apassoleggero
giovedì 11 giugno 2009 11:45



Adesso,
lasciami percorrere quella spina
che regge il corpo
fammi leggere le mani, la linea della vita
seguire la scia della farina e poi
dell’acqua; se puoi siediti, sei stanca,
e con la testa scendi piano,
sulle spalle
che posso ancora reggerti
mentre lasci precipitare la tua fretta
e le parole e racconti del movimento,
delle crepe,
il taglio ombelicale,
di quanto abbiamo costruito con il fegato,
i polmoni e il cuore, tutto.

...

Di me, delle poesie che non conosci
e della falda che ci tiene unite
non ti ho mai parlato
e del mio corpo nudo sul fondale, le pietre
minacciose
ti ho negato il tonfo non il riflesso
delle braccia tese come pioppi.

(ho taciuto per un senso di pudore
e sottrazione)




Ecat Mel
venerdì 12 giugno 2009 11:19
l'ho letta più volte, per assaporare lentamente ogni sfumatura che questa poesia tesse: legami fatti non solo di corpi ma di essenze e retaggi e ricordi. Che cerca e trova linee comuni e differenze in un rapporto che si intuisce tra madre e figlia che trovo di una delicatezza e di una forza insieme tutta femminile...


io la trovo bellissima... [SM=g27987]

filodiseta--
sabato 13 giugno 2009 09:33
Re:


è il sentirsi addosso tutto quello che si è costruito assieme e quello che ci vientre tramandato, raccontato. un ricevere e portare avanti, senza purtroppo girarsi spesso in dietro. per fermarsi un momento ad aprire i nostri stati d'animo, definire i sentimenti più forti con gesti o parole. prevale sempre il pudore di un abbraccio, di un dire "ti voglio bene". eppure la possibilità ci viene data tante volte, affinché nel momento del dopo, non resti il rimpianto di non averlo mai fatto.


ti abbraccio anna


Francesca Coppola
giovedì 18 giugno 2009 19:16

mia cara Anna è bellissima nella sua dolcezza, nell'amore che dona una certa regalità ai versi. E poi quel senso di vergogna, quasi che fosse inferiorità quel -non arrivare- me la fa sentire ancora di più... mia.

Un abbraccio [SM=g28003]

Maredinotte
giovedì 18 giugno 2009 20:55
Anna, grazie di avercela regalata... è bellissima. [SM=g7831]

si sente forte quel legame, l'appartenenza dei corpi nati l'uno dall'altro, costruiti piano piano, si sente quel pudore, e ad unire il cordone ombelicale diventa faglia, spaccatura ai cui due estremi ci si ritrova di fronte.

è così difficile aprirsi totalmente alla propria madre, ma infondo credo che lì dove le parole o i gesti restano taciuti, arrivano i silenzi di abbracci invisibili, i "riflessi" da leggere negli occhi. una mamma legge tutto ciò che non è scritto, comunque.

un abbraccio grande [SM=g27998]
al_qantar
giovedì 18 giugno 2009 22:02
Un adagio di grande potenza, ecco come inquadro questa poesia cara Anna.

Un testo sussurrato, come il suono di un flauto traverso; una poesia che scende come acqua a velo dalle piccole cascate e senza nessun rumore, appena un mormorio... un silenzio appena sfiorato sulle labbra.

Leggerti diventa una anomalia perché non ti si può leggere ma vivere, sezionare, masticare parola per parola e goderti in tutta la tua profonda poetica.

Brava Anna, davvero!

Sebastiano
apassoleggero
venerdì 19 giugno 2009 08:59

vi ringrazio e vi abbraccio, uno ad uno... perchè voi non sapete quanto mi sono di sostegno e di conforto le vostre parole in un momento-periodo non proprio facile e sereno...

passerò presto per commentare le vostre poesie, alcune davvero splendide per ricercatezza e contenuto.


a presto,

anna

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