Da spina in verbo

lastrega65
venerdì 24 febbraio 2012 13:29
Quando una spina diventa verbo
e il verbo è musica da respirare in gocce
e scivola d'olio sulla lingua ingorda
o s'aprono le labbra chiuse al bacio
per catturarne il senso che commuove
piange il poeta stupito del parto arcano
immemore delle doglie a fauci aperte
spazzate via da un vento malandrino.

Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso su sillabe d'inchiostro
nello stupore rosa di un sentire tondo

Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso

Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore

La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verso ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato

Domani ancora vivo adesso mi riposo.
lastrega65
venerdì 24 febbraio 2012 16:36
Re:
Devo dire che questa mia è già stata letta a Sebastiano, che mi ha già dato qualche consiglio, e ha limato qua e la. per amor di correttezza.
fabella
martedì 28 febbraio 2012 08:30
mi piacerebbe allora sentire Sebastiano su questa tua.
aspettavo proprio lui, prima di commentarti (ma i nodi, i nodi, i nodi... ) [SM=g2829704]


Posso dirti che la musicalità è buona. D'altra parte ho visto che ti diletti anche a scrivere in rima. A proposito ti esorto a pubblicare qualcosa da vedere assieme (qualche volta senz'altro da controllare) [SM=g8139]

Quello che non condivido sono alcune scelte lessicali un po' vecchiotte che abbassano la qualità del testo, visto che la poesia contemporanea ricorre ad un linguaggio meno fiorito e lala plasticità della parola "semplice".

Quando una spina diventa verbo
e il verbo è musica da respirare in gocce
e scivola d'olio sulla lingua ingorda
o s'aprono le labbra chiuse al bacio
per catturarne il senso che commuove
piange il poeta stupito del parto arcano
immemore delle doglie a fauci aperte
spazzate via da un vento malandrino.

Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso su sillabe d'inchiostro
nello stupore rosa di un sentire tondo

Ecco vedi, la prima parte ne è pregna. Poi di colpo passi ad una scrittura molto più fruibile, diciamo naturale, nonostante si senta sottopelle il pericolo di rincorrere ancora qualche associazione di idee. Direi comunque che questa seconda parte è nettamente superiore alla prima. Anzi, è davvero bella [SM=g8335]

Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso


Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore

La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verso ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato



Domani ancora vivo adesso mi riposo.

Ed ora la chiusa. Mi perplimono sempre le chiuse che chiudono troppo. Ho notato lo stesso nell'altro pezzo più breve "Di notte". Una chiusa che è ancor più di una chiusa, quasi diventa resoconto, una proiezione, dicendo qualcosa di troppo scontato sulle orme del finale di via col vento: "domani è un altro giorno". Pensaci perché ti consiglio vivamente di spostarti da questo modo di concepire la chiusa. Ma avremo tempo per discuterne.




Speriamo che arrivi quell'uomo a dirmi qualcosa, visto che aveva fatto lui qualche intervento su questo tuo testo [SM=g8231]



A riparlarne [SM=x2823269]

lastrega65
martedì 28 febbraio 2012 09:31
Re:
fabella, 28/02/2012 08.30:

mi piacerebbe allora sentire Sebastiano su questa tua.
aspettavo proprio lui, prima di commentarti (ma i nodi, i nodi, i nodi... ) [SM=g2829704]


Posso dirti che la musicalità è buona. D'altra parte ho visto che ti diletti anche a scrivere in rima. A proposito ti esorto a pubblicare qualcosa da vedere assieme (qualche volta senz'altro da controllare) [SM=g8139]

Quello che non condivido sono alcune scelte lessicali un po' vecchiotte che abbassano la qualità del testo, visto che la poesia contemporanea ricorre ad un linguaggio meno fiorito e lala plasticità della parola "semplice".

Quando una spina diventa verbo
e il verbo è musica da respirare in gocce
e scivola d'olio sulla lingua ingorda
o s'aprono le labbra chiuse al bacio
per catturarne il senso che commuove
piange il poeta stupito del parto arcano
immemore delle doglie a fauci aperte
spazzate via da un vento malandrino.

Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso su sillabe d'inchiostro
nello stupore rosa di un sentire tondo

Ecco vedi, la prima parte ne è pregna. Poi di colpo passi ad una scrittura molto più fruibile, diciamo naturale, nonostante si senta sottopelle il pericolo di rincorrere ancora qualche associazione di idee. Direi comunque che questa seconda parte è nettamente superiore alla prima. Anzi, è davvero bella [SM=g8335]

Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso


Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore

La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verso ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato



Domani ancora vivo adesso mi riposo.

