Ecat Mel
venerdì 14 agosto 2009 14:46


f u o r i è guerra

lo sospetto dal rumore - le ossa
il latrato i cani alla porta
le estremità nude le grida - i bambini per strada
l'ombra che svanisce nel muro
deglutita

per non morire
da stupida
cerco allegorie a storie come questa
- ci si rannicchia
ginocchia in bocca -
fino a farle sanguinare

la p a u r a
a rimboccare le coperte
madre feroce - l'ora della morte
declino il capo
nell'insufficienza di essere frammento
il tempo che mi resta

e l' i m p e r c e t t i b i l e
quando buca il nero
mi custodisce appena - l'attimo
la preghiera
nascondo l'afasia in gola dell'immenso
le domande
il dolore in solitario

ora è chiuso il sipario - l'ultimo atto
solo anni mesi minuti da contare
dicono sia così la p e s a t u r a
poi lo strappo
ma

d e n t r o è guerra
che consumo in fretta



anumamundi.
venerdì 14 agosto 2009 15:42
Dire "bello" ad un testo che si snoda su questi temi e su queste immagini mi sembra fuori luogo, ma resta il fatto che le riflessioni cui spinge un simile testo lasciano senza parole. Solo la sensazione della paura, dell'inevitabile, la sensazione di impotenza e della serenità persa giorno per giorno.
Fuori è guerra -dici- una guerra strisciante, che strazia l'anima alle 13.00 ed alle 20.00 in quella mezz'ora che rende l'aria satura di aggettivi impronunciabili che ci rende irreprensibili cittadini intolleranti, che ci indigna e ci percuote, proponendoci improbabili boia di chi sporca le proprie mani del sangue altrui.
Addentiamo l'arrosto con l'occhio volto alla vittima di turno e sputiamo sul politico che ha la sfortuna di apparire nelle immagini successive, sospendendo l'indignazione per l'estrazione dei numeri del superenalotto.



Poi ci ripenso e non sono del tutto convinto che sia realmente questa la guerra cui si riferiscono i tuoi versi, magari hai in mente un processo più intimo, individuale (molti indizi lo lasciano pensare).
Ma va bene lo stesso, sono un fautore della poesia come mezzo per suscitare emozioni del lettore.
Io mi emoziono così...


Ecat Mel
sabato 15 agosto 2009 14:37
Ti ringrazio, perché questo è stato un testo difficile da scrivere, nato sull'onda di un'emozione forte, la morte di una persona distrutta da una battaglia con una malattia terminale... che ha deciso di mettere fine a quel calvario rifiutando inutili e invasive cure mediche. E' un tema che sento moltissimo, forse perché mi terrorizza, non l'idea della morte, ma quella della lunga ed estenuante "guerra" che inizi, prima con la malattia, con le persone che hai intorno, che ti vogliono bene e quindi ti vorrebbero attaccato a sonde, flebo, macchine di ogni tipo, pur di non farti andare, con i medici, i politici ecc. ecc. Rispetto le idee di tutti e le convinzioni religiose, ma vorrei che questo rispetto si allargasse anche a chi vuole morire con dignità, con consapevolezza, con serenità

fuori è guerra... in ogni angolo, sulle strade, per la sopravvivenza, muoiono migliaia di bambini o spariscono tutti i giorni, la gente si uccide per il minimo rumore, per un'occhiata strana, per nulla... è una guerra feroce, a cui siamo tristemente abituati... abituati è già terribile!

ma anche dentro è guerra, quando devi combattere per i tuoi diritti... quando non sei più padrone della tua vita, quando si perde il senso di cosa significa l'esistenza...

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