Re:
Fucina (… al poeta Sebastiano)
Al vederti lì Sebastiano,
- parco insonne -
violoncello
nella tua fotografia,
immagino il bronzo
di tutte le statue del mondo.
Ho un violino Sebastiano,
sotto palme di coyoles
nella mia città centenaria.
Il carro dei buoi,
un puledro di tortura
Sebastiano;
una voragine di fabbri folli
che accendono la tua
poesia…
me fascinan las metaforas en este poema. empieza por una primera estrofa que se amplia hasta a comprender el arte del mundo, en aquellas estatuas de bronce. luego se concentra en la imagen familiar de la propia ciudad, entre los objetos de todos los días. y en fin transporta su fuerza retórica en el tiempo, casi a una edad media donde la entrega a un arte era a menudo sacrificio y sangre.
es estupenda, haz mis cumplidos a tu amigo Sinuhé, Sebastiano, y abrázalo también por mi, por este retrato construido a través de una cultura lejana de la nuestra.
mi affascinano le metafore in questa poesia. parte da una una prima strofa che si amplia fino a comprende l'arte del mondo, in quelle statue di bronzo. poi si concentra nell'immagine familiare della propria città, tra gli oggetti di tutti i giorni. e infine trasporta la sua forza retorica nel tempo, quasi a un medioevo dove la dedizione a un'arte era spesso sacrificio e sangue
é stupenda, fai i complimenti al tuo caro amico Sinuhé, Sebastiano, e abbraccialo anche da parte mia, per questo ritratto costruito attraverso una cultura molto lontana dalla nostra.
anche a te