, forti e senza fremiti
ci hanno detto di non piangere orgoglio
se una fronte alta è pietà
buttati lì - non asciughiamo gote
non saremo fragili ma piccoli detenuti
dignità che offende il dolore
come fosse spreco, illegittimo vivere

ad averlo il diritto di meste lacrime
due labbra piegate a cucchiaio
sarei sincero, sovversivo, non un codardo
una specie d'uomo dallo sguardo secco
che non sa piagnucolare, poveraccio
al comando di uno sciacquone
quando è imparziale il sogno
il defecare.

ggiacinto
lunedì 26 gennaio 2015 19:28
In siciliano "u cucchiaru" (il cucchiaio) è l'espressione dei bambini che piegano le labbra in giù prima di piangere.

Volevo spiegare il titolo di questo testo.

[SM=x2823269]

Carla.Aita
martedì 27 gennaio 2015 22:47
Oh, ma sai che sai sempre sorprendermi ed affascinarmi? A cominciare dal titolo che mi pare sia l'inciso. Bello, molto interiorizzato questo tuo stampare versi con similitudini e metafore che io amo molto usare e leggere.Poi, non so che avete voi siculi, ma emanate un tepore tutto vostro.

Baciazzo


Carlaita [SM=g2829702]



ggiacinto
martedì 27 gennaio 2015 23:44
Grazie per l'attenta lettura Carla!


[SM=x2823269]

Un abbraccio!

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