Deformazione professionale

ggiacinto
sabato 29 giugno 2013 11:29

-2013-

devoti all'effimero
coprivamo donnine scarne
poca seta ad imitarne l'anima
fitta dalle scapole al ventre
si dava cipria alle ossa
languori sottili
di bocche mal concepite
forse vistose, rosse
schiene piegate
vertigini ai tacchi
immortalate da fotografi
senza sole, lesti e intorno
s'adoperavano, le annientavano
il buon gusto suggerisce
ancora che alla beltà altro
non fu necessario se non il deperire

sull'ultimo plauso
anche mio padre mi chiese

“come hai fatto a disegnare
il vento”?


neanche il poeta ebbe scampo
dissero di lui
raffinato ed elegante
presto inutile, contorto
così com'è facile rinunciare
a un foulard troppo caro

se Amore è sparire
lasciatemi fare il verso
ad una farfalla muta
perchè mi resta solo il vanto
di un essere inadeguato.

garofano a.
sabato 29 giugno 2013 11:57
Quanta amarezza;

se Amore è sparire
lasciatemi fare il verso
ad una farfalla muta


Bel rientro

Ciao Pino [SM=x2823269]
ggiacinto
sabato 29 giugno 2013 13:24
Grazie Pino, ma forse meditavo su una proficua uscita...

[SM=x2823269]

garofano a.
sabato 29 giugno 2013 14:20
Re:
ggiacinto, 6/29/2013 1:24 PM:

Grazie Pino, ma forse meditavo su una proficua uscita...

[SM=x2823269]




ho capito, ma meno male di no


Ciao pino [SM=g8335]
Francesca Coppola
venerdì 5 luglio 2013 14:45

il senso è delicato, davvero poetico. Ho come l'impressione che però abbia bisogno del verso lungo e quell'effimero al primo verso non mi entusiasma, anche l'assenza di un "raccontato" tipo: "erano devoti all'effimero quando...", secondo il mio sentire potrebbe starci meglio, in quanto più incisivo nell'incipit.
Qui e lì, probabilmente andrebbe sfoltita ancora.

Questo ciò che penso, con tanto di cappello e possibilità di parlarne.

Un caro saluto

ggiacinto
venerdì 5 luglio 2013 17:12
Grazie Francesca, ultimamente ho poca concentrazione e tempo per curare i miei testi ma la versione ultimata sarebbe questa...

devoti all'effimero
coprivamo donnine scarne
poca seta a ricomporle
fitta dalle scapole al ventre
si dava cipria alle ossa
languori sottili
di bocche mal concepite
forse vistose, rosse
schiene piegate, vertigini
immortalate da fotografi
senza sole, lesti
e intorno s'adoperavano
annientavano
il buon gusto suggerisce
che alla beltà altro
non fu utile se non deperire

sull'ultimo plauso
le passerelle abbattute
avevano frivolezze che parevano
vento, punti vita all'anima

“ma del poeta dissero
raffinato, elegante
presto inutile e contorto
come un foulard troppo caro”

se ritrovarsi è sparire
lasciatemi fare il verso
ad una farfalla muta
perchè resta solo il vanto
di un essere inadeguato.

grazie per i suggerimenti, ci penserò ad allungare il verso...

fabella
mercoledì 10 luglio 2013 09:05
quanti significati racchiudi in questo tuo quadro di deformazione professionale. e come sai uscirne con considerazioni quasi dettate da un terzo occhio, esterno all'assuefazione a cui essa porta. la consapevolezza dell'effimero e che per(e attraverso)esso, si articolino percorsi contro natura e le loro conseguenze. e che proprio su questi si sviluppi la bellezza e la leggerezza delle cose.

e il transito finale alla riflessione sul poeta e sulla poesia, che molto si avvicina al mio sentire del momento.


[SM=g2834784]
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