Exuviae- Spoglie

macrino
lunedì 28 giugno 2021 11:15
La coscienza è ipermetrope e, come su una retina, si fissano i simulacri degli oggetti anche dopo che non sono più percepiti, così su di essa aderiscono le reminiscenze. Nello spirito di Alessio lampeggiavano le immagini di molti anni prima, quando con Elisa e Giulia, aveva trascorso una domenica magnifica sulle sponde del torrente Argentina. Rivedeva la proda sassosa, i ciottoli lisciati dalle acque trasparenti dove ondeggiavano lievi fili di alghe. Rivedeva la riva opposta che sinuosa si infilava sotto un ponte di pietra a schiena d’asino e, poco più in alto, filari di vigneti abbracciati agli olmi. Salendo con lo sguardo, il pendio diveniva sempre più ripido e il verde chiaro dei pampini sfumava nel glauco degli olivi per intensificarsi infine nel veronese dei pini. Rivedeva la sabbia incisa dalla corrente e i piccoli vortici che la mulinavano sull’alveo, le anse smeraldine dove i giunchi oscillavano al vento. Rivedeva le trote che guizzavano nelle conche tra i massi muscosi e un airone che, simile a un dardo, fendeva l’azzurro. Erano ricordi agrodolci.. Rimembrò un aforisma in cui Ian paragonava il rimpianto ad una spoglia dell’amore: le memorie erano vuote conchiglie in cui si poteva udire l’eco morta di un tempo perduto. Per sempre.

Dal romanzo "I confini dell'infinito" (vol. VII)

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