Distanze a Terronia

Francesca Coppola.2017
martedì 28 aprile 2020 17:27
Distanze a Terronia
nella casa per due coi grattacieli grigio vento, ho dimenticato la candeggina delle scuole,
preghiere nelle chiese, il tempo di ogni attesa. Sull'asfalto l'urlo dei gabbiani,
dai balconi inni e luci.

Ho messo nel secchio le gambe e non mi è dato andare oltre la siepe che non conosce fiore, dove volevo andare io che ho chiuso la porta di casa lasciando al prato finto il primo benvenuto?

Ho cercato anche l'angolo migliore
con tintura faida te e tende appena lavate per noia ma il 12 marzo 2020 sognavo gatti morti, capisci Silvia?
la mattina su google sciorinavo premonizioni, solo smorfie ma volevi davvero il deserto?
A me l'indipendenza va nel giro vita stretta.

Sognavo gatti e poi piangevo e nessuna sveglia.
Senso di oppressione svelano le carte.
Voci. Voci. Voci. Che non riesco a contenere nella quarantena di una casa.

Non li ho giocati neanche al lotto, Silvia! Capisci? Eppure fra le necessità tutti chiusi, anche i cassetti e i gatti muoiono.

fabella
mercoledì 29 aprile 2020 07:33

ecco, rileggendola avrei ancora più cose da dire e sicuramente ne avrei all'ennesima rilettura. qui si comunica il contemporaneo al classico, con un coro di voci sparpagliate, come succede ai pensieri liberi che non hanno mai un vero e proprio filo logico, ma si presentano a chiazze, mentre siamo attenti ad altre cose. il contenuto fa quello che deve fare la poesia. essere testimonianza di giorno. mese, anno, per lasciare la nostra storia trasmettendo, in questo caso, un malessere, uno smarrimento che assume valenza universale.

non so che sia Silvia per te. per me è la Silvia di Leopardi. e ne trovo altri di riferimenti alla letteratura: voluti o non voluti, sono il passato buono che si insinua nel "senso di oppressione" che costringe e la lunghezza del verso cerca di bucare.

così la sto rileggendo [SM=g7542]
Francesca Coppola.2017
mercoledì 29 aprile 2020 13:26
Ecco che una strofa è ripetuta. La potresti correggere visto che a me non lo fa fare? Please! 😀

Sì Silvia è quella di Leopardi. Chi potrebbe mai essere? Non è la prima volta che scrivo tirandola in ballo. È la fotografia, per me, di questo periodo claustrofobico, che ci vuole troppo ligi al dovere e alla riflessione. La soppressione dei sensi quando qualcosa ci viene imposto.
Ma ovviamente riguarda tanto altro, a livello più intimo, qui in 5 minuti o c'è un sunto di una miriade di emozione che poi non so quanto siano state veramente ottenute dalla quarantena.
fil0diseta
venerdì 1 maggio 2020 07:26
scusa Francesca, avevo pensato di rientrare a correggere, poi scrivendo il commento, l'ho dimenticato [SM=g7535]

abbraccio [SM=g2834784]
fil0diseta
venerdì 1 maggio 2020 07:29

ci pensavo di notte alla punteggiatura della tua poesia. non ricordavo se l'avessi messa a fine verso, perché per me sarebbe stata necessaria... vedi? tutto torna [SM=g2829698]
Francesca Coppola.2017
venerdì 1 maggio 2020 12:02
Sì assolutamente necessaria.
Che poi il problema è nato perché ho inserito il testo dal cellulare e dunque non ho potuto vedere bene la formattazione. Dannata fretta! 😶
Carla.Aita
sabato 6 giugno 2020 17:51
Forfrettazione eh eh eh.
Periodo lunghissimo in cui faccio fatica a leggere e a scrivere, pandemia a parte. Ora ci sono riuscita: i cassetti e i gatti chiusi... quanto ci sta dentro queste poche parole! La sento mia specie all'inizio quando si parla di candeggina nelle scuole, questa terribile parola: sanificazione.
Un bellissimo esempio di poesia prosastica perché lo stile dipende anche dal contesto e dal mezzo che si usa quando i brani nascono.
Ciao Silvia ;-)



Carlaita





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