Fabia Valenti

fil0diseta
00sabato 6 luglio 2019 15:33
... ma si dice di lei:
"chi sia Fabia Valenti non si sa, ho come la sensazione di averla conosciuta sotto altre spoglie, in ogni caso a Fabia tanti auguri perché mette fuori parole coraggiose. poi si mette pure a sputacchiare sui poeti e quindi è vero lusso." (max ponte)

mai letta, né mai ne ho sentito parlare. è solo l'ultima persona che mi ha chiesto l'amicizia su facebook. così ho letto qualche sua poesia:

Servi della fame

Mangiatori di ombre,
camminano oscuri verso i mulini neri,
sono in sella a un cavallo ucciso,
sono in sella alla guerra,
l'orma della paura è profonda
quanto il mondo,
le scimmie urlatrici della foresta
non basteranno alla foresta,
voglion fare festa con la nostra fame,
intingono nell'olio esausto i sogni,
non siamo niente, senza le ombre degli alberi,
le mie mani devono setacciare la terra
come vermi, uomini da ufficio
logori sulle tastiere
programmano poesie,
non siamo niente senza il canto del nulla,
so farmi piccola come le formiche guerriere,
vale più una lumaca che non sa dove andare,
che questa gente da stipendiare,
che questa gente, che urla
che tiene in ordine il box auto
che difende il proprio cortile
Mangiatori di ombre
se non piantate nemmeno un albero
avete rubato al mondo un pezzo di vita.


Sono nata senza tette


Le mie compagne mettevano la prima,
poi la seconda, la terza, la quarta,
alcune addirittura la quinta,
e i miei compagni guardavano le loro tette,
le mie avevano fatto retromarcia,
anche i capezzoli si erano infossati,
stavo facendo retromarcia con i corpi,
poi sono cresciute,
i capezzoli guardano all'insù
quando è buio sembrano due antenne alle stelle, amo la delicatezza delle donne,
amo più le loro lingue su certe zone,
amo affondare in un'altra madre
amo farmi fecondare dall'alto
osservare i falli in controluce,
mischiarli con i neri, con i marroni con i rosa
mi piace fare diventare gli uomini
macchie di piacere
mi piace che a volte guardino soltanto
mi faccio fiore per quel seme d'avorio,
e rido all'umanità che cola sulla pelle,
alla natura che sputo come un veleno.


Giacomo ti avrei amato

Ti avrei amato perché nemmeno oggi
saresti compreso,
non è cambiato nulla
sono gli uomini le vere zoccole,
e per le donne non ho parole
ti avrei amato perché il tuo pessimismo
mi avrebbe fatto bene,
ti avrei fatto quelle cose
che le donne fanno ai fighi,
avrei curato la tua gobba con carezze,
ti avrei fatto poppare come una lupa,
protetto dai miei piccoli seni,
mi sarei messa sopra di te
per non farti stancare troppo,
ti avrei fatto vedere cosa si cela oltre la siepe,
sarei stata la tua musa,
ti avrei sussurrato l'infinito
avrei mangiato un gelato al giorno con te,
avrei pulito gli angoli della bocca con la lingua,
ti avrei portato con me a ballare
in qualche centro sociale,
avrei riempito ogni tuo sabato,
ti avrei detto smettila di scrivere
tutta questa bellezza per l'umanità,
non se la merita, non dare il cuore
a questo mondo bastardo,
ti avrei detto: insegnami a scrivere
la tua poesia più bella.


Una notte di Natale

Tra i miei clienti ho avuto pazzi,
anziani, feticisti estremi, mariti frustrati
poeti disillusi, cani, extracomunitari,
ricordo un vecchio verniciatore,
la sua casa era un escremento,
ci passai la notte di Natale,
fumava Marlboro rosse,
ho tirato per le lunghe,
l'idea di toccarlo mi metteva repulsione,
gli avrei rubato i soldi e sarei scappata,
ha messo un film porxx, intorno era una pattumiera, puzza di cibo per gatti andato a male. Mi ha detto 'andiamo a letto'
siamo saliti su un soppalco,
mi ha sussurrato di baciare la sua bocca in decomposizione, la sua mano cercava il mio pube, nascosto tra le cosce,
gli ho concesso un seno, e la mia mano
andava veloce, fu la prima volta che vidi
qualcuno prendere il Viagra,
pensai al suo uccello, isolai la bestia
il genere umano, gli uccelli in fondo sono
tutti uguali, il suo era viola, venoso, nodoso come una radice irreale,
avevo male al braccio, non vedevo l'ora che venisse, per scappare con quei trecento euro
avrei pagato il mutuo di mia madre,
Ci sputai sopra diverse volte,
mentre mi implorava di farmi penetrare,
avevo paura che mi uccidesse,
poi la voce grassa di chi viene,
ho appoggiato un seno per fargli un regalo.
Gli ho detto che andavo a bere,
sono scesa, mi sono rivestita,
ho preso il suo portafoglio,
aveva cinquecento euro,
lasciai tutto lì, uscii da casa sua che erano le tre, ricordo di aver camminato nel marcio
faceva freddo, le strade deserte,
le luminarie sui balconi
ho camminato fino all'alba,
il primo pullman del mattino
è stato come un elicottero
mi ha salvato da una guerra,
mi ha riportato a casa,
mia madre mi chiese se avevo i soldi.
Il giorno dopo, misi un altro annuncio.