Ed ora la chiusa. Mi perplimono sempre le chiuse che chiudono troppo. Ho notato lo stesso nell'altro pezzo più breve "Di notte". Una chiusa che è ancor più di una chiusa, quasi diventa resoconto, una proiezione, dicendo qualcosa di troppo scontato sulle orme del finale di via col vento: "domani è un altro giorno". Pensaci perché ti consiglio vivamente di spostarti da questo modo di concepire la chiusa. Ma avremo tempo per discuterne.




Speriamo che arrivi quell'uomo a dirmi qualcosa, visto che aveva fatto lui qualche intervento su questo tuo testo [SM=g8231]



A riparlarne [SM=x2823269]




Grazie davvero per questi splendidi consigli, sono questi confronti che cercavo, e ora comprendo perchè Sebastiano mi ha invitato qui.
Si, rifletterò sulla chiusa, ance nella mia ultima poe_mia, non oso chiamarla poesia, avevo qualche perplessità, e ci sto lavorando. Proverò a limare, in esercizio. Sei preziosa.
fabella
martedì 28 febbraio 2012 09:55
Sono contenta [SM=g8335]

L'esercizio lo puoi fare direttamente qui, sulla pagina della tua poesia. Per questo laboratorio, no?

[SM=g2829698]
lastrega65
martedì 28 febbraio 2012 10:38
Re:
fabella, 28/02/2012 09.55:

Sono contenta [SM=g8335]

L'esercizio lo puoi fare direttamente qui, sulla pagina della tua poesia. Per questo laboratorio, no?

[SM=g2829698]




ies...ci lavorerò oggi. Bello qui...
lastrega65
mercoledì 29 febbraio 2012 15:05
Re: Re:
lastrega65, 28/02/2012 10.38:




ies...ci lavorerò oggi. Bello qui...




Poeta è chi trasforma le sue spine
in versi d'olio da respirare a gocce
s'aprono le labbra chiuse al bacio
la lingua nota a nota li cattura
con lo stupore immemore di doglie.


Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso sul tavolo sfinito
lo sguardo libero di chi ha vomitato.

Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso

Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore

La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verbo ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato


Dimmi, se naturalmente hai voglia...ho provato a eliminare il superfluo e le frasi troppo...rindondanti.
fabella
giovedì 1 marzo 2012 09:10
Re: Re: Re:
lastrega65, 29/02/2012 15.05:




Poeta è chi trasforma le sue spine
in versi d'olio da respirare a gocce
s'aprono le labbra chiuse al bacio
la lingua nota a nota li cattura
con lo stupore immemore di doglie.


Nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso sul tavolo sfinito
lo sguardo libero di chi ha vomitato.

Il confondersi di un ramo sciolto in gemma
narra d'ogni virgola il ricamo a rosso acceso

Poeta è chi riesce a rispondere sul foglio
ai morsi della vita -dente a dente-
a fil di spada il segno si ripassa
marchiato a fuoco sulla pelle
l'eco di un fiore sbucciato dal dolore

La mano asciuga una lacrima d'addio
- il verbo ha ali grandi e non rimane-
l'occhio vede attraverso la sua coltre
e l'oltre appare appannandosi di fiato

Dimmi, se naturalmente hai voglia...ho provato a eliminare il superfluo e le frasi troppo...rindondanti.



essì che ho voglia, ci mancherebbe. per me è un'oretta piacevolissima da dedicare al forum, quando posso,la mattina... mi apre il giorno ad uno stato di quiete, credendo di aver cercato di dare qualcosa per la poesia (ahahah, che presunzione) [SM=g8231]


Riguardo il tuo testo, inutile dire che è migliorato alla grande, almeno la seconda strofa l'hai portata al livello della seconda parte, che avevo molto apprezzato. Conduci l'effetto elenco, che mi piace anche senza virgole, con la giusta musicalità. E in questo ti assicuro che cadono anche quelli che sono considerati già bravi nel ramo [SM=g8139]
Sulla seconda strofa, solo una perplessita su "vomitato", per me potresti tornare al sentire tondo, che al contrario dello stupore rosa, aveva un suo perché:

lo sguardo libero di chi ha vomitato.

lo sguardo libero di un sentire tondo.


