DOVE NON MI PRENDERAI

notturnoop09
giovedì 5 luglio 2007 00:42
E' un tramonto dove non mi prenderai
questo

nell'incoscienza crudele dei nostri inutili corpi

nel susseguirsi rapido delle vite
come la luce delle stelle dietro al velo della notte

Ora che sono questo ruvido asfalto
sulle porte dei miei pensieri ventosi

che la fine di un vecchio disco in vinile
suona frasi di amore perduto

Ma non mi prenderai dove adesso come pioggia me ne vado
dove c'è più di un orrido silenzio
e i bambini sono treni verso i prati di Aushwiz

Non darmi sulle labbra le tue dolci parole
la tua carne nella stanza del mio buio deserto

solo un'ombra di solitudine sulla tazza dei miei passi

avrà il tempo di un'alba

e sarà mani sul tuo seno per morire.
filodiseta
giovedì 5 luglio 2007 04:56
Due parole subito, non saprei dire altro a quest'ora.

A me sembra meravigliosa alla prima lettura


ma di certo tornerò



Grazie [SM=g27985]
pierrot--
giovedì 5 luglio 2007 18:27
e' tristissima. Una scrittura spontaneamente poetica. Mi è piaciuta molto.

E trovo la chiusa molto bella, anche se rivedrei la parola , tazza [SM=g27995]

Grazie
Anhelikax
venerdì 6 luglio 2007 07:16
buen dia

concordo con Pierrot,nell'elegante e raffinata stesura dei versi quella TAZZA mi stona molto,potrei suggerire DANZA oppure
SHIERA NUDA
ma certo tu saprai cavartela meglio di me

un sorriso
filodiseta
venerdì 6 luglio 2007 08:54
Ecco cosa
: spontaneamente poetica. E' proprio la spontaneità che mi cattura, forse perché io ancora sono legata alla costruzione, alla meticolosa scelta lessicale, alla musicalità metrica. Soprattutto al bisogno di sintesi, che scaturisce dal mio carattere, dal rifiuto di chiamare i sentimenti "per nome" [SM=g27995]
Un limite che mi riconosco e che renderà impercorribile la strada di una poesia spontanea come la tua.



Grazie della tua presenza, Valerio!




[SM=g27985]

ormedelcaos
venerdì 6 luglio 2007 10:05

E' un tramonto dove non mi prenderai
questo

nell'incoscienza crudele dei nostri inutili corpi




Qui noto un passaggio nuovo, Valerio: in questo
c'è tattilità, c'è riavvicinamento a lei, alla terra, al mondo, c'è determinazione...

questo
(anche se ancora abissale. Dove sarebbe questo: questo?)

:..nell'incoscienza crudele..

c'è percezione.




Aspetto questo nuovo prodursi, nel tuo esclusivo linguaggio di lampi, di tistezza, di Poesia.


ti abbraccio. walter






Modificato da ormedelcaos 06/07/2007 10.13
notturnoop09
sabato 7 luglio 2007 18:39
Grazie amici poeti... [SM=g27985]
Leggo sempre con attenzione i commenti di tutti i lettori ed anche i consigli, che sono sempre bene accetti, perchè il confronto è fonte di indiscutibile arricchimento... [SM=g27985]
Per quanto riguarda la parola "tazza", a me invece suona bene così ed esprime esattamente quello che volevo dire: una metafora, cioè, ("sulla tazza dei miei passi") per quello che è un vortice esistenziale senza (momentanea) via d'uscita...
La tazza, infatti (che non è il wc, ma l'utensile per una buona prima colazione [SM=g27987] ) è un elemento circolare, profondo (in un certo senso può essere vista come un piccolo pozzo, anche se questo ultimo vocabolo non sarebbe stato adatto dal punto di vista della costruzione ritmica e musicale del verso - almeno secondo il mio "orecchio" - ), piccolo e stretto nel suo essere "conchiuso"...
"Danza" si sarebbe senz'altro inserito bene dal punto di vista musicale (rima interna stanza-danza), ma non avrebbe espresso ciò che volevo dire, anche a livello visivo...
Inoltre mi serviva un vocabolo decisamente "forte", che colpisse il lettore, ma senza esagerare... Tazza, con quella doppia z, ha la giusta forza infatti (secondo me) e crea una sorta di assonanza-diss(t)onante, ricoleggandosi un po' ad "Aushwiz" (altro vocabolo "forte")di due versi prima e un po' a "stanza" (altro elemento chiuso)...
La poesia dovrebbe sempre essere "spontanea", "sincera" (come era solito affermare il buon vecchio Baudelaire nei suoi "Diari intimi" [SM=g27985] ) ma questo non vuol dire che non si debba "possedere" in toto il mezzo tecnico sottostante, da poter "piegare" a piacere alla propria vena creativa...
Un saluto a tutti e grazie ancora di cuore,
Vale [SM=g27985]

te_verde
sabato 7 luglio 2007 22:56
Davvero una tristezza impregnata di una dolcezza disarmante.


Ma non mi prenderai dove adesso come pioggia me ne vado
dove c'è più di un orrido silenzio
e i bambini sono treni verso i prati di Aushwiz



E' come un pugno nello stomaco che non fa male al corpo ma all'anima. Commovente fino alle lacrime.

Grazie.




Sandra
apassoleggero
martedì 17 luglio 2007 21:14
se posso...

Non darmi sulle labbra le tue dolci parole
la tua carne nella stanza del mio buio deserto
solo un'ombra di solitudine sulla tazza dei miei passi
avrà il tempo di un'alba
e sarà mani sul tuo seno per morire.




ti evidenzio l'uso dei possessivi che, secondo il mio sentire, appesantiscono la lettura; qualcuno penso possa essere eliminato senza alterare il senso dei tuoi versi.
Anche tazza non incontra il mio gradimento [SM=g27995] ma più che altro non mi ritrovo nella tua spiegazione e cioè la tazza non mi dà l'idea del vortice in quanto è poco profonda, solitamente... ma forse non ho capito io...

Piccole cose che non cambiano la malinconica dolcezza della tua poesia...


Anna









Modificato da apassoleggero 17/07/2007 21.15
notturnoop09
mercoledì 18 luglio 2007 08:54
Bene bene... Vedo che la mia poesia ha creato un certo dibattito foriero di confronto... Anche oltre le più rosee previsioni...
Ottimo, davvero ottimo...
Grazie ancora di cuore ed un saluto a tutti,
Vale [SM=g27985]
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