Re:
lastrega.65, 17/05/2013 12:29:
nulla lasciava presagire la tragedia
se non un cielo basso che morsicava il collo
e quell'andirivieni di formiche come impazzite
che a guardarle dall'alto erano una croce nera
sulla superbia degli uomini
quant'è lunga la fila dei fantasmi
a ingrossarci il pianto, qui
al porto di Genova, nei vicoli stretti
tra le persiane con fessure grandi
dove passano topi e anime coi denti
com'è triste la storia di Genova
da Piazza Alimonda al tricolore steso
sui figli del mare, sembra una vecchia puttana
la città, ripiegata tra righe di rimmel
e un rossetto sbavato
rosso sangue
ti ho già detto due parole su fb, riguardo quello che penso di questo testo. per me hai trovato la formula piena per i contenuti che ti stanno tanto a cuore, passando attraverso la poesia, ormai pienamente consapevole. un raccontare attraverso metafore crude che si insinuano nella tragedia delle persone e dei luoghi.
io penso dovresti sempre fare un riferimento alla cronaca su pezzi come questo, perché tanti ne scriverai, visto che è lo sbocco che secondo me più ti sta a cuore. ampliare il titolo, per esempio, con una data. o servirti di un sottotitolo, di uno stralcio di giornale, una breve didascalia. che potrebbe comprendere anche più testi sullo stesso fatto o argomento.
questo per una proiezione futura o per dirla nel dettaglio, perché tutto quello che scriviamo è sempre qualcosa che lasciamo in eredità al tempo e più il tempo passa, più la memoria necessita di punti di riferimento.