elimineresti anche quell'effetto troppo piano dato dalle finali in "to"

il grido si declina all'imperfetto
muto adesso sul tavolo sfinito
lo sguardo libero di chi ha vomitato

La prima strofa invece

Poeta è chi trasforma le sue spine
in versi d'olio da respirare a gocce
s'aprono le labbra chiuse al bacio
la lingua nota a nota li cattura
con lo stupore immemore di doglie.

mantiene ancora qualche espressione un po' viziosa, leziosa, abusata... mmmm [SM=g8190] quando devo definirle, non so mai che termine usare...

quella evidenziata su tutte. I discorsi sono due: o apporti la modifica ad un linguaggio più naturale, oppure fai di quel verso il fulcro per lanciare l'occhio sulle poetiche passate, magari distaccandolo dalla strofa e mettendolo in corsivo. Come una cosa voluta in un contesto contrario...

Poeta è chi trasforma le sue spine
in versi d'olio da respirare a gocce
s'aprono le labbra chiuse al bacio
la lingua nota a nota li cattura

con lo stupore immemore di doglie


nasce il colore il canto la curva del sospiro
il grido si declina all'imperfetto
muto adesso sul tavolo sfinito
lo sguardo libero di un sentire tondo.


così può risultare riferito alla prima e alla seconda strofa [SM=g8265]

una soluzione che potrebbe anche destare curiosità. non so, vedi tu [SM=g2829698]


poi questo verso

s'aprono le labbra chiuse al bacio

Un esempio per consigliarti di controllare sempre attentamente il testo, onde evitare che escano inconsciamente ripetizioni di questo tipo (ben diverse dalla ripetizione di una parola... ma ne parleremo di fronte ad un esempio, quando capiterà)
Inutile dire che qualora fossero rafforzature volute, nessuno te le potrebbe contestare. Allora supponiamo che questa sia inconscia [SM=g8120]

Noterai che l'aggettivo chiuse sarebbe perfettamente inutile, visto che dici già che le labbra si aprono. L'aggettivo in questione avrebbe solo l'effetto negativo di appesantire un verso, che nella sua leggerezza e semplicità dice già tutto.

Altro discorso invece, se lo hai usato come participio riferito a bacio, per un'immagine più complessa. Comunque sia, l'effetto sul lettore è di ridondanza.


basta, basta... quando ingrano [SM=g8120] [SM=g8120] [SM=g8120]


Un'ultima cosa, importantissima. Io cerco di entrare con questi consigli nella tua scrittura, nel pieno rispetto della personalità che essa contiene. Se dovessi sforare, ti prego di dirmelo. Inoltre, non prendere mai come "vangelo" i miei punti di vista poetici. E auspica che prendano presto il via le altre voci per dire la loro [SM=g10324]





[SM=x2823269]





lastrega65
giovedì 1 marzo 2012 11:40
Re: Re: Re: Re:
fabella, 01/03/2012 09.10:



stai scherzando? Finalmente trovo un posto dove di poesia si discute,niente vangeli ma punti di vista e lettura attenta di ciò che si scrive. Un sogno praticamente. Rileggerò attenta stasera il tuo commento,poi ti dico_il verso immemore di doglie_non hai tutti i torti, non riesco a dare l'immagine che voglio che è quella di vedere qualcosa nascere con fatica, e subito scordarsi del dolore provato nel darlo alla vita,ci rifletterò su- Forse è la parola immemore a dare quel senso di abusato.Bravissima, mi hai dato altro su cui riflettere, le ripetizioni in TO. Te l'ho deto, ho sempre scritto di getto, pensando che la riflessione andava bene per i giochi di parole, i palindromi, gli acrostici,i tauagrammi, gli estratti dal titolo,... ehehe faccio cose da folli a volte, tipo scritti con acrostici tripli inseriti nel testo.Quando scrivevo poe_mia scrivevo e basta, rileggendomi appena. Ultimamente cerco qualcos'altro, e voglio cominciare da qui! Grassieeeeeeeeeeeeee
fabella
giovedì 1 marzo 2012 15:43
credo che qualunque esercizio sulla parola sia il modo divertente per esercitarsi a plasmarla. quindi mi trovi assolutamente d'accordo sul coltivarlo. tanto più che la poesia talvolta vuole riposare, mentre la parola va tenuta in allenamento. la sezione dei virtuosismi è lì apposta per questo scopo. non si sa mai che mi fai venire la voglia di giocare un po'con te [SM=g8231]
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