e insomma poi andremmo più sul pesante. servirebbe icona di vietato ai minori. lascio solo queste. ciò non toglie che la sua scrittura mi piace molto. è sfrontata e coraggiosa. quello che ci vorrebbe ai poeti: sfrontatezza e coraggio, anche a costo di scrivere sotto uno pseudonimo????
fil0diseta
00domenica 7 luglio 2019 09:03
Letame


voglio parole informi, nate da nessuna mano
da nessun poeta, parole fatte di letame,
voglio parole da annusare,
parole che non vincono premi
che non partecipano a concorsi
che non ti invitano alla pagina,
le parole dovrebbero nascere dal culo
invece che dalla bocca,
non dovrebbero essere pensate
e invece prendono la poesia tra le mani
come una rondine,
e la uccidono stringendola con il proprio ego.
voglio parole che non si insegnano,
Ma che ti spiegano la vita
come l'odore del letame
in corpo della natura
voglio essere una vacca sacra.
fil0diseta
00domenica 7 luglio 2019 11:45

ho inserito il bollino rosso per regolamento, ma questa è la poesia che dovremmo leggere tutti, per il coraggio che contiene di osare, di scrivere senza filtri. e lo si può fare con qualsiasi argomento, in qualunque ambito. è quello di cui ha bisogno la poesia!

Ho tirato lo sciacquone.

Mi hai aperto le natiche come un macellaio,
che controlla la crescita della sua vacca,
prima di macellarla
ieri sera il tuo seme aveva un sapore amaro,
ho smesso di amarti per il disgusto di averti visto davvero, sei un sacco peloso,
uno scroto che vuole fate di me la sua redenzione giornaliera
che spinge nella mia gola fino ai peli,
meglio l'ingenuità dei cani
non ti battezzeró più con i miei umori,
l'uomo che mi farà gonfiare i seni di latte
non sei tu,
l' uomo a cui concederó di penetrarmi il ventre gonfiato da un feto,
l'uomo a cui berrò il seme per trent'anni,
non sei tu la mia cisterna di amore,
non hai mai avuto la gentilezza
di sfilarlo prima della mia richiesta
mi hai quasi soffocato
mi hai fatto uscire il tuo seme anche dal naso,
stamattina ho guardato il mio stronzo
posato come un gattino nella ceramica,
ho tirato lo sciacquone
dicendoti addio.
Francesca Coppola
00lunedì 9 settembre 2019 11:46
eh, qui siamo davanti ad una poesia di alto livello, per quanto mi riguarda mi hai appena aperto un mondo e di sicuro indagherò oltre. Se c'è una cosa che mi è sempre mancata è il coraggio, tanto è vero che in passato, lo sai bene, mi sono nascosta dietro ad ogni sorta di analogia, metafora ecc.

Ma ne riparleremo.
MarcoRossi63
00venerdì 15 novembre 2019 23:01
Si parlava, qualche tempo fa, di una scrittura svilita dal turpiloquio riguardo ad un autore che , a lungo andare, diventava sciapo e noioso nei suoi testi. Io qui leggo vita vera a dimostrare cosa sia l’arte e l’abilità nel saper fare l’amore con le parole.
Grazie per la proposta.
M.
Versolibero
00venerdì 29 novembre 2019 06:57
Re:
MarcoRossi63, 15/11/2019 23.01:

Si parlava, qualche tempo fa, di una scrittura svilita dal turpiloquio riguardo ad un autore che , a lungo andare, diventava sciapo e noioso nei suoi testi. Io qui leggo vita vera a dimostrare cosa sia l’arte e l’abilità nel saper fare l’amore con le parole.
Grazie per la proposta.
M.


Non saprei spiegare la differenza, potrebbe essere anche la stessa mano a scrivere in un modo o nell'altro, ma qui mi trovo d'accordo con te; oltre alla maestria
con le parole, posso dire che c'è un mix di sfacciataggine, tenerezza e ironia; ma quando parlo di "sfacciataggine" parlo di un tessuto a trame larghe
che lascia ben intravedere sia tenerezza che ironia. Oltre a mettere in luce l'oscuro.
Insomma qui vedo l'angelo travestito da diavolo, e col diavolo non ci casco.

Al di sopra di tutte, per me che sono sempre stata innamorata di Leopardi, scelgo questa poesia:




Giacomo ti avrei amato

Ti avrei amato perché nemmeno oggi
saresti compreso,
non è cambiato nulla
sono gli uomini le vere zoccole,
e per le donne non ho parole
ti avrei amato perché il tuo pessimismo
mi avrebbe fatto bene,
ti avrei fatto quelle cose
che le donne fanno ai fighi,
avrei curato la tua gobba con carezze,
ti avrei fatto poppare come una lupa,
protetto dai miei piccoli seni,
mi sarei messa sopra di te
per non farti stancare troppo,
ti avrei fatto vedere cosa si cela oltre la siepe,
sarei stata la tua musa,
ti avrei sussurrato l'infinito
avrei mangiato un gelato al giorno con te,
avrei pulito gli angoli della bocca con la lingua,
ti avrei portato con me a ballare
in qualche centro sociale,
avrei riempito ogni tuo sabato,
ti avrei detto smettila di scrivere
tutta questa bellezza per l'umanità,
non se la merita, non dare il cuore
a questo mondo bastardo,
ti avrei detto: insegnami a scrivere
la tua poesia più bella.




Con un bel po' di bonaria invidia... per non averla scritta io 😍





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