Dalle viscere s'impenna

cristinakhay
sabato 5 maggio 2007 01:08
Dalle viscere
s'impenna

il tormento soffocato
dell'esprimere.

Ulula e soffia
l'uragano d'onice

con le fauci lancinate
dal grido imploso.

D'ere recondite
l'effluvio monta

a trovare sfogo
ed esistenza

soffrendo
il denudarsi

con intima supplica
di comunione
al Verbo.

Il marasma
d'inquietudine
scioglie grumi d'anima
sul foglio

e d'inchiostro feconda
i ventri
delle menti

suggellando fratellanza
con i cuori.





pierrot--
lunedì 7 maggio 2007 00:12
La trovo bellissima. E descrive la fatica dello scrivere con puntuale verità. Si, è proprio così, alle volte un tormento che fatica a riconoscersi, una nascita senza nome.
Uno stile che prende le distanze, ma arriva diretto nel suo intento. Grazie
filodiseta
lunedì 7 maggio 2007 12:27
Concordo con Lucia:
"Uno stile che prende le distanze, ma arriva diretto nel suo intento".

Alla prima lettura ho avuto la sensazione di questa forza, che crea i presupposti per conoscerti nelle tue sfaccettature più crude.


La chiusa, forse, esula un po' dallo stile, ma conoscendoti, credo sia voluta la pennellata corale finale.




daniela
Modificato da filodiseta 07/05/2007 12.35
firstlast
lunedì 7 maggio 2007 13:31
Non riesco a capire, da ogni tuo scritto in questo forum, trapela una difficoltà di estrinsecare le tue emozioni e trasferirle su "carta".
C'è una sofferenza interiore che permea ogni tuo componimento, persino la presentazione fatta sul diario poetico.
Io credo, e perdonami la presunzione, che dovresti lasciarti andare, abbandonarti alla possibilità che non necessariamente debba esserci una ricerca del momento poetico, ma che semplicemente sia esso a trovarci nei tempi e modi che necessitano. In parole povere la ricerca affannosa della nostra essenza produce ansia e contraddizioni che si riflettono in tutto ciò che facciamo. Rispettare, invece, la nostra capacità elaborativo/espressiva, senza forzarne i tempi, asseconda la naturale propensione di ognuno di noi alla spiritualità ed alla riflessione.

(spero che tu abbia capito, perchè io, dopo aver riletto, ho difficoltà a comprendermi [SM=g27987] )

Comunque mi piace quello che scrivi, anche se, a volte, devo rileggere per comprendere bene.
Ho notato l'utilizzo di tanti aggettivi nei tuoi testi.

Alle luce di una diversa impaginazione, che dia al testo il giusto ritmo di lettura e le adeguate pause di riflessione, lo vedrei così:

Dalle viscere s'impenna
il tormento dell'esprimere.

Ulula e soffia l'uragano d'onice (perchè d'onice?)
dal grido imploso.

D'ere recondite monta l'effluvio
a trovare sfogo ed esistenza
soffrendo in intima supplica
di comunione al Verbo.

Il marasma d'inquietudine
scioglie grumi d'anima sul foglio
e d'inchiostro feconda i ventri
delle menti.






Leonardo
cristinakhay
lunedì 7 maggio 2007 19:23
Eccomi...
Questa poesia l'ho scritta per una occasione particolare..il mio ritorno in un sito dal quale avevo dato le 'dimissioni' temporanee...per disagi interni con alcuni membri, ignoti, oltretutto.
Questa assenza forzata ha imploso 'nelle fauci' le parole e le poesie che avrei voluto dire, nei giorni, una autoamputazione molto sofferta.
Ho sperimentato nella privazione quanto sia importante la condivisione, perchè amo il confronto su ciò che faccio, scrivo per regalare, per capire, per crescere.
Anche il brano postato nel diario fa riferimento a quei giorni.
Questa mia poesia di 'ritorno' esprime tutto il tormento, con le distanza che si addicono a chi rientra in punta di piedi da una porta che ha chiuso alle spalle suscitando molte domande in chi era rimasto.

Concordo con Daniela sulla chiusa...sembra anche a me un pò scontata, almeno nell'enfasi emotiva abbastanza banale...in quel contesto era un abbraccio.

Leonardo, mi piace molto il testo 'ripulito' come hai fatto tu.

L'onice è una pietra fredda e nera, ha la proprietà energetica di scavare nel profondo, portando alla luce aspetti di noi stessi che non vorremmo conoscere ma che vanno affrontati, aiutando a raggiungere l'equilibrio.E' associato al pianeta Saturno, severo e razionale maestro dell'essenzialità.

Mi piace la nuova impaginazione, meno impostata, più riflessiva, bravo. [SM=g28002]
apassoleggero
martedì 8 maggio 2007 12:31

La versificazione proposta da Leonardo, rende più intensa la tua amara riflessione che trova nella semplicità della chiusa il riscatto di quanto ci hai spiegato... manterrei il senso cercando qualcosa di più particolare.
L'unica cosa che non mi piace è l'assonanza "ventri - menti"
e vedrei un finale così (modestissimo parere [SM=g27995] )

Il marasma d'inquietudine
scioglie grumi d'anima.
Sul foglio fecondo d'inchiostro
nuovi scampoli di luce
asciugano silenzi.

piaciuta! [SM=g27985]

Anna

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